martedì 29 novembre 2011

Come te nessuno mai! (intervista a Roberto Savino, autore di "Alex Del Piero minuto per minuto")

Dal Secolo d'Italia del 29 novembre 2011
Migliaia sono i bambini che ogni anno iniziano a correre dietro a un pallone nei più sperduti campetti di periferia. Se per molti di loro, oggi come ieri, il sogno è indossare almeno per un minuto la divisa bianconera, il mito ha un nome e cognome: Alex Del Piero.  
Orgoglio e umiltà. Un campione universalmente riconosciuto che, paradossalmente, non ha mai vinto il pallone d’oro. «Ma ne ha avuti diciannove, di palloni d’oro, nel cuore della gente», ci dice Roberto Savino, autore di Alex Del Piero minuto per minuto (Castelvecchi, pp. 288, € 16,50), da mercoledì prossimo nelle librerie italiane. Barese della classe 1970, Roberto era uno di quei bambini, anzi: è rimasto uno di loro perché, appesi gli scarpini al chiodo e indossata la toga, non ha smesso di entusiasmarsi per la Vecchia Signora e per le gesta del capitano, raccontate con la partecipazione del tifoso e lo scrupolo dello storico, stagione per stagione, partita per partita.

Cosa ha di diverso, il tuo libro, dalla solita biografia?

Tutto, è più una storiografia, un’antologia che analizza tutte le presenze di Alex sin dal suo debutto nel campionato primavera, con accenni doverosi alla nazionale, con tanti riconoscimenti ai compagni che hanno con lui condiviso gioie e dolori, senza tralasciare le emozioni provate come tifoso che ha amato il numero 10 più quando è stato in difficoltà che quando ha dispensato magie.

Vediamo se hai studiato, quanti scudetti ha vinto la Juve?

Mi fai le domande a trabocchetto? Logico che ne ha vinti trentuno, visto che ogni juventino che conosce la storia conta anche quei due scudetti federali del 1908 e 1909. Piuttosto: tu lo sapevi che quota 300 gol, se contiamo quelli fatti con la primavera, è stata ampiamente superata?

Come sta vivendo Del Piero, dalla panchina, la sua ultima stagione?

Non bene, credo. Si allena sempre al massimo, indipendentemente che poi giochi un minuto o novanta. È un esempio per tutti gli altri. Vorrebbe lottare in campo con loro. Ma rimane il capitano anche dalla panchina. Ha insegnato con il suo comportamento a migliaia di star viziate come ci si comporta in questi casi. Saprà farlo anche questa volta, per il bene della Juve.

Cosa hai pensato del preavviso di licenziamento recapitatogli da Andrea Agnelli?

Forse quella dichiarazione è stata, come ha detto il mio amico Diego Bosco, inadeguata. E si è visto nei pochi minuti in cui Alex è entrato, penso al Meazza, che non è sereno. Sbagliare quel gol non è da lui, con quel piede d’appoggio troppo vicino al pallone. La forma è importante, non quanto la sostanza, ma è importante. Dai Andrea, per farti perdonare allungagli il contratto.

Chi è o sarà il nuovo Del Piero?

Nessuno. Perché c’è mai stato o ci sarà mai il nuovo Platinì, o il nuovo Nedved? Sono articoli unici, come il Colosseo, la torre Eiffel o la cattedrale di Praga. Quando i grandi campioni lasciano, l’errore più grande è cercare con ossessione il loro giovane alter ego, caricandolo di ingiuste aspettative. Questo non toglie che ci saranno ancora grandissimi giocatori.

Tu come immagini il futuro di Del Piero?

Il futuro è una palla di cannone accesa e noi la stiamo quasi raggiungendo, è una frase di Francesco de Gregori, nella sua i muscoli del capitano…. Reputo Alex un uomo così intelligente che saprà in futuro ritagliarsi il ruolo che merita, magari in società. Rinunciare a persone come lui in ruoli decisionali, sarebbe davvero un delitto. Se poi vorrà giocare ancora, mettiamo da parte i nostri egoismi, facciamogli tutti questo regalo e non rattristiamoci se lo vedremo indossare una maglia d’oltreoceano e sottolineo d’oltreoceano.

Com’è stata Calciopoli vissuta da uno juventino?

Hanno voluto stravolgere la storia in poche settimane, ma la verità è venuta a galla lo stesso, piaccia o non piaccia. Nel libro mi sono limitato a evidenziare chi si è impegnato per difendere l’onore della mia squadra. Quando Alex ha deciso, da campione del mondo, di rimanere in B, si è fatto portavoce di un popolo che senza risse e senza isterismi ha accettato la punizione, anche considerandola ingiusta. Una cosa è certa, però: ogni juventino può guardare dritto negli occhi chicchessia.

Cosa pensi dell’azione legale risarcitoria intrapresa dalla società. Il tavolo “politico” convocato da Petrucci per il 14 dicembre potrebbe rivelarsi utile?

Doverosa, forse tardiva e non per colpa di Agnelli. In quell’agosto avremmo dovuto bloccare il campionato. Andare in C, se davvero lo meritavamo, ma facendo chiarezza. Ora è arrivato il momento di mettere un punto che tenga conto, però, di tutto. La serie B ce la siamo sorbita noi, con tutte le conseguenze del caso. Ma se Moratti mette il veto sullo scudetto del 2006, allora, che si siedono a fare?

La Juve quest’anno può vincere lo scudetto?

Fai questa domanda a uno che a sette giornate dalla fine se sta a venti punti dalla prima è ancora lì a far tabelle….. . Io mi fido di Conte, ed essendo barese non da ora, ma ringrazio il cielo che non sia venuto prima con la precedente dirigenza.

(Intervista a cura di Roberto Alfatti Appetiti)

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande !!! (:

Anonimo ha detto...

un'opera unica mai realizzata per nessun altro giocatore !!! Complimenti all'autore ...

Anonimo ha detto...

E' bellissimo che tu sia riuscito a realizzare il tuo progetto...Sei un grande! La figura del nostro capitano è immensa perchè riesce a fare anche questo...E' lui per noi juventini il nostro "Man in the mirror"!
complimenti :-))

Anonimo ha detto...

grazie, te lo meriti

Anonimo ha detto...

dedlywgrazie a tutti...chi ha fatto il riferimento a man in the mirror deve conoscermi bene.....chi sei?
roberto savino

Anonimo ha detto...

Gran libro. Ho avuto modo di visionarlo in anteprima in casa editrice: lavoro minuzioso e ricco di sentimento. Dovrebbe uscire oggi in libreria. Il giusto tributo ad un grande come Alex! Fabio

Anonimo ha detto...

non vedo l'ora di comprarlo e leggerlo.... le recensioni per ora sono tutte di altissimo livello .... spero di non rimanere deluso .... sono uno juventino vero. sono cresciuto nel mito di Alessandro Del Piero.
Antonio

Anonimo ha detto...

Gobbi di merda, ma andate affanculo voi e il vostro capitano sopravvalutato del cazzo.
Ladri!
Serie B!
Gobbi di merda!

Anonimo ha detto...

la volgarità e l'ignoranza sono il sintomo del degrado sociale cui quotidianamente assistiamo. Io non sono juventino ma non può essere messo in discussione che Alessandro Del Piero costituisca uno dei simboli dello sport italiano in tutto il mondo. E' incomprensibile poi che ci si intrometta in una discussione avente ad oggetto l'esaltazione di un uomo e giocatore per manifestare la propria - pur legittima se civile - diversa fede calcistica. Io tifo Inter ma mio figlio tredicenne è juventino e forse sotto l'albero troverà il libro su Del Piero. PS: A Padova è già in vendita? Giovanni

Roberto Alfatti Appetiti ha detto...

Ciao Giovanni, immagino di sì e cmq nei prossimi giorni lo troverai un po' ovunque, di certo nelle grandi librerie.
Sì, Del Piero è un mito anche per i non juventuni...
Cari saluti.
Ps. I miei figli sono milanisti, due su tre, e ricevono spesso in regalo libri rossoneri. :)

walla ha detto...

tanti in bocca al lupo per quest'opera caro roberto....e nirvanica e' la risposta sul numero degli scudetti , soprattutto per quel frustrato di un anonimo che ha scritto il 30 novembre 2011 21:07.... ciao roberto ....wall!!!

Anonimo ha detto...

grandissimo wall....
roberto

Anonimo ha detto...

Da granata è un esercizio piuttosto surreale recensire positivamente un libro su Alex Del Piero.
Però, mettendo da parte l'amicizia che mi lega all'autore e l'avversione verso il totem in questione, non posso che commentare come edificante la passione che traspare dall'opera e dal certosino lavoro sottostante, tanto più apprezzabile se si pensa che è stata redatta nei pochi ritagli di tempo della vita dell'autore (avvocato, marito e padre di due figli, a buon intenditor poche parole...).
Mi sono talmente immedesimato in ciò che mi sono sorpreso ad esecrare l'attuale dirigenza bianconera che, in omaggio al tanto ingiustamente decantato "stile juve", non riesce a fargli giocare più di 6 minuti a partita, per ritorsione della sortita della scorsa estate con cui il totem, per forzare loro la mano nella difficile trattativa per il rinnovo contrattuale dell'estate scorsa, gli diede implicitamente dei barboni dichiarando che "avrebbe firmato in bianco".
E' fracamenente uno scempio sportivo giungere a mortificare cotanto totem della recente storia bianconera, in nome del dio denaro. Ma tant'è: se i reggitori della società bianconera anteponessero la passione che trasuda il libro in questione alle loro sordide questioni economiche, allora avrebbe un senso tutta la pompa che viene abitualmente abbinata al loro decadente marchio a strisce da carcerato.

Anonimo ha detto...

ahahahahaaha gianluca....sei mitico....mi hai beccato anche qui.... ciao roberto savino