venerdì 28 settembre 2007

Per farla finita con la sindrome dei reduci (di Conan)

Corsivo di Conan
Dal Secolo d'Italia di venerdì 28 settembre 2007

Ha ragione Ernesto Galli della Loggia (nella foto a sinistra) che sul Corriere della Sera di ieri si è scagliato contro il carattere irreale e archeologico di tanta parte delle parole e dei segni con cui comunica» la politica italiana. Sbigottisce - secondo il professore ed editorialista di via Solferino - il lezzo di «vecchio» e di «rancido» che pervade una penisola in cui «siamo tutti reduci» e in cui «non si butta mai nulla».
Galli della Loggia fa esempi precisi: «Le nostre idee non moriranno mai» spiegano quelli di Rifondazione mentre si organizzano «i volontari nazionali di Storace». Esempi giustti ma, a dire il vero, incompleti. Perchè il reducismo è una malattia trasversale che colpisce molti settori della politica italiana, non solo le ali estreme. Una malattia che si manifesta sopratutto nell'ossessione di salvaguardare fantomatiche identità inossidabili per spenderle al meglio sul mercato di una politica intesa come rendita di posizione. Una malattia psichica che, oltretutto, ha un pericoloso effetto collaterale: è proprio difendendo l'identità che si perde la memoria delle idee.
Per dirla tutta, insomma, il lezzo di cui parla Galli della Loggia viene anche da ogni tipo di rifondazione democristiana o nostalgia moderata per l'Italietta anni '50, anche dalle componenti del Pd che guardano a vecchi schemi, dai toni dei congressi dei socialisti e da quelli repubblicani, dalle disquisizioni sulle correnti che avviluppano ogni partito: come se ogni "zero virgola" del pensiero politico avesse potere di veto, come se ogni "zero virgola" potesse continuare a vivere in vecchie case ormai in rovina: cattolici democratici, socialisti, comunisti, marxisti-leninisti ed ecologisti... tutti si sforzano a difendere vecchi vessilli ottocenteschi senza mai cercare nuove sintesi, nuove sfide, inedite contaminazioni. Come il più stupido dei tre porcellini, tutti a difendere casette di paglia che sarebbero dovute venir giù con il vento della storia.
PS. Conan non sono io, né so di quale collega sia lo pseudonimo. Sta di fatto che i suoi corsivi sono sempre interessanti e intelligentemente "provocatori". Li pubblico (e raccolgo) qui con l'intento di sottrarli alla breve vita dei quotidiani e confidando di alimentare - se vi va - un confronto sui contenuti.

Nessun commento: