Dal Secolo d'Italia di martedì 28 ottobre 2008
Si chiama Gli occhi di Lucio, è una raccolta di scritti di Lucio Dalla che contiene sconfinamenti nella politica, con un linguaggio libero da pregiudizi ideologici. Intanto, pur essendo di sinistra, si divertirebbe – dice – a essere amico di Berlusconi. E gli fa simpatia il ministro Bondi che scrive poesie e che è meglio di quei sindaci di sinistra che si accaniscono contro i piccioni nelle storiche piazze d’Italia. Non è il primo segnale di trasversalismo estetico che giunge dal mondo canoro: anche Antonello Venditti, dopo la vittoria di Alemanno a Roma, sentenziò che valeva la pena mettere alla prova il nuovo sindaco. «Viviamo rivoluzioni quotidiane», avverte il Lucio di Attenti al lupo, anche se lui non sembra aver voglia di demonizzare nessuno. Appare anzi più preoccupato di mettere sull’avviso una classe politica troppo pigra nel monitoraggio della nostra accidentata quotidianità. Una pigrizia imputabile alla sinistra che non sa riprendersi S dalla sconfitta. «La sinistra italiana deve aggiornare il suo linguaggio e i suoi tempi. La distanza tra la realtà e la politica è enorme, lo rivelano anche le proteste studentesche di queste settimane...».
Benedetta sinistra: non solo è pigra, ma è anche ingenuamente arroccata in una pretesa superiorità culturale. Un’arroganza che la rende impossibilitata a decifrare e a fare propri i codici dell’avversario. La sua debolezza Lucio Dalla la spiega così, meglio di tanti teorici di destra concentrati più sul proprio ombelico che sulla realtà: «La sua debolezza – afferma Dalla – è stata essersi sentita più astuta del proprio competitore e culturalmente imparagonabile con la destra, dimenticando per esempio Céline, Ezra Pound, Evola...». Evola, yes, proprio lui, lo “stregone nero” di Rivolta contro il mondo moderno. Che sia cominciata, dopo la rivincita di Pound, anche quella del barone Julius? Esoterismo e canzonette. Il Graal e Sanremo. Meditazioni sulle vette di disperati, erotici, stomp. Forse è questa la ricetta azzeccata per cavalcare la crisi delle ideologie.
Annalisa Terranova è nata a Roma nel 1962, giornalista e scrittrice. Caposervizio al "Secolo d’Italia", è redattrice al mensile "Area" e collabora con varie testate. E' stata tra le fondatrici del Centro Studi Futura ed attiva nella rivista "Eowyn". Ha pubblicato (per le edizioni Settimo Sigillo), Planando sopra boschi di braccia tese ('96), saggio sul movimento giovanile del MSI, e Aspetta e spera che già l’ora si avvicina (2002), dedicato agli eventi di Alleanza Nazionale in rapporto alla svolta di Fiuggi. Recentemente ha pubblicato Camicette nere. Donne di lotta e di governo da Salò ad Alleanza Nazionale (Mursia, 2007).
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