domenica 2 gennaio 2011

Marshall McLuhan, magica attualità di un centenario (di Nuccio Bovalino)

Articolo di Nuccio Bovalino
Dal Secolo d'Italia del 2 gennaio 2011
Marshall McLuhan nasceva cento anni fa. Oggi la sua assenza è compensata dall'eccezionale carica innovativa di un pensiero che ancora oggi è attuale, nella sua complessità interpretativa che ne determina riletture diverse e spesso in totale contraddizione fra esse.
I capisaldi del suo pensiero sono racchiusi nei libri The Mechanical Bride, The Gutenberg Galaxy e Understanding Media. Nato come critico letterario, divenne presto uno studioso, a tratti visionario, dei mass media. Intellettuale eretico, fu tra i primi a comprendere l'importanza della tecnologia e dei mass media per la comprensione della storia umana. La lettura dei suoi testi induce aun'opera di interazione intellettuale con i concetti, che spesso sotto forma di frammenti, di intuizioni, si offrono al lettore come tracce di un percorso che offre delle chiavi che sarà compito utilizzare per scardinare l'imperscrutabile modernità. L'intuizione che ebbe sui mass media come estensione dei nostri sensi, lo attualizza come teorico non solo dei tradizionali mass media, ma anche dei nuovi media, e ancor più di un'intera cultura digitale che si proietta nell'epoca del postumano e del cyborg.
Il concetto forse più famoso di McLuhan rimane "il medium è il messaggio". Con ciò lo studioso poneva l'accento sul ruolo che svolgono i supporti mediali, il cui formato influenza le nuove estetiche che grazie ad essi sono concepite. Il contenuto viene rimodulato secondo il media che lo alimenta, ma ancor più è la natura stessa del medium il vero messaggio. La capacità di analisi dello studioso non fu mai snaturata da posizioni ideologiche e pregiudiziali. Ciò è oggi paradossalmente la sua forza, l'origine della discussione che ruota intorno al suo pensiero che si offre asettico e privo di asserzioni assolutistiche. Un filologo dei media, che si prestò anche ad un cameo per un film di Woody Allen, Annie Hall, in cui interpretava se stesso. Nella scena che si svolge in coda al botteghino, McLuhan viene chiamato in causa da Allen, stanco delle interpretazioni errate del pensiero del canadese che un professore in coda alle sue spalle esprimeva. McLuhan interviene rimproverando il pretenzioso collega: «I heard what you were saying! You know nothing of my work! You mean my whole fallacy is wrong. How you got to teach a course in anything is totally amazing!». Semplicemente: Non hai capito assolutamente il mio pensiero!
McLuhan, il mistico della rete, questo il titolo di un breve saggio di Stefano Cristante, sociologo della comunicazione, sulla rivista Aut Aut. Marshall Mcluhan, teorico di concetti ormai comunemente interiorizzati, come quello di villaggio globale, e di slogan ambiguamente interpretati come "il medium è il messaggio", fu infatti un fervente cattolico, convertitosi improvvisamente durante la sua gioventù. A chi gli chiese come accadde rispose che tutto si verificò come un'evidenza immediata. Sottolineò di non aver mai avuto bisogno della fede, ma essa giunse inattesa mentre lui era intento a cercare la verità. Tale verità gli "fu detta" solo affidandosi alla fede che egli invitava ad affrontare come un insieme di precetti, qualcosa di contingente alla realtà, scevri da richieste di concetti o logiche considerazioni.
Le sue riflessioni si concentrarono, in alcuni scritti, sulle motivazioni della crisi della Chiesa cattolica nella nostra epoca. La sua idea era che il cattolicesimo romano, avendo le proprie radici nella cultura greco romana, una cultura tipicamente visiva (testi sacri, documenti, leggi scritte, ossia connessa ad una civiltà dell'occhio), fu messo in crisi dall'avvento dei mass media, vedendo vacillare il ruolo di struttura dominante. Radio e televisione infatti, come McLuhan ci fa intendere nei suoi lavori, appartengono ad una cultura tattile.
Lo spettatore televisivo ad esempio non si trova un prodotto finito come può esserlo una stampa o un film, ma ha il compito di chiudere o completare l'immagine, partecipando alla creazione di senso, coinvolto in profondità con tutti i sensi, in quella che non è un'estensione visiva, ma tattile auditiva. Si passa da un rapporto astratto e distaccato con il medium ad una relazione caratterizzata da un'immersione e da un annullamento delle distanze. I media elettronici secondo Mcluhan creano le condizioni per una ricongiunzione degli uomini, una ritribalizzazione, ossia la possibilità di creare comunità attraverso l'uso di mezzi di comunicazione che disarticolano i rapporti spazio-temporali consentendo e riducendo virtualmente la dimensione del mondo. Tale tendenza, che lo studioso prefigurava come fine ultimo dei mass media, oggi risulta ancor più evidente con internet e i suoi effetti sociali. Le parole di McLuhan sul computer appaiono cosi profetiche e non semplicemente logiche, ma soprattutto illuminano sul concetto chiave di mass media intesi come una nuova occasione per la religione di riscoprirsi attuale come messaggio salvifico e come concreto strumento di comunione globale: «Ecco il vero uso del computer, non quello di facilitare il marketing o risolvere problemi tecnici, ma di accelerare il processo della scoperta, di orchestrare l'ambiente, le energie terrestri, e infine quelle galattiche. L'integrazione psichica collettiva, resa possibile finalmente dai media elettronici, potrebbe creare l'universalità della coscienza prevista da Dante quando profetizzò che gli uomini continueranno a essere dei frammenti spezzati finché non saranno unificati in una coscienza inclusiva. Nel senso cristiano, questo è semplicemente una nuova interpretazione del corpo mistico di Cristo. E Cristo, in fin dei conti, è l'estensione ultima dell'uomo».
Vi è una congiunzione fra l'era digitale che viviamo e la nuova era religiosa ed in generale spirituale che pare imporsi da qui ai prossimi decenni. Vi è un messianismo legato all'utilizzo delle nuove tecnologie, in cui molti scorgono il rivivere di una cultura orale che si ricongiunge al periodo arcaico dell'umanità. Come coloro che utilizzano internet per diffondere nelle piazze virtuali il proprio verbo, assomigliano a profeti postmoderni. O meglio, Profeti 2.0. Come scrive ancora McLuhan, citato da Cristante nel suo saggio: «In un senso, l'immersione nell'informazione che oggi stiamo sperimentando elettronicamente è un'estensione della coscienza medesima. Quali effetti possa avere sull'individuo nella società è pura speculazione. Ma è accaduto: non è qualcosa che sta per accadere. Molte persone ritornano all'occulto, alla percezione extrasensoriale, e a ogni forma di consapevolezza misteriosa, in risposta a questo nuovo accerchiamento dell'informazione elettronica. E così viviamo, in senso volgare, un'era estremamente religiosa. Penso che i tempi che ci accingiamo a vivere sembreranno probabilmente i più religiosi di sempre. Noi siamo già lì».
Nuccio Bovalino

2 commenti:

giovanni fonghini ha detto...

Erano i primi anni '80: allora mi occupavo di pubblicità e la comunicazione in generale mi interessava moltissimo. Il saggio di McLuhan "Gli strumenti del comunicare" edizioni Il Saggiatore fu una lettura veramente illuminante ed interessantissima, una vera e propria miniera di spunti culturali a tutto campo che in un testo sulla sociologia dei media magari nemmeno ti saresti aspettato di trovare. Un libro che ritengo fondamentale per la mia formazione. Lo consiglio a tutti, in particolare a chi si occupa o voglia occuparsi di comunicazione, quale che sia la sua branca d'attività attuale o futura.

uniroma.tv ha detto...

Salve,
siamo la redazione di Uniroma Tv. Dato il tema del suo blog pensiamo le possa interessare il servizio da noi realizzato sull'incontro svoltosi alla Sapienza sul massmediologo Marshall McLuhan.
Al seguente link potrà vedere il video http://www.uniroma.tv/?id=18915
A presto