domenica 6 febbraio 2011

Stasera penso a voi o morti di febbraio (Gabriele Adinolfi ricorda Robert Brasillach)

Il 6 febbraio del 1945 veniva assassinato Robert Brasillach.
Questo blog, non a caso, deve il suo nome a una citazione del poeta e scrittore francese.
E' con piacere, pertanto - anche se di piacere non può parlarsi trattandosi di una triste ricorrenza - che mi associo alla nota pubblicata da Gabriele Adinolfi

Robert Brasillach. Imputazione: poeta.  
Nel sabba della “liberazione” i delinquenti ebbri di odio che somministrano la giustizia sommaria vogliono la sua pelle.
Ne catturano la madre minacciando di assassinarla.
Lo scrittore e poeta allora si consegna.
Nel novembre 1944 viene trasferito nel carcere di Fresnes.
Il processo è una farsa: accusato di intelligenza col nemico, Robert Brasillach viene condannato a morte.
Alla lettura dell’incredibile sentenza una voce dal pubblico urla indignata: “E’ una vergogna!”.
Calmissimo, Brasillach ribatte: “E’ un onore!”.
Verrà fucilato a Montrouge il giorno 6 di gennaio. Esattamente undici anni dopo la massiccia manifestazione popolare antiparlamentare ad opera delle destre francesi repressa nel sangue dal governo democratico, sangue che diventa il simbolo e la semente della Francia nationaliste. I “liberatori” che hanno codici morali da mafiosi di basso livello, vogliono che sia ucciso proprio quel giorno, per aggiungere la beffa e lo sfregio all'assassinio.
Robert lo aveva intuito.
Il primo febbraio aveva lasciato scritto:
Le ultime fucilate continuano a lampeggiare. Nel giorno indistinto in cui sono caduti i nostri. Con undici anni di ritardo, sarei dunque uno dei vostri? Io penso a voi stasera, o morti di febbraio.
Il poeta verrà assassinato alle 9,38 di mattina, gridando “Vive la France!”Aveva lasciato scritto:
Il mio Paese mi fa male per le sue vie affollate,per i suoi ragazzi gettati sotto gli artigli delle aquile insanguinate, per i suoi soldati combattenti in vane sconfittee per il cielo di giugno sotto il sole bruciante. Il mio Paese mi fa male in questi empi anni, per i giuramenti non mantenuti, per il suo abbandono e per il destino, e per il grave fardello che grava i suoi passi. Il mio Paese mi fa male per i suoi doppi giochi, per l’oceano aperto ai neri vascelli carichi, per i suoi marinai morti per placare gli dei, per i suoi legnami troncati da una forbice troppo lieve. Il mio Paese mi fa male per tutti i suoi esilii, per le sue prigioni troppo piene, per i suoi giovani morti, per i suoi prigionieri ammassati dietro il filo spinato,e tutti quelli che sono lontani e dispersi. Il mio Paese mi fa male con le sue città in fiamme,male contro i nemici e male con gli alleati, il mio Paese mi fa male con tutta la sua giovinezzasotto bandiere straniere, gettata ai quattro venti,perdendo il suo giovane sangue in rispetto al giuramentotradito di coloro che lo avevano fatto. Il mio Paese mi fa male con le sue fosse scavate, con i suoi fucili puntati alle reni dei fratelli, e per coloro che contano fra le dita spregevoli, il prezzo dei rinnegati piuttosto che una più equa ricompensa. Il mio Paese mi fa male per la sua falsità da schiavi, con i suoi carnefici di ieri e con quelli di oggimi fa male col sangue che scorre, il mio Paese mi fa male. Quando riuscirà a guarire?
Gabriele Adinolfi (nella foto) è nato a Roma nel 1954. Tra i fondatori di Terza Posizione, è analista politico e scrittore. Ha collaborato a numerose iniziative culturali, tra cui «Orion», gestisce il sito di informazione «Noreporter» e ha istituito il Centro Studi Polaris. Ha pubblicato Noi Terza Posizione (2000), (scritto insieme a Roberto Fiore) per l'editore Settimo Sigillo; Nuovo Ordine Mondiale tra imperialismo e Impero (2002), Barbarossa editore; Nos belles années de plomb (2004), edizioni Aencre - uscito solo in Francia; Quel domani che ci appartenne (2005), Barbarossa editore;  Tortuga, l'isola che (non) c'è (2008), Barbarossa editore; Pensées Corsaires (2009), Editions du Lore - Francia; e due documenti politici: Le api e i fiori (1999), Edizioni 451 e Sorpasso neuronico (2008), nel quale propone una radicale innovazione delle prospettive politiche nel solco di un radicalismo pragmatico e futur/ardito.

1 commento:

agostino ha detto...

Onore a Robert Brasillach!...........chi muore combattendo resta in eterno nei cuori di chi lotta!



Agostino