domenica 30 dicembre 2012

Le considerazioni di fine anno di Marcello de Angelis

 
 
Considerazioni di fine anno
di Marcello de Angelis
 
Alle elementari ci facevano fare tutti i giorni l’esame di coscienza. Le suore sostenevano già allora che l’unico vero implacabile giudice è dentro di noi. Prendere in giro gli altri è facile e ad alcuni viene quasi naturale, prendere in giro se stessi è un po’ più complicato. Generalmente molti risolvono il problema distraendo la propria coscienza facendo i giudici implacabili, ma degli altri. La famosa storia della trave e del fuscello. La coerenza dovrebbe essere di relativamente facile misurazione e universalmente approvata come meritevole. Anche se c’è chi sostiene che solo un imbecille è sempre coerente.
Io, pur facendo il politico, voglio continuare a essere un po’ imbecille. Con la civiltà (o in/civiltà) di internet, twit e social comesichiamano, la misurazione della coerenza diventa più difficile, perché tutti si aspettano che ognuno dica qualcosa, anche se di superficiale, tutti i giorni e magari più volte al giorno. Questo rende la coerenza poco interessante. Ora, non dico che uno – almeno in politica – debba mantenere le stesse posizioni per tutta la vita, ma almeno per un anno o un semestre si. Quando a novembre dello scorso anno non votai (credo unico del Pdl, ma si può controllare) la fiducia all’insediamento del governo golpista di Monti, un tizio mi venne a dire che mi ero rovinato con le mie mani, perché i capigruppo del partito dovevano segnalare i nomi dei dissenzienti che poi – con questa legge del menga – non sarebbero stati ricandidati. Lo stesso tizio, pochi mesi fa, è diventato per la cronaca uno dei capi degli “anti-montiani” del Pdl. Nel frattempo molti altri erano diventati, per la cronaca, i “montiani” del Pdl. In politica succede continuamente così: di punto in bianco si crea un discrimine e tutti finiscono sui giornali per essere ultrà di una posizione o dell’altra. O almeno accade ad alcuni, sempre gli stessi, che sono di volta in volta capi di una fazione o dell’altra. Chi ha sempre seguito la stessa direzione non fa notizia. Con la grande mobilità degli schieramenti e col continuo apparire di nuove formazioni poi, si è creata anche la sindrome del “dove vai?”. Mi arrivano messaggi ogni mese circa, che mi chiedono: “tu ora con chi stai? Da che parte vai?”, ai quali rispondo sempre in modo deludente: sempre dalla stessa parte, non mi sono mosso. O meglio, muovermi mi muovo, perché tutto si muove, ma sempre nella stessa direzione e possibilmente insieme. Quindi: prima ero con An, poi An è entrata nel Pdl, poi ci siamo presentati col simbolo “Berlusconi presidente” e siamo stati eletti con grande maggioranza, poi qualcuno ha pensato di voler abbattere dall’interno il governo che aveva eletto, poi Berlusconi ha fatto un passo indietro e lasciato il partito ad Alfano, che però necessitava di essere legittimato anche dal basso e quindi era buona idea fare le primarie e – tutti insieme – sostenerlo per tenere insieme il partito e rilanciarlo, poi è tornato Berlusconi, allora alcuni hanno detto “mai con Berlusconi” e altri hanno detto “allora meglio Monti” e altri che avevano votato per un anno per Monti (io mai) hanno scoperto che Monti era il peggio e quindi era meglio che tornasse Berlusconi e altri hanno detto “né Monti, né Berlusconi”. Ora c’è un nuovo partito, che però sosterrà Berlusconi. Doveva essere una cosa ma poi è diventata un’altra, con persone di vario tipo. Sono quasi tutti carissimi amici e, inoltre, siccome sostengono la stessa coalizione vanno aiutati e sostenuti perché raccolgono forse anche consensi perduti. Ma io sono troppo vecchio per sterzare a destra o sinistra se tanto poi devo andare allo stesso casello autostradale. Quindi, anche stavolta, tengo il volante dritto e procedo a velocità di crociera. Si consuma meno benzina e si rischiano meno incidenti. E gli incidenti – si ricordi – non fanno male solo a se stessi, ma molto più spesso ai passeggeri incolvepoli o agli ignari passanti. Quindi cercare di evitarli non è solo prudenza ma anche senso di responsabilità. Ciò detto: dal primo giorno del Governo Monti ho scritto a chiare lettere quello che ne pensavo e ho sempre agito di conseguenza, purtroppo hanno tutti la memoria cortissima. Sant’Agostino diceva: ben vengano i convertiti, ma non pretendano di guidare la processione. Quando uno si converte ogni tre mesi – e pretende sempre di essere lui alla guida della processione – c’è qualcosa di molto sbagliato. Così abbiamo dei capi-comunisti che ora sono capi- anticomunisti, dei capi-berlusconiani che a un certo punto sono diventati capi-antiberlusconiani, dei capi- fascisti diventati capi-antifascisti, dei capi- senzadio che sono diventati capi-cattolici, ecc. ecc. Quello che stupisce è che ci siano tanti che, pur nei repentini cambi di direzione, seguano ignari la loro processione. In questo circo, se non alla coerenza, almeno mi abbraccio al salvagente della banalità. Anche a rischio di risultare noioso. Ci sono quelli che hanno sempre ragione anche quando hanno torto. A me basta la certezza di avere sempre torto, anche quando ho ragione. Almeno so dove mi trovo.
Marcello De Angelis è nato a Roma il 18 febbraio del 1960. Politico, deputato del PdL, cantautore (è stato leader dei 270bis, gruppo di musica alternativa) e giornalista. Già direttore di Area, attualmente dirige il Secolo d'Italia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' tutto spiegato qui chi è questo coerentissimo personaggio.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=OY2n57OYy_8#!

Alfatti, mi hai già censurato tre volte, che c'è ti girano quando i tuoi amici vengono smerdati?