All'armi siam fumetti

All'armi siam fumetti (I libri de "Il fondo", pp. 210, € 12,50, gennaio 2011, distribuzione solo su IL MIO LIBRO http://www.ilmiolibro.it/)

Hanno detto:

"Con questo All'armi siam fumetti il nostro Roberto Alfatti Appetiti scardina definitivamente lo stereotipo secondo cui l'immaginario e i fenomeni della cultura popolare e di massa dovono essere considerati appannaggio esclusivo di critici e studiosi collocabili in un modo o nell'altro a sinistra".
Luciano Lanna (Secolo d'Italia)

"Ma chi è quel Parsifal, da intendersi come “puro folle” che ci si è messo d’impegno per fare tutto ciò? Roberto Alfatti Appetiti, giornalista del Secolo d’Italia. Soprattutto scandagliatore della machinerie pop, con l’animo dell’ebanista e non del killer, non svillaneggia “la parola avventura” onorando il sentimento artistico ed il lascito estetico di Hugo Pratt e di “Corto Maltese”. Tranquillamente sarebbe un perfetto Yanez de Gomeira e mi auguro che, prima o poi, un grande quotidiano possa affidargli una pagina o l’inserto sui fumetti".
Ivo Germano (Il Giornale dell'Umbria)

"Tanto più sferzante, quanto il tono signorile disegna con sagacia una traccia storica spesso depistata e scomodamente inattuale. Ci voleva l’“intelligenza dissoluta” di Alfatti Appetiti, per mandare gambe all’aria l’ordine dei segni che incardina il fumetto nelle camerette dell’adolescente brufoloso".
Francesco Lo Dico (Liberal)

"La cavalcata di All'Armi siam fumetti spazia su gran parte della produzione italiana e su alcuni importanti fumetti stranieri, senza trascurare i personaggi più di “rottura”, come Diabolik, Satanik e Kriminal, a conferma di come Alfatti Appetiti si sia specializzato da anni nell'approfondimento di vari aspetti della cultura popolare anche curando un frequentato e apprezzato blog letterario come L'eminente dignità del provvisorio".
Silvio Botto (Linea)

"Una fabbrica di erranti, li chiama Alfatti Appetiti, di irregolari, spiriti liberi, ribelli disincantati, libertari, fuorilegge, individualisti senza alcun senso del collettivo. Non a caso nascono quasi tutti in quel favoloso trentennio quando la cultura italiana occupa un ruolo centrale a livello internazionale e che va dai primi anni ’60 con la ripresa delle lotte sociali, attraversa i conflitti irriducibili degli “anni di piombo”, fino ad arrivare alla esplosione dei rave illegali dei primi anni ’90".
Massimo Ilardi (gli Altri)

"Il Secolo d’Italia vende poche copie ma, almeno per quanto riguarda le pagine culturali, è un vero peccato. Come dimostra Roberto Alfatti Appetiti che ha raccolto i suoi articoli sulle “nuvolette parlanti” e le interviste a big del settore quali Sergio Bonelli o Gianfranco Manfredi in un’antologia che spazia da Hugo Pratt a Max Bunker, da Demian ai giapponesi Holly e Benjji. Tutti analizzati nei dettagli con acribia e gusto per il particolare nascosto".
Miska Ruggeri (Libero)

"Questo di Alfatti Appetiti è un libro schiettamente fazioso. E non c'è niente di male in questo. Personalmente, trovo molto più discutibile l'approccio di alcuni presunti studiosi del nostro settore che, dietro una parvenza di distacco, continuano ad operare nel segno di quella critica vetero-comunista che, in special modo negli anni '70, tanti disastri ha fatto in ambito culturale (tra cui, mettere all'indice autori maestosi come Sam Peckimpah, John Milius, Clint Eastwood e via dicendo)".
Roberto Recchioni (Dalla parte di Asso Merrill

"Roberto Alfatti Appetiti è la vera novità, tutta da scoprire, nell’ambito del giornalismo di professione che si occupa di fumetto. Il giornalista del Secolo con una prosa avvincente riesce a trasportare il lettore nel mondo immaginato degli ultimi eroi d’inchiostro permeando l’atmosfera di quella sana patina genuinamente trasognata che fa solo bene alla diffusione di un genere di intrattenimento come il fumetto che è arte e come ogni forma d’arte, nonostante sia una delle più giovani, sa parlare a tutti in una dimensione estetica che è soprattutto popolare".
Giorgio Messina (Fumetto d'Autore)

"Il libro di Roberto Alfatti Appetiti è un omaggio commovente a quell’avventura senza tempo che vive nei cosiddetti giornalini o giornaletti, ultimo baluardo della cultura cartacea in un mondo che ormai entra tutto in una chiavetta usb, tanto i suoi orizzonti sono stretti".
Adolfo Spezzaferro (La discussione)

"Roberto Alfatti Appetiti tratta di fumetti con uno stile bello e chiaro, lontano dalla superficialità della nota commissionata, ma anche da certo linguaggio ipersettario e autoreferenziale di certa stampa che troppo spesso si dimentica che un articolo serve soprattutto a comunicare".
Claudio Ughetto (scrittore)

"Roberto Alfatti Appetiti ha poco più di quarant’anni, è giornalista e scrittore e al tempo del primo numero di Linus (aprile 1965) non è ancora nato; lui però “appartiene” lo stesso, in pieno, alla generazione Umberto Eco e Oreste Del Buono, quella cioè che ha insegnato a tutti noi a prendere i fumetti completamente sul serio".
Marco Iacona (il futurista)

"Un libro che ha il grande merito di raccontare una porzione di storia storica ed artistica del nostro Paese, di suggerire prospettive, fantastiche eppur pregne di lucidità analitica, da parte di coloro che hanno fatto e continuano a fare di un mondo di nuvole e parole all’apparenza innocue, uno strumento potente e imprescindibile di introspezione del reale".
Domenico Paris (L'Occidentale)

"In un periodo segnato dall'incalzante successo di tablet, ebooks e pubblicazioni online, Roberto Alfatti Appetiti ci accompagna in questo mondo di carta abitato dagli ultimi eroi di inchiostro, uno dei patrimoni della nostra cultura, un fenomeno da difendere e valorizzare".
Matteo Mascia (Rinascita)

"Quello in cui ci condice Roberto Alfatti Appetiti è un viaggio bellissimo e malinconico all’interno della storia del fumetto italiano ed internazionale. Una serie di scritti sempre precisi e puntali che si alternano ad interviste mai banali per raccontare un mondo, quello del fumetto, che ancora oggi riesce a trasmettere un fascino ed una poesia senza pari".
Giacomo Brunoro (Sugarpulp)

Roberto Alfatti Appetiti, prima d’essere giornalista, padre di famiglia e saggista, è un gran fumettaro. Un fumettaro impenitente che ama il fumetto e non fa che leggerne e parlarne, sognando di guadagnare alla causa neofiti e ritrosi... Ecco: avventura, evasione e immaginario sono le tre parole fondamentali nell'estetica e nella poetica di Alfatti Appetiti.
Gianfranco Franchi (Lankelot)

"L’approccio cultural-politologico di Alfatti Appetiti non si limita a costituire una puerile «raccolta di figurine» di opposto colore, ma nel restituire la diversa fortuna di personaggi e storie si spinge oltre, fino ad affermare che il fumetto, può essere sì puro (e legittimo!) disimpegno ed evasione, senza pretese pedagogiche o demagogiche, ma anche costituire un mezzo per approfondire tematiche importanti".
Andrea Virga (Augusto

"Occhio attento e sempre trasversale del Secolo d’Italia, Roberto Alfatti Appetiti raccoglie in ALL’ARMI SIAM FUMETTI (Il Fondo) un sentimento di controtendenza e rivolta che a un lettore attento non può di certo sfuggire".
Alex Pietrogiacomi

"Con sapiente leggerezza di scrittura si muove tra le varie e ricche fenomenologie di Andy Capp, Tex, Zagor, Mister No, Dylan Dog, eccetera. Senza però mai "caricarle" di misteriosi significati, decifrabili solo da pochi sacerdoti. Per Alfatti Appetiti quel che conta è la persona: dall’autore al lettore".
Carlo Gambescia (Metapolitics)

Di che si tratta? Di una raccolta dei miei "pezzi" pubblicati negli ultimi anni sul mondo delle nuvole parlanti, con interviste a editori, autori, sceneggiatori, disegnatori... Il volume si apre con un saggio introduttivo (ovviamente inedito) di Roberto Recchioni, autore di John Doe e sceneggiatore di punta di Dylan Dog, e con la prefazione di Errico Passaro, giornalista e scrittore. La realizzazione della copertina è stata curata da Sebastiano Messina (l'immagine di John Doe è di Massimo Carnevale, ex copertinista di Doe, che ringraziamo per averci regalato la disponibilità della tavola. E un grazie, ovviamente, anche ad Enzo Marino dell'Aurea Editoriale).
I libri de “Il Fondo” sono editi e curati da Miro Renzaglia.
Vi auguro buona lettura.
Roberto

Leggi tutte le recensioni e interviste in ordine di pubblicazione:
ERRICO PASSARO SU AREA (PREFAZIONE)
SILVIO BOTTO SU LINEA QUOTIDIANO
SIMONE MIGLIORATO SUL FONDO (INTERVISTA)
LUCIANO LANNA SUL SECOLO D'ITALIA
GIORGIO MESSINA SU FUMETTO D'AUTORE (RECENSIONE)
GIORGIO MESSINA SU FUMETTO D'AUTORE (INTERVISTA)
GIACOMO BRUNORO SU SUGARPULP (RECENSIONE)
MATTEO MASCIA SU RINASCITA (RECENSIONE)
CLAUDIO UGHETTO (RECENSIONE)
FRANCESCO LO DICO SU LIBERAL (RECENSIONE)
ANDREA VIRGA SU AUGUSTO (RECENSIONE)
MISKA RUGGERI SU LIBERO (RECENSIONE)
IVO GERMANO SU IL GIORNALE DELL'UMBRIA (RECENSIONE)
GIANFRANCO FRANCHI SU LANKELOT (RECENSIONE)
CARLO GAMBESCIA SU METAPOLITICS (RECENSIONE)
MASSIMO ILARDI SU GLI ALTRI (RECENSIONE)
MICHELE DE FEUDIS SU EPOLIS BARI (RECENSIONE)
ROBERTO RECCHIONI SU DALLA PARTE DI ASSO MERRILL (RECENSIONE)
DOMENICO PARIS SU L'OCCIDENTALE (RECENSIONE)
ADOLFO SPEZZAFERRO SU LA DISCUSSIONE (RECENSIONE)
MARCO IACONA SU IL FUTURISTA (RECENSIONE)

Dimenticavo. Chi volesse ricevere una copia per recensione può rivolgersi direttamente a me.