Dal Secolo d'Italia di mercoledì 17 ottobre 2007
In molti pensano che il bipolarismo sia, sostanzialmente, sintomo di demonizzazione dell'avversario o di tifoseria politica. Aggressivamente: "O di qua, o di là". E così qualcuno è intimamente convinto che l'unico modo per declinare la democrazia dell'alternanza sia demonizzare l'avversario. Ed è così che le dichiarazioni dei politici e le pagine dei giornali, alla prima occasione, si addensano di "mascalzoni", "incompetenti" o "incapaci", ovviamente, sempre e comunque, tutti "dall'altra parte". Una visione muscolare della dialettica politica che rimanda a quei discorsi, tronfi di retorica, che i comandanti degli eserciti di una volta facevano alle proprie truppe prima dell'assalto finale: un modo, insomma, di caricare i combattenti prima di mandarli a morire. Ma se di fronte alla vita, alla morte e al destino di una battaglia, quei discorsi erano tutt'altro che fuori luogo, qui e oggi, in quest'Italia post-novecentesca, la militarizzazione del confronto politico non ha davvero senso alcuno. Fanno ben sperare, a questo proposito, le parole di Veltroni che ha voluto svelare: "La cosa più carina è stata il biglietto che mi ha mandato Fini...". Piccole cose, si dirà, gesti di cortesia. Ma la politica è fatta anche di gesti che, al momento giusto, aprono la strada a nuovi comportamenti. Come non ricordare, ad esempio, anni '80, il presidente Pertini che andò a trovre in ospedale il povero Paolo Di Nella o la partecipazione di Almirante ai funerali di Berlinguer: gesti importanti che hanno "cambiato" l'Italia più di tante discussioni di taglio politologico e tanti modelli costituzionali...
Alessandra Longo su Repubblica ha parlato di "fattore effe" (effe come Fini) come "contributo ragionato al bipolarismo". Sì, un bipolarismo vero, fatto di rispetto reciproco e confronto civile. Perchè, per l'Italia, sarà un giorno felice quando si affermerà un bipolarismo maturo, fatto di scelte - anche diametralmente opposte - tra due schieramenti che, però, si riconoscono e si legittimano a vicenda. Senza bisogno di urlare a tutti i costi.
PS. Conan non sono io, né so di quale collega sia lo pseudonimo. Sta di fatto che i suoi corsivi sono sempre interessanti e intelligentemente "provocatori". Li pubblico (e raccolgo) qui con l'intento di sottrarli alla breve vita dei quotidiani e confidando di alimentare - se vi va - un confronto sui contenuti.
5 commenti:
Io credo che la visita di Pertini a Di Nella come la presenza di Almirante ai funerali di Berlinguer siano un segno di quella normalizzazione della politica che in Italia è mancata per troppi anni.
Il rispetto in politica è un segno di civiltà. Soprattutto tra chi è erede di storie di partiti popolari. Il Pci e il Msi erano formazioni interclassiste fatte di carne e idee.
Bene il bigliettino, ma nei confronti politici (vedi Atreju 2007) se le sono suonate di stanta ragione.
Mdf
zax giovanni:e manca ancora..
Ed è giusto che se le siano date, politicamente! :)
Ciao Antonio, benvenuto!
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