Dal Secolo d'Italia del 25 novembre 2010
«Il fumetto italiano è un patrimonio della nostra cultura di cui andare fieri nel mondo, sia per la qualità che è capace di esprimere, sia per il successo che incontra. Dispiace quindi che, nello stesso settore fumettistico, persista una sorta di complesso d'inferiorità che impedisce di rivendicare con forza i meriti culturali del medium».
Il j’accuse di Roberto Recchioni, classe ’74, tra i più brillanti fumettisti della sua generazione, denuncia lo sconfinamento della colonizzazione culturale persino nei territori del nostro immaginario. Segnali di vita, tuttavia, non mancano. Il Giornalino, infatti, ha deciso di raccogliere la sfida e punta su uno dei suoi principali campioni per lanciare una vera e propria “impresa” editoriale: dal 28 ottobre (e fino al prossimo 20 gennaio) sta portando in edicola 12 volumi inediti (pp. 224, € 9,90 cad.) di Sergio Toppi, l’illustratore milanese (’32) il cui singolarissimo stile ha dichiaratamente ispirato autori dal calibro internazionale come Frank Miller, Tom Palmer, Howard Chaykin e Walter Simonson.
Curata da Stefano Gorla, direttore della più longeva rivista per ragazzi d’Europa, e Angelo Nencetti, direttore del museo italiano del fumetto e dell’immagine di Lucca, l’opera rappresenta il tributo a una straordinaria carriera ultra cinquantennale ma anche l’opportunità preziosa per affrontare, accompagnati dal tratto raffinato ed epico al tempo stesso di uno dei maggiori artisti viventi del fumetto mondiale, un appassionante viaggio – come titola la raccolta – “Sulle Rotte dell’Immaginario”.
Viaggiatore “immobile” come Salgari, Toppi, attraverso la suggestiva formula del “diario illustrato”, un poetico diario di bordo ai confini del mondo, ci conduce in luoghi animati dalla sua visionaria immaginazione, pari alla studio meticoloso del dettaglio. Scenari realistici coniugati con evocativi richiami al mondo fantastico. Ricerca storica e geografia del sogno. «L’ispirazione può essere offerta da avvenimenti reali – ha spiegato – sui quali inserisco elementi di extrarealtà: è quello che amo definire realismo magico». Dagli albori preistorici dell’Africa all’Europa, dal Medio Oriente, culla delle prime civiltà, – nel volume oggi in edicola – allo sconfinato Estremo Oriente, per poi “fare barra”, nelle “tappe” che noi lettori altrettanto stanziali aspetteremo nei prossimi giovedì, verso l’Indonesia e le isole del continente australe. Oltrepassando oceani si giungerà nelle americhe, percorrendole da sud a nord fino a risalire verso le terre del ghiaccio e del fuoco, degni portali per introdurre i pellegrini dell’immaginario nelle lande dell’ignoto e del sacro, alla ricerca di tracce che aiutino a svelare tratti dell’umanità, offrendo un originale punto di vista sulla storia e sulle culture dell’uomo, quasi una summa storica e antropologica giocata sulle ali dell’avventura.
A completare le uscite, due volumi fuori collana, il 27 gennaio e il 3 febbraio, dedicati ai 150 anni dell’Unità d’Italia: “150° - Storie dell’Unità d’Italia”, un’antologia inedita di opere di grandi autori del fumetto italiano che illustrano il percorso di formazione dell’identità nazionale del nostro paese attraverso la vita delle persone comuni. Firme come quelle di Carlo Ambrosini e Giorgio Cavazzano, Pasquale Frisenda e Corrado Mastantuono, Ivo Milazzo – l’autore di Ken Parker – e Marco Nizzoli, Francesco Artibani e Renzo Calegari, Sergio Tisselli e, naturalmente, Sergio Toppi, qualificano un’opera che si propone di sensibilizzare i ragazzi sulla coscienza civile di questa ricorrenza grazie a un linguaggio, quale quello del fumetto, che conserva un particolare appeal tra i giovani.
Fedeli al motto tradizionale del Giornalino – «educare divertendo» – ma senza venir meno alla salutare vocazione all’intrattenimento, le tavole a fumetti di Toppi incantano nel gioco grafico di nero e bianco – «amo le acqueforti perché sono affascinato dal contrasto forte tra bianco e nero come qualcosa di definitivo» – luci e ombre, cose visibili e invisibili. Non si prestano a una lettura superficiale e svogliata, impongono riflessione, partecipazione. I suoi disegni dal tratto deciso quanto minuziosamente curato vanno assaporati, gustati. Colpiscono soprattutto per l’inconfondibile cifra stilistica, decisamente fuori dagli schemi sin dall’impostazione della pagina: al posto della disposizione regolare delle vignette spunta spesso un’enorme immagine costellata dai balloon disposti tutt’attorno. L’illustrazione anticipa il testo, senza seguire una sceneggiatura precostituita. «Buona parte dei fumettofili considera questo approccio un anatema – si schernisce Toppi – sostenendo che venga meno la sequenza narrativa, ma a me piace rompere gli schemi».
L’auspicio è che sfogliando questi volumi, ricchi di illustrazioni suggestive, le nuvole parlanti possano conquistare altri amici alla loro causa, un po’ come accadde proprio al giovane Toppi, sino a quel momento digiuno di fumetti e avviato a una sicura professione medica. «Su una bancarella a Bologna – ha confidato – sfogliando un numero di Asso di Picche, rimasi colpito dalla qualità dei disegni di Hugo Pratt (per il quale illustrerà anni dopo alcune storie di Corto Maltese, ndr) e Dino Battaglia». Da quell’incontro fortuito ebbe inizio una carriera che dura ormai da quasi mezzo secolo: dai primi disegni per l’Enciclopedia dei ragazzi della Mondadori alla collaborazione con i fratelli Pagot, Antonio (Toni) e Nino Pagotto, veri e propri pionieri dell’animazione italiana, famosi soprattutto per la creazione di Calimero, il pulcino nero del Carosello, personaggio cui Toppi diede il suo contributo. Alla fine degli anni Cinquanta, l’artista lombardo pubblica le prime tavole sul Corriere dei Piccoli e dalla metà dei Settanta collabora ininterrottamente col Giornalino, dove firmò la sua prima storia nel ’76: Amore alla vita, in cui affrontava il mondo letterario di Jack London per poi misurarsi con altri classici della letteratura. Da ricordare, sempre per il settimanale della San Paolo, anche la copiosa produzione di illustrazioni per l’inserto “Conoscere insieme”, in cui vennero sapientemente esplorati tutti i grandi temi della storia, dalle prime civiltà ai romani, dai vichinghi alle guerre del novecento.
Malgrado un palmarès ricco di collaborazioni con le più prestigiose case editrici e collane – da Sgt. Kirk a Linus, da Corto Maltese a L’Eternauta, da Ken Parker sino al più recente Nick Raider di Sergio Bonelli – e i riconoscimenti collezionati in Italia come all’estero, Toppi continua a temperare la sapiente matita e rilancia con nuove esplorazioni: non ultima l’incisione, cui si sta dedicando da un po’. Dopo aver inciso il suo nome nella storia dell’illustrazione "made in Italy".
Roberto Alfatti Appetiti
1 commento:
Il fumetto, secondo me, dal XX secolo ha preso nella cultura per gli adolescenti e per i molti adulti che lo amano lo stesso posto che aveva in precedenza per i più piccoli la fiaba. Leggere i fumetti fa bene,fa conoscere tempi e luoghi lontani, sviluppa l'immaginazione, e cosa ancora più importante, l'ironia e l'autoironia. In fondo un pizzico di autoironia può essere anche un buon aiuto per sdrammatizzare le difficoltà della vita quotidiana.
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