Dal Secolo d'Italia di venerdì 7 novembre 2008
E’ mancato all’età di sessantasei per un male incurabile lo scrittore e regista Michael Crichton. Nato nel 1942 a Chicago, laureato in medicina all’Università di Harvard, aveva prestato la sua opera al Salk Istitute. Solo nel 1968 aveva iniziato la sua attività di scrittore. All’inizio, aveva privilegiato il genere “thrilling” con racconti scritti sotto lo pseudonimo di John Lange: con uno di questi, “In caso di necessità”, aveva vinto addirittura il Premio Edgar. Con “Andromeda”, la svolta che lo indirizzava verso temi più propriamente fantascientifici, facendolo diventare scrittore a tempo pieno con cifre da record 150 milioni di copie vedute, si stima.
In “Andromeda” (1969), diventato un film nel 1971, si parla di una crisi biologica mondiale innescata da un batterio extraterrestre portato sulla Terra da un satellite. In “Sfera” (1987), diventato anch’esso un film con Sharon Stone e Dustin Hoffman improbabili protagonisti, ci ritroviamo nelle profondità marine, faccia a faccia con misteriose entità. Sempre in ambito fantascientifico è “Jurassic Park” (1990), che rinnova i temi già affrontati nell’antecedente narrativo “Il mondo perduto” di Arthur Conan Doyle, con la variante “manipolazione del DNA”, e consacra la fama di Crichton con la trasposizione cinematografica di Steven Spielberg. In “Timeline” (1999), pure modestamente tradotto in celluloide, un gruppo di storici si catapulta nella Francia del Trecento, nel pieno della Guerra dei Cent’Anni grazie ad una macchina del tempo che sfrutta i principi della fisica quantistica: ne nasce una sarabanda di duelli, assedi e intrecci amorosi.
Venendo alle opere della maturità, in “Preda” (2002) l’insidia viene da uno sciame di nanoparticelle evase da un laboratorio e programmate per uccidere. Crichton prende dalla cronaca scientifica le evidenze di videocamere robotizzate, concepite per uso medico, e le trasforma in uno “Squalo” intelligente, pericoloso e indistruttibile, con la prevedibile, crescente tensione verso un epilogo a sorpresa. Ancora una volta, l’autore da voce e corpo ai timori più profondi dell’uomo della strada, insieme affascinato e intimorito dagli sviluppi vertiginosi del progresso scientifico. Questi timori sono ancor più avvertiti in un campo come quello della medicina, che ha a che fare con la vita e la morte, la salute e il benessere delle persone e tocca la sensibilità di tutti senza distinzioni di classe, sesso, razza, cultura, religione, orientamento sessuale, censo, opinione politica: non è casuale che Crichton sia stato l’autore di “Er – Medici in prima linea” e il regista di “Coma”….
In “Next” (2006), l’Autore affronta in forma romanzesca i temi scottanti della bioingegneria, in particolare la creazione di animali transgenici e la selezione di caratteri genetici d’eccezione (come quello del comando).
A bilancio della sua carriera, si può dire che Michael Crichton non ha mai mancato un colpo. E’ sempre riuscito a servire al lettore romanzi coinvolgenti, ma, a differenza di altri colleghi di scrittura più titolati, non ha mai smesso di ricercare un buon livello letterario, a riprova che uno stile, per essere apprezzabile, non deve essere necessariamente barocco e declamatorio, ma può avere un “packaging” essenziale, disadorno e pure mai banale. La peculiarità di Crichton è stata quella di scrivere storie a mezza strada tra scienza e fantascienza, senza farsi invischiare nell’“argot” della prima e nelle convenzioni della seconda. Questo gli ha precluso le simpatie degli affiliati alle massonerie letterarie ed accademiche, ma gli ha guadagnato i consensi delle masse: non è un caso che molti dei suoi libri siano stati portati sul grande schermo, con risultati critici e commerciali sempre soddisfacenti. In particolare, la stoffa del Nostro si è evidenziata nel far proprio un motivo scientifico di attualità e sfruttarlo con furbizia e mestiere, tirando fuori una traccia drammatica dalle teorie ancora allo stato embrionale degli scienziati. Fortunatamente, Crichton non ha avuto la pretesa di precorrere l’andamento della Storia, come è naturale ai “fantascientisti” di professione, perché le sue sono sempre successioni di catastrofi, perdite di controllo, insidie alla civiltà sferrate dalle nuove tecnologie in maniera, di volta in volta, palese od occulta.
Crichton non è stato propriamente un negus della fantascienza: troppo sfumati i suoi rinvii fantastici e i suoi sortilegi per convincere gli iper-specialisti del genere. Per altro verso, l’autore ha subito gli opposti anatemi degli scienziati togati, agli occhi dei quali è apparso reo di fare della loro discipline un tentante cocktail di avventure e colpi di teatro. Insomma, l’autore di “Next” è rimasto un mezzo campione, i cui inchiostri sono finiti fra l’incudine della critica settoriale ed il martello dei puristi della scienza. Per questo, sarà sempre amato e ricordato da coloro a cui non piace farsi impagliare in clichè ed etichette commerciali.
In “Andromeda” (1969), diventato un film nel 1971, si parla di una crisi biologica mondiale innescata da un batterio extraterrestre portato sulla Terra da un satellite. In “Sfera” (1987), diventato anch’esso un film con Sharon Stone e Dustin Hoffman improbabili protagonisti, ci ritroviamo nelle profondità marine, faccia a faccia con misteriose entità. Sempre in ambito fantascientifico è “Jurassic Park” (1990), che rinnova i temi già affrontati nell’antecedente narrativo “Il mondo perduto” di Arthur Conan Doyle, con la variante “manipolazione del DNA”, e consacra la fama di Crichton con la trasposizione cinematografica di Steven Spielberg. In “Timeline” (1999), pure modestamente tradotto in celluloide, un gruppo di storici si catapulta nella Francia del Trecento, nel pieno della Guerra dei Cent’Anni grazie ad una macchina del tempo che sfrutta i principi della fisica quantistica: ne nasce una sarabanda di duelli, assedi e intrecci amorosi.
Venendo alle opere della maturità, in “Preda” (2002) l’insidia viene da uno sciame di nanoparticelle evase da un laboratorio e programmate per uccidere. Crichton prende dalla cronaca scientifica le evidenze di videocamere robotizzate, concepite per uso medico, e le trasforma in uno “Squalo” intelligente, pericoloso e indistruttibile, con la prevedibile, crescente tensione verso un epilogo a sorpresa. Ancora una volta, l’autore da voce e corpo ai timori più profondi dell’uomo della strada, insieme affascinato e intimorito dagli sviluppi vertiginosi del progresso scientifico. Questi timori sono ancor più avvertiti in un campo come quello della medicina, che ha a che fare con la vita e la morte, la salute e il benessere delle persone e tocca la sensibilità di tutti senza distinzioni di classe, sesso, razza, cultura, religione, orientamento sessuale, censo, opinione politica: non è casuale che Crichton sia stato l’autore di “Er – Medici in prima linea” e il regista di “Coma”….
In “Next” (2006), l’Autore affronta in forma romanzesca i temi scottanti della bioingegneria, in particolare la creazione di animali transgenici e la selezione di caratteri genetici d’eccezione (come quello del comando).
A bilancio della sua carriera, si può dire che Michael Crichton non ha mai mancato un colpo. E’ sempre riuscito a servire al lettore romanzi coinvolgenti, ma, a differenza di altri colleghi di scrittura più titolati, non ha mai smesso di ricercare un buon livello letterario, a riprova che uno stile, per essere apprezzabile, non deve essere necessariamente barocco e declamatorio, ma può avere un “packaging” essenziale, disadorno e pure mai banale. La peculiarità di Crichton è stata quella di scrivere storie a mezza strada tra scienza e fantascienza, senza farsi invischiare nell’“argot” della prima e nelle convenzioni della seconda. Questo gli ha precluso le simpatie degli affiliati alle massonerie letterarie ed accademiche, ma gli ha guadagnato i consensi delle masse: non è un caso che molti dei suoi libri siano stati portati sul grande schermo, con risultati critici e commerciali sempre soddisfacenti. In particolare, la stoffa del Nostro si è evidenziata nel far proprio un motivo scientifico di attualità e sfruttarlo con furbizia e mestiere, tirando fuori una traccia drammatica dalle teorie ancora allo stato embrionale degli scienziati. Fortunatamente, Crichton non ha avuto la pretesa di precorrere l’andamento della Storia, come è naturale ai “fantascientisti” di professione, perché le sue sono sempre successioni di catastrofi, perdite di controllo, insidie alla civiltà sferrate dalle nuove tecnologie in maniera, di volta in volta, palese od occulta.
Crichton non è stato propriamente un negus della fantascienza: troppo sfumati i suoi rinvii fantastici e i suoi sortilegi per convincere gli iper-specialisti del genere. Per altro verso, l’autore ha subito gli opposti anatemi degli scienziati togati, agli occhi dei quali è apparso reo di fare della loro discipline un tentante cocktail di avventure e colpi di teatro. Insomma, l’autore di “Next” è rimasto un mezzo campione, i cui inchiostri sono finiti fra l’incudine della critica settoriale ed il martello dei puristi della scienza. Per questo, sarà sempre amato e ricordato da coloro a cui non piace farsi impagliare in clichè ed etichette commerciali.
Errico Passaro. Ufficiale dell'Aeronautica Militare, dottore in giurisprudenza, è giornalista pubblicista. Ha pubblicato su testate e collane professionali un saggio in volume, oltre 100 racconti e cinque romanzi: "Il delirio", Solfanelli; "Nel solstizio del tempo", Keltia; "Gli anni dell'aquila", Settimo Sigillo; "Le maschere del potere", Nord; "Inferni", Secolo d'Italia. Dal 12 maggio è in libreria il romanzo fantasy (scritto con Gabriele Marconi) "Il Regno Nascosto" (Dario Flaccovio Editore).
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