lunedì 13 settembre 2010

Figli ribelli e genitori protettivi. Il valore della scuola (di Emanuele Capuano)

Articolo di Emanuele Capuano


Chi era Franti? Chi non ricorda il romanzo epico “Cuore” di De Amicis che ci ha fatto emozionare a 11 anni. I meno giovani lo avranno anche visto in una edizione televisiva (quando le fiction si chiamavano sceneggiato) con Johnny Dorelli nei panni del maestro. Oggi i Franti italiani sono più di 60mila: quelli che hanno ottenuto il 5 in condotta. Così dice il Ministero della Pubblica Istruzione. La cosa curiosa di queste rilevazioni è che capita sempre di leggere che in un anno sono aumentati di 11 mila o un altro numero impressionante. E tutti a dire “ma dai, così tanti in un anno? Ma com’è possibile…non ce n’eravamo accorti”. Amiamo la sindrome del vicino di casa tutto casa e chiesa, del “era un bravo ragazzo, non ce n’eravamo accorti”. Ma da cosa dipende questo crollo in condotta? Troppi bulli?
Intanto guai a cadere nel gioco della contrapposizione ideologica tra rigore e lassismo, punizione e laissez-passer, che poi è lo stesso del braccio di ferro tra destra muscolare e sinistra comprensiva. Sugli schiaffi e punizioni dei genitori, già si è discusso ampiamente QUI
Il responsabile d’istituto di una scuola americana, a fronte dell’altissimo numero di bocciati ha deciso di licenziare in tronco tutto il corpo docente. Si sa, negli Stati Uniti uno studente può mandare a casa un professore se non è capace. In alcuni paesi orientali, il contrario: lo studente si genuflette al professore. Questioni culturali.
Ma lo sport che si sta vivendo in quest’ultimo decennio italiano è quello di andare contro il professore in ogni senso, e non lo dico io ma molti giovani professori precari che mi raccontanto spesso di sentirsi frustrati nel voler punire uno studente ribelle e scapestrato, il Lucignolo pinocchiesco che rovina l’ambiente della classe. (Qui un video che vi spiegherà chi erano i cattivi, dietro lo schermo: LA VERA STORIA DI UN ALTRO LUCIGNOLO)
Perché dunque? Perché il giorno dopo arriverà il genitore che di sicuro, dopo aver visto 300 volte la stessa puntata di Uomini e donne su Canale5, rimbambito così com’è, se la prenderà col docile ma severo docente. E qui scatta la frase che odiamo pronunciare quando si va più in là con l’età: “ai miei tempi” era il contrario, se solo il mio professore chiamava o minacciava di chiamare mio padre significava che a casa ero fritto. Ora invece c’è troppo Paternalismo? Protezione? Cos’è?
Riportiamo un passo di un libro di cui non vi dirò l’autore manco sotto tortura: “una volta non sarebbe mai accaduto che un padre aggredisse il preside, per aver sospeso dalla scuola il figlio autore di atti di bullismo e teppismo, o che gli insegnanti subissero intimidazioni da genitori iperprotettivi pronti a soccorrere il figliolo per l’ingiusta punizione a seguito di un grave atto di indisciplina o per la bocciatura a causa di uno scadente rendimento scolastico. Oggi invece ci sono molti ventenni e trentenni mantenuti da stipendi del padre o della madre”.
Emanuele Capoano

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