domenica 31 luglio 2011

Da Berto Ricci a Eastwood, "Il fascista libertario", autobiografia generazionale (Michele De Feudis)

Articolo di Michele De Feudis
Da EPolis del 28 luglio 2011
Un filo rosso lega l’anarcofascismo di Berto Ricci al solidarismo di Gran Torino, il capolavoro di Clint Eastwood, le suggestioni libertarie di Camus con le battaglie garantiste che univano giovani missini e radicali, i viaggi di Corto Maltese firmati da Hugo Pratt con le incursioni antiusurocratiche di Ezra Pound. L’autobiografia di Luciano Lanna, Il fascista libertario (pp. 256, euro 17, Sperling&Kupfer) racchiude in un itinerario originale le esperienze eretiche che hanno accumunato un’intera generazione di intellettuali ed organizzatori culturali “a destra”. 
Oltre gli steccati della guerra civile, a partire dalla fine degli anni sessanta, quando l’Italia non era ancora inquinata dal veleno e dal piombo dell’amaro decennio successivo, era possibile che suggestioni ribellistiche di destra e sinistra si potessero incontrare, che leader dei movimenti neofascisti e dell’Autonomia giocassero a pallone di notte nella Sapienza occupata. “All’inizio del ‘68 - racconta lo storico Adalberto Baldoni, protagonista del movimento universitario vicino al Msi - uno studente di architettura sistema un enorme pannello con il volto del Che e qualche mese dopo una mano ignota disegnerà accanto a quell’icona una croce celtica stilizzata”. E la foto cult distribuita dalla rivista Quindici della sinistra estrema, che immortalava gli scontri di Valle Giulia, aveva proprio in primo piano i ragazzi del Fuan e gli avanguardisti, tra cui spiccava l’attivista barese Tonino Fiore.
La classificazione del mondo in destra e sinistra risulterà - come auspicato dal politologo Marco Tarchi su Diorama letterario da almeno un ventennio - quanto mai inadeguata a comprendere le sfide della postmodernità, e questa convinzione sarà corroborata dalla lettura del saggio di Lanna (già direttore del Secolo d’Italia, editorialista di Europa, Il Futurista e de Gli Altri), soprattutto perché oltre agli schieramenti partitici, biecamente legati all’attualità, c’è un mondo ricco di contaminzioni che precede la politica istituzionale, e con la metapolitica disegna e anticipa gli scenari futuri. Non è un caso che ne Il fascista libertario emerga, insieme alla statura di Giano Accame - scrittore, studioso poundiano e autentico poeta armato - una opzione fortemente antitotalitaria, che erige un muro di separazione da ogni destra xenofoba e da ogni populismo di marca leghista. “Esiste - si domanda Lanna - una sensibilità nuova al puntodi non essere non gerarchica, non totalitaria, non conservatrice, non anti-moderna, non patriottarda e non razzista?”.
Il perimetro di un percorso politico che esalti le virtù repubblicane, risvegli la missione “Universale” di civilizzazione cara a Berto Ricci, riapra una discussione virtuosa sul tema della cittadinanza in un’Europa che si addormenta spaventata da deliri terroristici imbevuti di presunta purezza, è tutto da scrivere. Ma il saggio di Lanna lascia soprattutto intravedere la possibilità che italiani di qualsiasi schieramento, al di là della destra e della sinistra, possano percorrere un pezzo di strada insieme, oltre la vecchia politica e in nome del bene comune.
Michele De Feudis

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