Dal Secolo d'Italia di giovedì 30 agosto 2007
Manu Chao scende in campo sulla politica francese. Il cantante icona dei no global – di cui sta per uscire l’album Radiolina dopo sei anni di assenza e di cui è il coproduttore – ammette quale sia oggi il “nemico principale” di tutte le sinistre neo-comuniste e antagoniste: il presidente Nicolas Sarkozy. «Ho paura – confessa – di quello che ci riserva. In Spagna, noi abbiamo avuto il nostro, Aznar. E la situazione non ha smesso di degradarsi». L’elezione di Sarkozy? «Annuncia un periodo difficile», ammonisce. Già precedentemente il cantante di Clandestino paragonando Sarkozy a Berlusconi lo aveva tratteggiato come la nuova “bestia nera” degli antagonisti: «Ci sono gli stessi sintomi – aveva detto – il potere sulle televisioni, il marketing politico».
Ma Manu Chao, in realtà, ha forse paura soprattutto di una cosa: che Sarko possa ridurre la sinistra antagonista in un vicolo cieco, sparigliando i giochi e togliendo spinta propulsiva all’idea stessa di “sinistra”. Nel frattempo, infatti, arriva l’ultimo colpo in ordine di tempo – e probabilmente non sarà il definitivo – ma sicuramente il più clamoroso finora della politica di “sfondamento a sinistra” del presidente francese Nicolas Sarkozy. C’è una sua decisione nella chiamata in un Comitato governtivo sulla valorizzazione del ruolo dell’insegnante dell’ex premier socialista, Michel Rocard, 76 anni, europarlamentare, figura storica della sinistra francese ed europea. Secondo Luc Berille, segretario generale del potente sindacato degli insegnanti Unsa-Education, questa nomina incarna al meglio la «famosa politica d’apertura di Sarkozy». E così si allunga la lista dei socialisti e dei personaggi di sinistra che sono o al governo guidato da Francois Fillon o in commissioni insediate dall’Eliseo: da Bernard Kouchner a Jack Lang, da Jean-Pierre Jouyet a Jacques Attali. Manu Chao si rassegni: anche i suoi (ex?) compagni preferiscono cantare Allons Enfant con Sarko che Radiolina con lui.
Ma Manu Chao, in realtà, ha forse paura soprattutto di una cosa: che Sarko possa ridurre la sinistra antagonista in un vicolo cieco, sparigliando i giochi e togliendo spinta propulsiva all’idea stessa di “sinistra”. Nel frattempo, infatti, arriva l’ultimo colpo in ordine di tempo – e probabilmente non sarà il definitivo – ma sicuramente il più clamoroso finora della politica di “sfondamento a sinistra” del presidente francese Nicolas Sarkozy. C’è una sua decisione nella chiamata in un Comitato governtivo sulla valorizzazione del ruolo dell’insegnante dell’ex premier socialista, Michel Rocard, 76 anni, europarlamentare, figura storica della sinistra francese ed europea. Secondo Luc Berille, segretario generale del potente sindacato degli insegnanti Unsa-Education, questa nomina incarna al meglio la «famosa politica d’apertura di Sarkozy». E così si allunga la lista dei socialisti e dei personaggi di sinistra che sono o al governo guidato da Francois Fillon o in commissioni insediate dall’Eliseo: da Bernard Kouchner a Jack Lang, da Jean-Pierre Jouyet a Jacques Attali. Manu Chao si rassegni: anche i suoi (ex?) compagni preferiscono cantare Allons Enfant con Sarko che Radiolina con lui.
3 commenti:
Mai sopportato Manu Chao, salvo quand'era coi Mano Negra che un paio di begli album li fecero (sebbene niente di paragonabile ai Clash che tanto emulavano).
Però quest'entusiasmo per Sarko proprio mi infastidisce. Cos'è: la sinistra esalta Chavez e allora un modello alternativo bisogna ben trovarlo?
Io vedo un uomo immagine che tanto piace a Bush, talmente ottuso da difendere una guerra insensata quando persino i sostenitori d'un tempo tacciono (salvo Giuliano Ferrara, ma ognuno ha i suoi).
Rimando, come al solito, al buon De Benoist. Ma è chiaro che la politica partitica, da destra come da sinistra, vola più basso nelle analisi e nelle soluzioni.
Concordo con quanto scritto nel post precedente.
Fa bene chi lo definisce USArko.
Io non ho particolare simpatia per Sarkozy, per giudicarlo aspetto di vedere cosa farà. Ho rinunciato anche a prendere il libro della Valensise (che è giornalista di spessore) per due motivi: perchè non ho tempo di leggere e, mio malgrado, preferisco dare la priorità alla narrativa; e perchè voglio farmi un'idea su Sarkozy a prescindere dal come sia arrivato alla presidenza. Quel che però voglio sottolineare è che, per arrivare dov'è, ha avuto il coraggio di mettersi contro Chirac, di assumere posizioni di rottura con i vecchi equilibri del centrodestra francese, di sparigliare i giochi (cooptando personalità di sinistra) nel nome di un superamento dell'ideologismo. Detto questo, altri aspetti del sarkozysmo mi lasciano perplesso, ma voglio vedere che succede...
Ciao Claudio e benventuo Andrea.
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