«I fatti non esistono, esistono solo le interpretazioni», diceva Nietzsche, in evidente spirito antipositivo, anticipando profeticamente, com’era suo uso, vicende che sono ormai di una familiarità prossima alla noia. Quindi, non è per correggerlo ma per ribadirlo alla luce della contemporaneità che mi azzardo ad affermare che, fosse vivo oggi, avrebbe potuto apportare al suo aforisma una piccola variante che farebbe recitare il detto, probabilmente, così: «I fatti non esistono, esistono solo le informazioni…».
Ma, poi: chi può dire di saper distinguere veramente la differenza fra informazione e interpretazione? Ricordo, me ancora imberbe, e quindi non ancora traviato dall’assuefazione alle corbellerie, aver sentito pronunciare pure assurdità con il sigillo dogmatico dell’enunciato: «lo ha detto la televisione», quasi fosse, l’elettrodomestico, il portatore di verità indiscutibili. Sono cambiate di molto le cose da allora? Non mi sembra…
Prendete i fatti di Verona che sono costati la vita al povero Nicola Tommasoli e sopraggiungeteli a quelli immediatamente successivi di Roma: al Pigneto, prima e alla Sapienza, poi. Leggeteli secondo le interpretazioni sfornate a caldo dai media: naziskin accaniti contro un coetaneo colpevole di codino nella città scaligera; beceri razzisti all’assalto del marocchino per insondabili motivazioni di identità emocratica e fascisti forti e nuovi all’assalto della pacifica pattuglia di democratici in libera attività di rimozione manifesti nella Capitale… [Continua a leggere su Il fondo]
Ma, poi: chi può dire di saper distinguere veramente la differenza fra informazione e interpretazione? Ricordo, me ancora imberbe, e quindi non ancora traviato dall’assuefazione alle corbellerie, aver sentito pronunciare pure assurdità con il sigillo dogmatico dell’enunciato: «lo ha detto la televisione», quasi fosse, l’elettrodomestico, il portatore di verità indiscutibili. Sono cambiate di molto le cose da allora? Non mi sembra…
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