Articolo di Michele De Feudis
Dal Secolo d'Italia del 10 gennaio 2012
Acerrimi rivali nella Liga, nella corsa alla Champions e anche nella contesa per il Pallone d'oro: Barcellona e Real Madrid si affrontano non solo sul campo di calcio ma anche trasformando lo spazio dei media in un eterno ring.
Ieri un nuovo duello. Leo Messi, campione argentino, calciatore universale in grado di bucare qualsiasi difesa come di sacrificarsi in un faticosissimo lavoro di interdizione, ha sbaragliato ancora una volta la concorrenza del "galactico" Cristiano Ronaldo nella corsa al Pallone d'oro, mentre l'altro concorrente era il compagno di "tic tac" Xavi. Questo traguardo, un vero "triplete", in passato era stato raggiunto consecutivamente solo da una stella della pelota come il francese Michel Platini, mentre anche gli olandesi Johan Cruyff e Marco Van Basten lo hanno vinto tre volte ma non di fila. L'acredine sportiva tra il club della capitale spagnola e i catalani ha portato l'allenatore Josè Mourinho e l'attaccante portoghese a disertare la cerimonia della Fifa a Zurigo (dove ci sarà l'italiano Simone Farina, simbolo del fair play per aver scoperchiato il caso del calcio scommesse nostrano) presentando una sorta di "giustifica" ideata per evitare di essere nel pubblico che applaude il doppio riconoscimento a Pep Guardiola come tecnico e alla "Pulce" come calciatore. I madrileni, infatti, oggi scenderanno in campo per l'appuntamento di Copa del Rey contro il Malaga, una modesta scusa per evitare di partecipare all'ennesimo giubileo del modello Barcellona.
Il primo pallone d'oro
Il premio fu istituito nel 1956 dalla rivista France Football: era riservato ai giocatori europei, con un'estensione della categoria che comprendeva anche gli oriundi. Il primo vincitore fu Stanley Matthews, ala destra del Blackpool e tra i calciatori più longevi della storia (appese le scarpette al chiodo solo dopo aver festeggiato le cinquanta primavere nello Stoke City). Gli fu assegnato quando aveva 41 anni: superò nella votazione di tre voti Di Stefano, 47 a 44. Negli almanacchi dell'esterno inglese resta anche la dizione "finale alla Mattews": durante la sfida decisiva per aggiudicarsi la FA Cup contro il Bolton (4-3) nello stadio di Wembley, l'attaccante del Blackpool Stan Mortensen segnò tre dei quattro gol, ma gli assist di tutte le reti portarono la firma del fenomeno di Hanley. Matthews ha giocato fino a 72 anni anche in partite amatoriali e si è fermato solo per un infortunio in una gara contro le vecchie glorie del Brasile, commentato con arguzia: «Una promettente carriera è stata interrotta». Negli ultimi della sua vita si dedicò a insegnare calcio a ragazzi delle periferie della sudafricana Soweto.
La storia di Messi in un libro
Tratteggiare la biografia di un "marziano" del calcio come Lionel Messi potrebbe, quasi per contrappasso, smitizzarne il personaggio. La storia sportiva di questo calciatore, argomento non centrale nel saggio di Sandro Modeo Il Barça (Isbn edizioni), è ora ampiamente raccontata in un libro del giornalista milanese Luca Caioli, Messi, il primo libro sul giocatore più forte del mondo (pp. 320, euro 17, Baldini Castoldi Dalai). L'opera, tradotta in oltre venti lingue e pubblicata in Giappone, Spagna, Argentina, Grecia, Corea del Sud, Cina e Gran Bretagna, ripercorre tutte le tappe, dai primi passi fino ai successi al Camp Nou, dell'estroso calciatore argentino. «Mio figlio non si rende conto della sua popolarità. Quando torna a Rosario vorrebbe andarsene a zonzo da queste parti, lungo via Avenida de San Martin con suo cugino Emanuel. Quando gli diciamo che è impossibile perché la gente non gli farebbe fare nemmeno due passi senza assediarlo, lui diventa di cattivo umore e si arrabbia. Non ha ancora preso coscienza di ciò che rappresenta»: così, nel volume, la madre Celia rivela la voglia di normalità che anima suo figlio, per niente a suo agio nel ruolo di inarrivabile supercampione. Umano, troppo umano, emerge dalle cronache dell'ultimo mondiale sudafricano. La Celeste venne eliminata con un netto 4-0 dalla Germania di Klose. La delusione per la Pulce fu enorme. «È stata molto dura vedere nello spogliatoio la disperazione di Messi. Qualcuno potrebbe pensare che non dovrebbe stare così male, visto che la vita ce l'ha risolta. Per questo io ho molta stima per ragazzi come lui, che pur guadagnando milioni di dollari stava piangendo un mare di lacrime, mostrando i sentimenti che aveva dentro di sé», racconta Fernando Signorini, preparatore atletico dell'Argentina.
I numeri del 10 "blaugrana"
Il Pallone d'Oro viene aggiudicato in base ai risultati sportivi della stagione 2011/2012. In questa annata Messi ha vinto la Supercoppa spagnola ad agosto, il Pallone d'oro a gennaio, ad aprile ha firmato una doppietta al Bernabeu in Champions League contro il Real Madrid, creando i presupposti per la conquista del trofeo il 28 maggio a Wembley contro il Manchester United. Si è anche aggiudicato il titolo di capocannoniere della competizione europea. Le statistiche riportano numeri da extraterrestre: cinquantacinque presenze e cinquantatré gol, una media di 0,96 reti a partita. In Champions ha perforato la rete avversaria dodici volte in tredici gare, in Copa del Rey sette centri in sette presenze, mentre nella Liga il bottino è di trentuno gol in trentatré giornate. Infine la Supercoppa iberica: tre gol in due incontri. Una pulce di un altro pianeta.
Michele De Feudis
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