giovedì 8 novembre 2007

Estremismo, malattia da smemorati (di Conan)

Corsivo di Conan
Dal Secolo d'Italia di giovedì 8 novembre

«Scusate ragazzi, ma anche il conte Dracula “eroe europeo contro l’invasione turca” era romeno», verrebbe da dire agli autori anonimi delle scritte anti-romene apparse sui muri della capitale che confondono rumeni (cittadini della Romania) e rom (gli zingari provenienti dalla Romania) nella definizione comune di romeni. Ma molto probabilmente sarebbe inutile, la miopia estremistica non ha limiti: le mani anonime che vergano con croce celtica insulti generici contro i romeni non si sono dimenticate solo dell’infatuazione culturale della destra estrema per il principe Vlad Tepes III Dracula, figlio di Vlad Drakul, principe di Valacchia. C’è infatti molto di più. «Che c’azzecca», avrebbe detto un Di Pietro d’annata. In effetti, a ben pensare, quelle croci celtiche a suggello delle scritte antiromene sui muri delle città italiane sono a dir poco sintomo di iato culturale, quando non di vera e propria schizofrenia intellettuale. E allora alcuni interrogativi sono inevitabili. Ma come, una destra estrema, cresciuta proprio nel mito ossessivo delle Guardie di Ferro del romeno Corneliu Zelea Codreanu (immagine a destra) - come è stato registrato ieri sul Riformista – adesso non esita a sparare a zero contro quel popolo tout court? Miracolo negativo dell’estremismo psicologico che preferisce creare nemici piuttosto che analizzare la complessità. E non è tutto. Chi oggi evoca la caccia al romeno dimentica tante altre fascinazioni intellettuali della destra (non solo di quella estrema). Vengono d’un tratto cancellate le letture del romeno Vintila Horia, autore di Dio è nato in esilio, che negli anni Trenta esaltò il fascismo italiano e Mussolini e poi fini in esilio da anticomunista. E cancellata la passione per i testi anti-utopistici del romeno Emil Cioran (nella vignetta). Buttati poi nel cestino l’opera di Eugène Ionesco insieme ai saggi sulla storia delle religioni e sul mito come apparizione del sacro del grande (romeno) Mircea Eliade. Ecco l’ennesimo effetto insano dell’estremismo politico: non esita a vampirizzare (do you remember Dracula?) una cultura, cancellandola e annullandola. In nome dell’odio per un “altro” che solo ieri era considerato un compagno (o camerata) di strada.
PS. Conan non sono io, né so di quale collega sia lo pseudonimo. Sta di fatto che i suoi corsivi sono sempre interessanti e intelligentemente "provocatori". Li pubblico (e raccolgo) qui con l'intento di sottrarli alla breve vita dei quotidiani e confidando di alimentare - se vi va - un confronto sui contenuti.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

L'immaginario collettivo ha trasformato Dracula in un mostro assetato di sangue quando invece era colui che per primo dopo la caduta di Costantinopoli difese l'Europa e la Cristianità dai turchi. A renderlo un mostro furono proprio coloro per cui lui aveva combattuto.

Lucius de Geer ha detto...

Bhè...nel mio ultimo post ho tirato fuori un fatto personale; se mio papà era un marinaio della cornovaglia, mia madre era una strega prostituta gitana, zingara...

Roberto Alfatti Appetiti ha detto...

:))