Articolo di Andrea Colombo
L’articolo che segue sarà pubblicato sul settimanale Gli Altri venerdì prossimo 2 luglio. E’ proposto in anteprima su il Fondo Magazine del 28 giugno 2010 per gentile disponibilità dell’Autore e della Direzione.
Certo che sono strani questi “fascisti del terzo millennio”, almeno per come appaiono in Fuori dal cerchio. Viaggio nella destra radicale italiana (Elliot, pp.382, euro 18.50). E’ opportuno notare che tanto il titolo della lunga e dettagliata inchiesta è fedele al testo, quanto infedele e anzi fuorviante è il sottotitolo. Oggetto della stessa, infatti, non sono le organizzazioni arcaiche della destra fascista, da Forza Nuova a Milizia, ma l’unica che abbia rotto con quella tradizione sino al dichiararsi sì radicale, però non più “di destra”. L’autore, Nicola Antolini, è un uomo di sinistra, già militante e consigliere comunale del Pci a Modena. Non pentito, però nemmeno attaccato col Bostik alle certezza identitarie dell’altroieri. Ha ricercato e poi scritto non per sostenere o combattere, ma per capire, come si dovrebbe fare d’abitudine e invece quando capita c’è da stappare lo champagne.
Strani, anomali e verrebbe quasi da chiedersi se davvero fascisti. Tali orgogliosamente si dichiarano, sia chiaro, e i riferimenti al ventennio sono frequentissimi, anche se a conti fatti non vanno molto oltre quello che, in privato, ammettono anche moltissimi “antifascisti”, e anche se poi ipocrisia e opportunismo gli impediscono di dirlo apertamente: e cioè che il fascismo mussoliniano non fu solo olio di ricino e santo manganello, milizia e difesa della razza, ma anche futurismo, pulsioni ribelli, introduzione dello stato sociale, modernizzazione, politiche amministrative, abitative e urbanistiche tutt’altro che da buttar via. Tutte ovvietà, ma solo a fartele scappare, puoi star certo che ti ritrovi appesa la nomea di revisionista, traditore, fiancheggiatore, venduto e via delirando...
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