Dal Secolo d'Italia del 13 settembre 2011
Tu quoque, Brute, fili mi! Per la resa dei Conti, il papà Bruno si affiderà probabilmente al romanesco più che al latino. La strigliata, tuttavia, ci sta tutta. Non è la prima volta che Daniele, quel figliuolo che s’è fatto capitano del Cagliari, segna alla sua vecchia squadra. Nel recente passato l’ha già fatto cinque volte e l’ultimo goal, domenica, è di quelli che gli statistici del calcio non mancheranno di ricordare.
Perché? Ha certificato la prima sconfitta casalinga della Roma dopo vent’anni. Di fatto ne ha confermato, casomai ce ne fosse stato bisogno, lo stato di crisi dopo la bruciante esclusione dalla Europa League. Il pubblico di fede giallorossa ha poco da fischiare, ché il ragazzo sarebbe rimasto nella capitale a dare una mano e due piedi più che volentieri se la dirigenza, a suo tempo, non l’avesse ritenuto inadeguato. Con grande sofferenza, immaginiamo, del padre. «Quei fischi – assicura l’ex ala – me li faccio scivolare addosso». Tranquillità che ostentano anche Luise Enrique e Tom DiBenedetto, rispettivamente mister e presidente. Se il primo chiede tempo, convinto che gli darà ragione, il secondo aspetta e spera che già ha visto, dice lui, i progressi. Sarà! Al momento, però, c’è poco da stare allegri. I nuovi arrivati, giovani e senza esperienza, vagano in mezzo al campo e le vecchie glorie difettano di motivazioni e sembrano pensare alla riapertura invernale del mercato più che alle dinamiche di gioco. Unica attenuante: il caldo bollente dell’Olimpico. Osvaldo sembra l’ombra del giocatore visto in Spagna. De Rossi, ancora una volta migliore in campo, non incassa il rinnovo del contratto e Totti, malgrado l’appello all’unità lanciato dal leader giallorosso sul suo sito nei giorni scorsi, deve anche subire le pernacchie dell’allievo di Mourinho. «L’ho fatto giocare 90 minuti e ditemi voi – chiede l’ex allenatore del Barcellona B ai giornalisti – come ha giocato?». Poteva fare di più, gli risponde qualcuno. Certo. Ma di più dovrà fare anche Enrique se vuole, come suol dirsi, mangiare il panettone.
Nel frattempo i tifosi rumoreggiano e si consolano maramaldeggiando in rete: il commento più tranchant sul sito del Corriere dello Sport è di Legione1900: «DiBenede’… er dollaro sta sempre a circa 1,45 sull’euro… fai ancora in tempo zi’».
La verità vera, come si dice a Roma, è che la nostalgia sarà canaglia ma la Roma ispanoamericana fatica a conquistare i cuori giallorossi.
Roberto Alfatti Appetiti
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