Dal Secolo d'Italia di martedì 4 dicembre 2007
Che l'allarme insicurezza in Italia abbia superato il livello di guardia e che il tema della legalità sia in testa alle proccupazioni sociali della gente ce lo dimostrano anche Alan Ford con il suo Gruppo Tnt. Non è una provocazione la nostra, ma la conferma di quanto la cultura popolare e di massa riescano a cogliere gli umori profondi della società civile e ad anticipare i rivolgimenti politici del quadro politico molto più di tanti politologi o analisti del giorno dopo. Basta andare in edicola, infatti, e procurarsi l'ultimo numero - il 462 per la precisione - di Alan Ford, il pocket a fumetti, fondato, diretto e scritto da ben 38 anni da Luciano Secchi/Max Bunker.
Ebbene, dopo diversi numeri dai quali era sparito dalle pagine dell'albo lo spazio "Chez Max", in cui Bunker commenta l'attualità non solo fumettistica, la rubrica ora torna con un taglio decisamente di denuncia sociale. «Arrivano ormai con regolarità - avvisa Secchi - lettere di protesta contro la classe politica». Dati alla mano, assicura il direttore, a migliaia i lettori, soprattutto gli ultratrentenni, di Alan Ford avrebbero inondato la redazione di lettere di denuncia, accusando la classe dirigente «di essere in combutta o addirittura di organizzare l'immigrazione clandestina, di foraggiare gli spacciatori di droga, di fare leggi che tutelino i delinquenti, di fregarsene altamente dei cittadini».
In questo "cahier des doleance", assicura Secchi, «i buoni sono i carabinieri e i poliziotti che però - stando alle migliaia di lettere - vengono umiliati nel loro lavoro, con sentenze che lasciano campo libero ad assassini e delinquenti veri, vanificando la loro abnegazione...». Come se non bastasse, lo stesso Max alla pagina seguente recensisce Il buio dell'anima, il film interpretato da Jodie Foster, e commenta: «Le critiche l'hanno qualificato una sorta di "giustiziere della notte". Quello che invece non è stato adeguatamente segnalato - precisa Bunker - è che nell'ipergarantistica America sta succedendo quello che sta accadendo un po' dapertutto, ovvero ci si accorge che i diritti così abbondantemente elargiti garantiscono i delinquenti a danno delle persone oneste e che, come sostiene una forte corrente di pensiero americana, la giustizia fai da te ha ragion d'essere se la giustizia ufficiale non è in grado di assolvere il suo compito».
Alan Ford, insomma, torna a registerare lo stato d'animo della società civile così come aveva fatto per oltre trent'anni. Era il remoto maggio del 1969 quando infatti arrivò in edicola il primo numero dell'albo a fumetti, da allora uscito regolarmente con oltre 400 numeri originali. «Oltre 30 anni sembrano volati, il costume italiano è internazionale, è cambiato parecchio...», ha constatato tempo fa Luciano Secchi, sempre curioso di ogni cambiamento sociale: «Era l'autunno del '68, periodo freddo, ma piuttosto caldo, secondo il punto di vista da cui lo si analizza...». E dietro e oltre le storie dell'agente segreto Alan Ford e della sgangherata struttura in cui lavora, il Gruppo Tnt, sono state rappresentate negli anni - mascherate in una New York tutta italiana - tutte le fasi attraversate dalla nostra società: dalla contestazione alla modernizzazione, dal terrorismo alla corruzione partitocratica, dalla strategia della tensione al monopolismo dell'informazione. E adesso, novembre 2007, è la volta della denuncia sull'insicurezza che attanaglia i cittadini. Una scelta di campo che viene rafforzata dall'aggiunta finale nell'albo di una nuova rubrica satirica - "Pissi-pissi bao-bao. Ciò che si sussurra in giro" - con un titolo che è un altro allarme: «Altro indulto in vista?». E qui si legge: «Visto com'è stato preso dalla popolazione tutta l'indulto, i ministri e non che ci governano stanno prendendo in esame la possibilità di derubricare i reati, che quindi possono essere pagati con una multa e niente carcere. Ci sono vari progetti allo studio, uno di questi è filtrato dalla stanza dei bottoni e prevederebbe quanto segue. Per quanto riguarda gli omicidi, se compiuti dalle 10 alle 12 della mattina, niente carcerazione, arresti domiciliari e multa di 500 euro. Per omicidi di massa, sconto del 20 per cento». La satira, poi prosegue, con la derubricazione che riguarderebbe rapine, spaccio di droga, prostituzione, immigrazione clandestina, schiamazzi notturni, graffiti e spazzatura differenziata...
Insomma, se un fumetto popolarissimo che circola tra tantissimi ragazzi (e non solo) registra questi stati d'animo occorre, e da subito, comprendere che il fenomeno sta montando e sollecita la politica ad affrontarlo come si deve. La cultura popolare - e le lettere dei lettori - anticipa quanto i sociologi come Ilvo Diamanti (foto a lato) stanno cominciando a definire. Su Repubblica di domenica, Diamanti ha infatti parlato di «segnali di decomposizione». L'Italia non sarebbe la Francia, a suo dire, «ma si sta avviando lungo un cammino altrettanto rischioso». Il Paese di starebbe infatti trasformando in una periferia infinita «che produce sradicamento, indebolisce il controllo sociale, non contrasta la diffusione di comportamenti violenti». Diamanti conclude l'analisi sottolineando l'insensibilità dell'attuale classe dirigente, definita incapace di riconoscere i problemi, «preferendo negarli, per opportunismo». Le parole del sociologo sono più o meno le stesse di Alan Ford: o il mondo è impazzito, o in Italia c'è un problema così macroscopico che nessuno può permettersi di ignorarlo.
Luciano Lanna, laureato in filosofia, giornalista professionista dal 1992 e scrittore (autore, con Filippo Rossi, del saggio dizionario Fascisti immaginari. Tutto quello che c'è da sapere sulla destra. Vallecchi 2004), oltre ad aver lavorato in quotidiani e riviste, si è occupato di comunicazione politica e ha collaborato con trasmissioni radiofoniche e televisive della Rai. Già caporedattore del bimestrale di cultura politica Ideazione e vice direttore del quotidiano L'Indipendente, è direttore responsabile del Secolo d'Italia.
1 commento:
Stamattina ho trovato, su Arianna, un interessante commento di Gambescia su quest'articolo.
www.ariannaeditrice.it
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