martedì 9 ottobre 2007

Caro Latorre, e se invece servisse una guerra? (di Conan)

Corsivo di Conan
Dal Secolo d'Italia di domenica 7 ottobre 2007

Dopo l'incendiaria trasmissione di Michele Serra, c'è subito chi cerca di gettare acqua sul fuoco dell'anti-politica. Come il senatore diessino Nicola Latorre, che ha immediatamente provato a rabbonire gli animi, tranquillizzando: «Tutti devono deporre le armi - ha detto al Corriere - evitiamo la guerra civile...». Parole di indubbio buon senso ma anche di dissimulato moderatismo. Perchè l'Italia è un Paese che per paura di confrontarsi, litigare, rischiare, preferisce stare fermo in un eterno equilibrio delle buone maniere. Ma se invece arrivasse questa benedetta guerra civile? Senza morti ammazzati, ovviamente, senza fucilazioni, deportazioni o altre di quelle cose ignobili che si facevano nelle guerre civili di una volta. Una "civilissima" guerra civile, ecco cosa servirebbe all'Italia e agli italiani: di quelle con i vincitori e i vinti, di quelle che dopo il Paese riesce ad andare avanti, finalmente. Una guerra di quelle che qualcuno se ne va in pensione con più nulla da dire e con più nessuno che lo ascolta.
Una guerra che sblocchi questo eterno presente che contiene in sé schegge di passato che non vuole morire. Di quelle guerre con le amnistie e le grazie e con gli eroi popolari che riescono a incarnare un nuovo corso, nuove decisioni, nuove alleanze. Di quele con i traditori e i traditi, con le urla e il disprezzo. Una bella pagina di conflitto e chiarezza che dia il diritto a tutti di pensare cose semplici, di conoscere nuovi compagni di strada e nuovi nemici. Che scateni nuove libertà e nuove passioni. Una guerra per mettere una pietra sopra all'italia che tutti gli italiani odiano profondamente: l'Italia statica, stanca e paurosa; l'Italia che non riesce più a sognare e ad avere visioni; l'Italia pessimista che non ha più la capacità, la volontà, il desiderio di continuare a costruire il proprio futuro. La guerra come sola igiene del mondo? Non esageriamo. Ma, certo, questa noiosissima pace italiana puzza troppo di quella polvere nascosta sotto i tappeti di una vecchia casa piena di tarli.
PS. Conan non sono io, né so di quale collega sia lo pseudonimo. Sta di fatto che i suoi corsivi sono sempre interessanti e intelligentemente "provocatori". Li pubblico (e raccolgo) qui con l'intento di sottrarli alla breve vita dei quotidiani e confidando di alimentare - se vi va - un confronto sui contenuti.

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