mercoledì 12 settembre 2007

E il Pd viaggia su un'auto di 50 anni fa (di Conan)

Corsivo di Conan
dalla prima pagina del Secolo d'Italia di mercoledì 12 settembre


L'immagine è immediatamente riconoscibile: uno schizzo stilizzato di una vecchia cinquecento, quella degli anni Sessanta per intenderci. Lo slogan è secco, quasi un ordine:«Riparty!». E' la descrizione di un manifesto apparso in questi giorni sui muri della capitale. La firma? «Partito democratico. Per cambiare insieme la politica». Il nuovo atteggiamento esistenziale e antipolitico della sinistra italiana è, incosciamente, tutto lì. In quel manifesto in stile retrò, in una vecchia Cinquecento che deve ripartire. Motore grippato? Finita la benzina? Qualche tempo fa, è stato proprio Adriano Sofri (nella foto) a pronunciare al riguardo una di quelle sue frasi molto suggestive: «E' un vero crimine - diceva Sofri durante la presentazione dell'ultimo libro di Veltroni - che la sinistra abbia regalato alla destra la parola "nostalgia", aver consegnato ai neofascisti l'appannaggio di un sentimento così nobile e necessario...». Ma di solito questo tipo di frasi non ha alcun effetto sulla realtà e sulla politica, rimangono lì come figurine di un album senza ricordi.
Eppure, a ben vedere, quelle parole sono state, questa volta, premonitrici di un nuovo atteggiamento della sinistra italiana che sta facendo della nostalgia per il passato la propria cifra psicologica e immaginifica. Una nostalgia per un mondo morigerato e sobrio, non tecnologico, senza popolo, senza veline, senza problemi. Nostalgia di un mondo mai esistito, certo, ma semplice semplice, dove tutte le cose stavano al loro posto, dove le masse erano masse, i borghesi erano borghesi e i capitalisti erano capitalisti... Solo così, forse, è possibile finalmente riuscire a spiegare una sinistra che rivaluta tutto e tutti purchè sia roba passata: Bettino Craxi e i film poliziotteschi, Guareschi e Totò, i Sessanta e gli Ottanta... Una sinistra che non riesce a sintonizzarsi col presente, che ha paura del futuro può, infatti, solo rifugiarsi in un passato immaginario. E cercare di far ripartire macchine che non funzionano più.

PS. Conan non sono io, né so di quale collega sia lo pseudonimo. Sta di fatto che i suoi corsivi sono sempre interessanti e intelligentemente "provocatori". Li pubblico (e raccolgo) qui con l'intento di sottrarli alla breve vita dei quotidiani e confidando di alimentare - se vi va - un confronto sui contenuti.

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