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giovedì 27 dicembre 2012

Il mio Natale nelle "fogne"

Da Area di dicembre 2012
“Tu le bombe mettile al posto giusto”. Il Golpe Borghese come spunto polemico. Pretesto di discussione. Miccia dialettica. “Ma quali bombe!”. “Il Msi? Un cimitero di elefanti”. “E voi di Avanguardia Nazionale sareste i rivoluzionari?”. Duellanti di generazioni diverse che ballano su un ring immaginario, cambiano posizione e argomenti, schivano i colpi dell’avversario, tentano a loro volta l’affondo, ripiegano sulle corde e infine cercano il conforto dei secondi nei piccoli break tra un round e l’altro.

sabato 8 dicembre 2012

Leo Longanesi, il giornalismo italiano ha un debito di riconoscenza verso di lui

Da Area di novembre 2012
Paradossale che il re del paradosso sia stato giudicato con la stessa perentoria superficialità che gli è stata troppo spesso imputata, sino a costargli un riconoscimento definitivo dell'establishment letterario nazionale.

Mike Balistreri, un commissario fascista contro tutti i corrotti

Da Area di novembre 2012
I due cowboy che si fronteggiano con le mani sulla fondina hanno i volti di Kirk Douglas e Rock Hudson. Un classico: il primo interpreta il bandito, l’altro lo sceriffo. Kirk è più veloce, ma perde. Non è l’unico colpo di scena: l’allora splendida Dorothy Malone, che assisteva trepidante al duello finale, corre al capezzale di Kirk, non dal vincitore. «Nonno, ma la ragazza non si innamora sempre di quello che vince?». Il cinema può esercitare un potere straordinario sull’immaginario, tantopiù se il bambino ha appena dieci anni. Il nonno non risponde. Non lo fa mai quando il piccolo Mike gli ricorda suo figlio Toni, morto con la divisa fascista l’ultima giornata di combattimento, mentre tutti gli altri scappavano. Soltanto rivedendo il film una seconda volta, Mike scopre che Kirk aveva la pistola scarica: non voleva rischiare di uccidere l’amico Rock.

martedì 13 novembre 2012

Il Malaparte riabilitato

Da Area di ottobre 2012
«L’Europa non è che una famiglia d’assassini, di ruffiani, di vigliacchi. Bisogna avere il coraggio di riconoscerlo... È finita, ormai, è un continente marcio. Ha già i vermi, è coperto di vermi». No, non siamo di fronte al grido di dolore di un intellettuale greco. Né al j’accuse di uno scrittore spagnolo. Tanto meno di un italiano. Figuriamoci! I nostri, di intellettuali, la crisi la schifano e la schivano, tutt’al più le concedono un instant book che consenta loro l’ennesima comparsata televisiva, rigorosamente a gettone.

giovedì 25 ottobre 2012

Così scoprimmo l'America...

Da Area di settembre 2012
Mai come oggi, l’America è dietro l’angolo. I più facoltosi vi si recano con disinvolta frequenza, fosse anche solo per un week end di shopping. I meno devono accontentarsi della quotidiana razione di made in Usa offerta generosamente dalla tv. Degli scrittori americani, poi, sappiamo tutto: cosa scrivono e, prima ancora, chi frequentano e dove consumano il primo caffè della giornata. I loro bestseller, ben esposti in libreria, sono i più saccheggiati dal grande pubblico dei centri commerciali. Sembra passato un secolo da quando in Italia, degli Stati Uniti, si ignorava tutto o quasi, a iniziare dalla lingua. Se non proprio un secolo, tuttavia, parecchi decenni sono trascorsi da quel tempo lontano – parliamo degli anni Trenta del Novecento – in cui solo i pittori viaggiavano, magari andando a Parigi, mentre tutti gli altri, persino gli uomini di cultura, preferivano cullarsi in provincia piuttosto che attraversare l’Oceano. Erano gli anni della via autarchica alla letteratura e a contaminarla con quella narrativa quasi del tutto sconosciuta ci pensò nel 1941 Elio Vittorini pubblicando Americana, raccolta antologica a stelle e strisce con cui, oltre all’affascinante interpretazione dello sviluppo letterario americano, si proponeva agli scrittori più giovani un nuovo modello da seguire.

lunedì 3 settembre 2012

Ray Bradbury, diciassette anni per tutta la vita

Da Area di luglio-agosto 2012
Dallo Speciale dedicato a Ray Bradbury
Novantuno: il conteggio degli anni, all’anagrafe, non lascerebbe dubbi. Eppure Ray Bradbury ha scelto di avere diciassette anni per tutta la vita. Lunga, difficile, proficua, affrontata con entusiasmo malgrado le salite, spesso ripide, e le cadute. Del resto, la sua vocazione più autentica, dichiarata, era di far «innamorare alla vita» il lettore. Mettendolo in guardia da tutto ciò che non era vita. Da quella, artificiale, che altri preconfezionano per noi. Dalla camicia di forza della quotidianità, tanto stretta quanto comoda. Il pericolo, in fin dei conti, è proprio di adagiarvisi, di barattare la curiosità con la rassegnazione, trovandola dolce. L’unico modo per “resistere”, sembra suggerirci, è fare professione di lucida follia. Coltivare, con la fanciullezza dell’adolescenza, il candore dell’irriverenza.

lunedì 30 luglio 2012

Pino Grillo, il signore dei libri

Da Area di giugno 2012
Settecolori, la casa editrice che Pino Grillo fondò nel 1978 non avrebbe potuto avere nome migliore. Perché I sette colori è il titolo del romanzo più noto di Robert Brasillach, cantore della gioventù e dell’amicizia. Ma è anche la sigla che Maurice Bardèche, cognato dello scrittore fucilato per collaborazionismo il 6 febbraio del 1945, in un atto d’amore e fedeltà, scelse per le proprie pubblicazioni. E un incrollabile senso dell’amicizia animava l’editore di Vibo Valentia, oltre a una ferrea perseveranza nel portare avanti un progetto più folle che ambizioso: non “solo” pubblicare libri, per quanto interessanti, ma creare unità d’intenti in un mondo culturale, quello di destra, in cui individualismo e rivalità l’hanno sempre fatta da padroni. Pronto a caricare il portabagagli della macchina di libri e lasciare terra, moglie e figlio, per consegnare volumi che nessuna distribuzione commerciale si sarebbe sognata di proporre a una qualsiasi libreria e per tenere insieme una cerchia di amici allegramente controcorrente. 

lunedì 4 giugno 2012

Detenuti all’estero: l’Italia si faccia rispettare

Da Area di maggio 2012
Se Massimiliano Latorre e Salvatore Girone fossero stati cittadini statunitensi, Obama sarebbe andato a riprenderseli con le buone o le cattive e, in quest’ultimo caso, avrebbe mandato un Rambo, come da “migliore” cinematografia a stelle e strisce. La fiction, per definizione, inganna e che l’India non sia (solo) il paese esotico che tanto affascina il nostro immaginario ce lo ha confermato la vicenda dei nostri due Marò. Se i nomi dei due fucilieri della Marina militari, grazie a una quanto mai opportuna mobilitazione popolare, sono diventati noti, molti altri, oltre a condanne ingiuste, hanno subito la pena accessoria dell’anonimato. Per loro i riflettori non si sono accesi.  

venerdì 6 aprile 2012

L'ossessione del futuro (Philip K. Dick a trent'anni dalla morte)

Da Area di marzo 2012

«La mutevole informazione che noi percepiamo come mondo è una narrazione in via di svolgimento». Se per apporre la parola “fine” alla vicenda umana di Philip Kindred Dick è stato sufficiente un certificato di morte – fatale l’ultima crisi cardiaca, il 2 marzo 1982, all’età di cinquantaquattro anni – non lo è altrettanto maneggiarne l’opera, vastissima, confinarla entro un genere o in un determinato spazio temporale, per quanto la fantascienza sia “oltre” per definizione. Perché le suggestioni, le visioni, le prospettive che ha seminato in racconti e romanzi sono continuate a fiorire negli ultimi trent’anni in nuovi film e in libri di altri autori, non necessariamente di fantascienza. Figli suoi, anche chi ne è meno consapevole. Anche chi trascura di riconoscerne i meriti. Anche chi saccheggia impunemente senza dire grazie.

venerdì 2 marzo 2012

La rivoluzione social network

Da Area di febbraio 2012
Ogni rivoluzione, dopo aver seminato il terreno, per manifestarsi aspetta la “sua” primavera. Stagioni che – più o meno brevi, più o meno cruente – segnano passaggi epocali. La data simbolica della rivoluzione iniziata quindici anni fa con i primi blog e realizzata da Mark Zuckerberg con Facebook è il marzo 2010: per la prima volta le visite alla homepage del social network creato dal “miliardario più giovane del mondo” nel 2004 hanno superato quelle a Google, il motore di ricerca per eccellenza, sino ad allora l’indiscusso re del web. Un sorpasso inimmaginabile fino a qualche anno fa.

martedì 14 febbraio 2012

Il passato che amiamo ci accompagna nel futuro

Da Area di gennaio 2012
«Non esiste una città al mondo come Parigi. Al mattino è bellissima. Di pomeriggio è meravigliosa. Di sera è incantevole. Ma dopo mezzanotte è magica». A molti critici è stato sufficiente guardare il trailer per stroncare con sufficienza Midnight in Paris di Woody Allen. Dopo la Manhattan degli inizi, ha trasferito il set a Londra, Barcellona e ora a Parigi, lasciando – hanno detto – che il fascino dei luoghi colmasse la superficialità della sceneggiatura.

Viva l'ottava arte! I giornaletti hanno anticipato le rivoluzioni sociali più di tanti saggi accademici

Da Area di gennaio 2012
Cultura alta e bassa. Ufficiale e clandestina. Elitaria e popolare. Progressista e reazionaria. Buona e cattiva. Conflitto epocale: da una parte armate di soloni, quasi tutti di sinistra, e dall’altra truppe irregolari di lettori. Una guerra che col passare del tempo s’è trasformata in scaramuccia episodica, esercizio di sofismo, snobismo di pochi verso i gusti di molti. Quelli che una volta erano i famigerati giornaletti hanno imparato la dura legge del mercato e ora si fanno chiamare graphic novel. Quando si presentano in edicola – talvolta persino in libreria – sfoggiano una rilegatura ineccepibile e copertine ridige più eleganti dei classici, mortificati nell’edizione economica. Per i critici, tuttavia, sempre fumetti rimangono e, come tali, relegati ai confini della narrativa, niente di accostabile alla letteratura. Se tutto quanto è pop è da sempre trattato con sufficienza, il fumetto è l’arte – ma guai a definirla così! – più avversata di tutte. Non soltanto da noi. La lotta contro il fumetto, del resto, ricalca una delle più antiche lotte culturali per l’affermazione del ruolo di formazione dell’immaginario individuale e dei valori personali e sociali: quando in una società un nuovo fenomeno entra in scena e turba quelli che vengono identificati come principi tradizionali e perciò affidabili, diverse correnti di pensiero si affannano per un suo inquadramento e utilizzo, analisi, spiegazione ed eventuale neutralizzazione.

giovedì 29 dicembre 2011

Regali di lettura per le vacanze

Da Area di dicembre 2011
Il lettore lungimirante lo sa: passare in libreria la vigilia di Natale rende inevitabile la resa di fronte al potere editoriale. Travolti dalle monumentali pile di volumi che altri hanno scelto per noi, rischieremmo di uscirne con l’ultimo libro di Fabio Volo sottobraccio o, pressati dalla fretta, arrenderci all’idea che Giorgio Faletti non sia poi tanto male. Attenzione: le classifiche di vendita vanno rigorosamente ignorate. Il fatto che un libro venda molto non ne garantisce la qualità. Le letture vanno programmate con cautela, prima di brandire la carta di credito. Certo, se un libro finisse per non piacerci, potremmo sempre regalarlo. Ammettiamolo: sarebbe da infami. Avete mai provato l’onta di ricevere un volumazzo di Moccia? Io sì. E non lo auguro a nessuno. Detto questo, bisogna prepararsi per tempo. Individuare i libri giusti e, nel caso siano stampati da piccoli editori, ordinarli col necessario tempismo. Così da sconfiggere il nemico principale: la distribuzione, troppo spesso di una lentezza esasperante. Carta e penna, dunque, ché nel 2011 sono usciti libri importanti.

sabato 26 novembre 2011

Gli eroi (americani) sono tutti giovani e belli

Focus: L'Amaramerica
 La metà oscura di un colosso che comincia a scricchiolare
Da Area di novembre 2011
La grande macchina del mito hollywoodiana è riuscita a imporre nel mondo il modello di una società e di una storia intessute di coraggio, onore, lealtà e buoni sentimenti. Propaganda, certo. Ma noi abbiamo voltato tutto al negativo, diffondendo nel mondo lo stereotipo dell'italiano meschino, vigliacco e furbo. 

lunedì 17 ottobre 2011

La mia recensione a "Da Giovane Europa ai Campi Hobbit" di Giovanni Tarantino

Da un progetto fallito a vittoria politica
Area di ottobre 2011
La narrazione della storia più recente è affidata soprattutto alla memorialistica, il cui peccato veniale – e limite spesso insuperabile – è l’autocompiacimento. Nel libro di Giovanni Tarantino, giovane storico palermitano e giornalista freelance (già redattore di EPolis e collaboratore del Secolo d’Italia, di cui è firma apprezzata), che le edizioni Controcorrente di Napoli hanno appena dato alle stampe, Da Giovane Europa ai Campi Hobbit (pp. 201, € 10), non ce n’è traccia.

giovedì 4 agosto 2011

La grande estate in musica (da Area)

Da Area di luglio-agosto 2011
Speciale La grande estate
«Senza musica la vita sarebbe un errore». Così parlò Nietzsche e l’aforisma, per sua natura, non lascia spazio a repliche. A replicarsi all’infinito, invece, è il tormentone, la canzone cult, il motivo pop che ci insegue tra radio e locali e non ci molla neanche quando lasciamo, con istantanea nostalgia, i rassicuranti confini dello stabilimento balneare, ben oltre lo spazio temporale della più calda delle stagioni.

venerdì 24 giugno 2011

Quei giorni passati a rincorrere il vento...

I cantautori hanno osservato la nostra epoca dal palco.
Ora la raccontano sulle pagine
Da Area di giugno 2011
Forse perché lo stereotipo della rockstar è – per dirla con Sting – «noioso e stupido». Forse per dimostrare che P. J. Harvey parlava a titolo personale nel confessare che ha iniziato a suonare perché non riusciva a parlare. Forse per naturale evoluzione della specie, da un po’ di tempo a questa parte i nostri cantautori – messi momentaneamente a riposo gli strumenti – hanno iniziato a mettere su carta le loro storie, individuali ma generazionali al tempo stesso. Senza limitarsi a commissionare ad altri o a confezionarsi da sé una bella autobiografia, meglio se per immagini, ancor più se con titoli e didascalie accattivanti ad usum delphini. Ma attraverso lo strumento – ambizioso e tutt’altro che facile – del romanzo, della narrazione. Inevitabilmente sociale. Con risultati sorprendenti.  

venerdì 20 maggio 2011

Un libro accende la mente, ma in classe regna la noia

Da Area di maggio 2011
Fossero solo i manuali di storia, con le bugie in buona o cattiva fede e le omissioni più o meno deliberate, il problema. Andrebbero riscritti, punto. Non da parlamentari che giochino a fare gli storici. Ma da esperti, veri.

venerdì 31 dicembre 2010

Quando Pasolini chiese scusa a Pound

Da Area di dicembre 2010
Cosa hanno in comune quell’uomo silenzioso, vecchio e canuto e quell’altro, più giovane e visibilmente emozionato, che gli pone le domande con pudica riverenza?

mercoledì 24 novembre 2010

L'intervista a Nicola Antolini: «proibito ragionare fuori dagli schemi»

Da Area, novembre 2010
«Come si dice in questi casi? È accaduto tutto molto in fretta. Eravamo in due, io e il responsabile provinciale di CasaPound, e stavamo preparando la sala in attesa dell’inizio della conferenza quando sono entrate alcune persone, tutte a volto coperto, tranne una. Hanno cominciato a picchiare. Io sono finito a terra che ancora sorridevo, perché in un primo momento ho pensato a uno scherzo, non ho fatto in tempo a rendermi conto di quello che stava succedendo. Calci e sediate. Il tutto è durato un paio di minuti, poi sono andati via come erano arrivati, senza dire nulla. Una cosa mi ha colpito, sedie a parte: l’età dell’aggressore a volto scoperto, tra i quaranta e i cinquant’anni, mentre gli altri avevano l’aria di essere ragazzini. Se al posto mio ci fosse stato un militante giovane di CasaPound non avrebbe fatto nessuna differenza. Ecco, il fatto che ci siano adulti che portano in giro ragazzi a picchiare altri ragazzi è la cosa che mi inquieta di più dell’intera vicenda».