giovedì 13 gennaio 2011

Dimmi cosa leggi in metropolitana e io ti racconterò quale faccia hai (di Vittorio Macioce)

Articolo di Vittorio Macioce
Da il Giornale di martedì 11 gennaio 2011
Chi è il tuo lettore? Quan­do uno scrive forse non ci pen­sa. Ha in testa l’anonimo spec­chio di se stesso. Le statistiche dicono che gli italiani non so­no un popolo di lettori. Dician­nove milioni? Forse di più? Ma questi sono numeri.Un’al­tra cosa è vederli in faccia. Im­maginate se qualcuno ve li rac­conta. Così.
Un uomo di trent’anni sta leggendo un li­bro sulla filosofia, l’autore non si riesce a decifrare, occhi celesti, braccialetti di cuoio ai polsi e fede all’anulare. Calza All Star usatissime, all’origine dovevano essere verdi o giallo chiare. Il libro rosso scuro è molto vecchio e rovinato, non ha più la costa laterale e gli an­goli sono senza rivestimento. È a pagina 941, circa a metà li­bro, dove c’è un confronto fra Rousseau, Hume e Kant. È quello che sta accadendo su un blog che si chiama "Li­bri in metro". Lo trovate an­che su Facebook e Twitter e racconta cosa leggono i pas­seggeri nei vagoni affollati. Non dite a che serve. È un otti­mo indice di qualità, «perché se qualcuno è disposto a sgo­mit­are dentro una metro affol­lata per farsi spazio e leggere il suo libro, quel libro vale!». Ma non è solo questo. È una pola­roid del singolo lettore. C’è il libro e c’è la descrizione bre­ve, sinottica, di chi sta lì con il romanzo o il saggio mentre la metro corre e la giornata sta per finire o deve ancora davve­ro incominciare, tra i suonato­ri di organetto e la signora di­sgustata perché lo studente ca­ciaroso non sente l’educazio­ne di cedergli il posto. Sono frammenti di mondo raccon­tati dalla metropolitana, co­me in Manhattan Transfer di Dos Passos. Eccoli, allora. Il 31 dicem­bre 2010, in un pomeriggio di quasi cenone, Maramarzo scrive: «Libro. La biblioteca dei morti di Glenn. Lettrice. Ragazza acqua e sapone, sui 23 anni. Capelli lisci neri, sciarpa violetta e mega borsa nera con “Ilove NY”.Vicino a lei una signora molto più ag­gressive nello stile leggeva Ca­nale Mussolini di Pennac­chi. Accanto a loro altre due persone immerse in libri. Ho avuto l’impressione che fos­sero tutti regali di Natale». Tre giorni prima, sempre sul­la tratta della linea B di Ro­ma, c’è uno che presto sogna di partire. «Libro. Il Giappo­nese Senza Sforzo Volume 1. Lettore: uomo sui 45 anni. Av­volto in una giacca di pelle chiara con risvolti di pellic­cetta, dall’aspetto molto cal­da. Calzava scarpe da trekking e sul naso aveva oc­chiali tondi e piccoli. Il libro era appoggiato sullo zaino che a sua volta era sulle ginoc­chia. Era quasi alla fine del suo volume, sembra pronto per partire per il Giappone». Vanno raccontati così, co­me li vedi. Nove dicembre: « Fl­atlandia: Racconto fantastico a più dimensioni di Abbott. Lettore: Ragazzo capelli scuri moto corti, probabilmente non arrivava ai 20 anni. Indos­sava una felpa nera con cap­puccio. Sullo zaino azzurro cielo aveva degli adesivi anti ri­forma Gelmini». Sette dicem­bre: «L’eredità del suonatore di campane di Giuseppe Lis­sandrello. Lettore: ragazzo, sui 23 anni. Indossava una di­visa militare. Era alto e magro con capelli scuri. Dopo Pira­mide gli è suonato il cellulare. Nelle sue parole un accento to­scano ». Sei dicembre: «Libro: Il primo giorno del resto della mia vita, di Druznikov Jurij. Lettrice: Donna sui 55 anni. In­cappottata alla massima po­tenza e con triplo giro di wal­zer di sciarpa. Aveva unghie lunghe ma senza smalto. Om­bretto e orecchini scintillava­no di viola. Occhiali leggeri poggiati sul punta del naso, ogni tanto guardava fuori dal finestrino». Undici novem­bre: «Il piacere di uccidere di John Sandford . Lettore: uomo sui 55 anni. Capelli bianchi e radi, molto serio. Accanto a lui sedeva una signora di colo­re con un bimbo infagottato e con n grande ciuccio azzurro, di circa 2 anni, in braccio. Il bambino, che generava i sorri­si di tutti i presenti nel vagone, era attirato dal libro. Con il suo piccolo dito seguiva il bor­do della spessa copertina e l’uomo lo lasciava fare senza sorridere ma con un sguardo felice». Dieci novembre: «L’impero dei numeri, di De­nis Guedj. Lettore: uomo sui 30 anni. Capelli ricci castani un po’ lunghi. Aveva occhi az­zurri e barba folta e scura. Sul­la gi­acca di tessuto tipo milita­re due piccole pins con raffigu­rate biciclette stilizzate (forse fan del critical mass?). All’anu­lare una fedina d’argento». Ot­to novembre. «Battle Royale di Koushun Takami. Lettore: uomo, forse 35 anni. Cravatta rossa e giacca verde di velluto. Occhi marroni accesissimi che attraversavano le lenti doppie degli occhiali con montatura spessa. Ascoltava musica attraverso un lettore mp3 e canticchiava a bassissi­ma voce. Ma io che ero vicina a lui, e che sapevo a memoria il pezzo, ho riconosciuto que­sti versi: “Dentro me segni di fuoco è l’acqua che li spegne se vuoi farli bruciare tu lasciali nell’ aria oppure sulla terra”». Come vedete non ci sono best seller. I personaggi han­no in comune poco, non so­no un tipo ideale. La prima os­servazione risale al 29 mag­gio. Lettera a una professores­sa di Don Milani. La donna ha capelli lunghi e neri. Non conosciamo le loro storie. Ma su una cosa almeno si può convenire: avresti voglia di scambiare due chiacchiere con loro. Invitarli a cena. For­se, chissà, magari diventarci amico, o innamorarti. Reste­ranno solo passeggeri di una metropolitana, ritratti fugaci dell’Italia che legge. E un pen­siero. Ventinove settembre. «Scienza e sentimento, di Pa­scale Antonio. Lettrice: ragaz­za sui 25 anni. Molto bella, ca­pelli lunghi castani a boccoli, con un neo perfetto sopra la bocca carnosa e lucidata con abbondante lipstick. Indossa­va d­ei pantaloni bianchi e ma­glietta e borsa a tracolla gran­de a sacco, entrambe marro­ni. Nota: era l’unica in tutto il vagone ad avere le scarpe aperte, Birkenstock. Nota 2: Leggeva con molto interesse, aggrottava la fronte, strizzava gli occhi e inclinava gli angoli della bocca all’ingiù». Come fai a non innamorarti di una ragazza così?
Vittorio Macioce

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