lunedì 9 agosto 2010

The Clash: un passato da ricordare e un futuro tutto da scrivere (di Graziella Balestrieri)

Articolo di Graziella Balestrieri
per L'eminente dignità del provvisorio

Era una musicassetta da 70 della Sony, titoli in rosso, una grande scritta nera: The Clash. Avere quindici anni e la sincerità giusta per ascoltarli. Una musicassetta rubata al fratellone divenne in quel momento uno strumento, riuscendo a capire per la prima volta che la musica poteva e sapeva darti qualcosa, fosse solo un urlo, un momento di rabbia furiosa, una riflessione venuta male, ma quel momento era, a quell’età, una cosa tua. Non era più il combattere, ma l’aver preso coscienza del potere ed essere in grado di farlo. In questo caso il comprendere divenne fondamentale, rendersi conto di dover ragionare sulle cose che ti stavano intorno che non erano più i giochi. Iniziava una fase che in maniera tormentata ti portava a sapere e voler sapere. Curiosità per molti, invece fu presa di coscienza per tanti. Esagerazione per un gruppo musicale?

Non credo proprio, se stiamo parlando di un gruppo i cui testi politicamente erano in grado di farti capire cose che la politica e la tv non riusciranno mai a trasmettere. Schierati, vero. Forse era quello che dei Clash più rimane impresso. La loro presa di posizione. Cosa che ora il mercato globalizzato della musica non permetterebbe più. Chi farebbe mai un album intitolandolo Sandinista?
Con il punk nichilista dei Sex Pistols poco avevano a che fare, anche perché i compari di Sid Vicious sono stati solo un prodotto da mercato di quel Malcolm Mc Claren che l’occhio lungo per i soldi lo aveva da tempo. Così, finita la sbornia dei Sex Pistols, una garage band i Clash; che non avevano futuro a detta dei “maghi” della discografia, il futuro lo avrebbero riscritto!
Impressionava e impressionante lo era davvero, Joe Strummer, cantante dei Clash, figlio di un diplomatico inglese, svagato ragazzo che se ne andò di casa dopo il suicido del fratello, estremista di destra. A guardarlo era come dire: ecco così sono i Clash. Era incazzato, sigaretta alla mano, giornale, ma negli occhi quella piccola tristezza che ti porta a pensare: a che serve urlare se poi nessuno ti ascolta? Eppure l’incazzatura, quel pensiero venuto male, ti porta a rialzarti. Ti porta a non stare seduto e non schiacciare il tuo pensiero. Musicalmente perfetti nell’album London Calling, e ancor di più la perfezione e la ricerca raggiunta in Sandinista, possono dare il senso reale della musica. La musica, del resto, è curiosità, passione, distruzione e ricostruzione. La musica è impegno, un testo che scorre come acqua vitale, qualcosa che disseta persino i palati più aridi. I Clash erano tutto questo. Nessuna ricorrenza particolare, nessun anniversario del gruppo, né tanto meno di Joe Strummer, morto a soli 50 anni, solo che …
Quando ci si rende conto che nella vita non è importante l’ideale ma il prendere posizione sulle cose, che hai la libertà di poter agire e parlare, allora i Clash possono diventare la colonna sonora perfetta; come avrebbe detto Joe Strummer “Hai il diritto di parlare liberamente, sempre che non ti venga tappata la bocca e mentre ci provi, ascolta e SCAPPA”. La musica dei Clash è questo: una fuga verso qualcosa di più giusto, e se anche con affanno quel qualcosa una volta raggiunto è tuo e ti spetta di diritto.
Graziella Balestrieri

2 commenti:

A Lombardi ha detto...

Boh, per la verità più che "schierati" politicamente, i Clash erano schierati con loro stessi; furono tra i pochi gruppi Punk (inizialmente Punk, perlomeno) a capire subito le regole del business, proprio come -e non contro, come scritto nell'articoletto (approposito, non Mc Claren ma McLaren)- i Pistols. Altra storia i Crass, loro sì veramente impegnati.
Su Sandinista, ci sono schiere di gruppi e gruppetti che intitolano oggi i loro album a rivoluzionari di turno... Sul "nessuna ricorrenza particolare", nel 2008 è uscito il loro libro-storia ufficiale.

Comunque, articolo scritto con passione!

Emanuele Capoano ha detto...

A Firenze incontrai la figlia del chitarrista dei Clash...camminava con le scarpe slacciate e rotte. Però poteva comprarsene quante poteva. Era una tipa interessante. Chissà quale città starà calpestando, in questo momento.