domenica 14 ottobre 2007

Ragazzi: crescete e moltiplicatevi nella blogsfera

Dal Secolo d'Italia, edizione domenicale del 14 ottobre 2007
La prima regola del Fight Club, come anche la seconda, è: non parlare mai del Fight Club. La prima regola della blogsfera, la parte abitata della rete, è: se hai un blog e non hai niente da dire, chiudilo. Ne sa qualcosa Romano Prodi. Fece la sua baldanzosa irruzione sul web nel febbraio 2005: scrisse tre laconici post in poco più di un mese. Fino alla ritirata: lavori in corso, blog sospeso. Ci ha riprovato pochi giorni fa, con una lettera aperta a proposito delle primarie, ma è stato un caso sporadico.
Prassi comune quanto indecorosa, quella dei siti usa e getta. Passata la campagna elettorale vengono dimenticati da tutti, persino dal candidato. Un esempio per tutti? Quello di Piero Marrazzo. Vinte le elezioni regionali, ha abbandonato al suo destino anche il portale con il suo nome. Tant'è che cliccando sul suo sito si viene rimandati, con una scelta di dubbio gusto istituzionale, direttamente alla Regione Lazio.
L’apprezzabile iniziativa di migliorare la comunicazione tra politico e cittadino si risolve generalmente nell’insoddisfazione reciproca. Ed è un peccato, perché le opportunità che offre la blogsfera sono inimmaginabili. C’è un però. Ferma restando la prima regola, occorre rispettarne un’altra, non meno importante: niente messaggi unilaterali. Il narcisismo autoreferenziale non paga. Chi “naviga” è in cerca di attenzione e dialogo, vuole confrontarsi, interagire, vuole essere ascoltato prima che convinto. Nella capacità di dare risposte a questo bisogno diffuso e di stimolare e poi “gestire” la partecipazione attiva si apre – nell’epoca post ideologica – lo scontro per l’egemonia culturale della rete, per dimensioni il più rilevante network di pubblica opionione che ci sia.
Non è un caso che il popolo che è sceso in piazza l'8 settembre per il famoso V-Day sia nato nato proprio sul web. Grazie al blog, quello di Beppe Grillo, che, al di là dei giudizi di merito sui contenuti, è aperto agli interventi di tutti, ospitando la voglia di comunicare e di partecipazione del popolo della rete. Un popolo che, ora se ne sono accorti finalmente anche i più scettici, ormai ha un peso specifico sempre più rilevante.
Sì, perché se fino a pochi anni fa i blogger erano pochi avanguardisti e gli utenti qualche migliaia, oggi sono milioni in tutto il mondo. E non è un caso che ad avvertire l’importanza della sfida, e a scaldare muscoli e soprattutto cervello, siano proprio i più giovani. «Con un video di denuncia, ripreso con un semplice videofonino e facilmente inseribile su YouTube – ci dice Francesco Filini, consigliere under 30 di Alleanza Nazionale nel IV Municipio di Roma e animatore di una webtv personale, “Filini.tv, informazione in piena libertà digitale” – si possono raggiungere più persone realmente interessate di quanto sia possibile fare con manifesti e volantinaggi che spesso lasciano il tempo che trovano. E catturano l’attenzione dei media più dei comunicati tradizionali». Vero. Lo stesso Filini – con i suoi video, tra cui una vera e propria inchiesta in quattro parti su sprechi e disservizi dell’Ama di Roma – ha creato più di qualche grattacapo al sindaco Veltroni. Per la comunicazione politica si tratta di una rivoluzione. «La sinistra è più organizzata – riferisce tutt’altro che rassegnato Filini – ma la destra ha maggiore confidenza con le nuove tecnologie e offre una migliore qualità di contenuti multimediali». Capacità dimostrate già in occasione di Atreju, la festa nazionale di Azione Giovani svoltasi al parco romano del Celio il mese scorso: dibattiti trasmessi in diretta audio e video su Atreju.tv ed evento seguito e amplificato in tempo reale dal prezioso volontariato dei blogger di “area” e di Tocque-Ville.it, “la città dei liberi”, portale “aggregatore” arrivato a contare ben 1291 “cittadini” tra siti e blog di centrodestra animati da spirito “fusionista”.
Ma non è l’unico esempio di “attivismo” capace di creare un solido ponte tra politica e cittadino. Un’altra esperienza più che positiva si è dimostrata quella di Radio Sicura – la “web radio sulla sicurezza” nata con il sito romasicura.it – che ha offerto un contributo importante all’imponente corteo di ieri. «Raccoglievamo le mail dei cittadini e le commentavamo sulla web radio – racconta l’infaticabile Filini – creando un filo diretto con chi vive sulla propria pelle l’illegalità diffusa che affligge diverse zone di Roma (monitorate dal sito in dettagliate “mappe di insicurezza”, ndr)». L’esperimento è stato talmente partecipato che andrà avanti e la webradio ha già un nuovo nome: Radioazione. «Ma non sarà la web radio di Azione Giovani – puntualizza Francesco – ci occuperemo di linguaggi giovanili, tendenze, sociale e di molto altro». Già, non è più sufficiente limitarsi al “blogrolling” (segnalare nel proprio sito, “linkandoli”, i blog “amici”, ndr). «Dall’esperienza dei portali “aggregatori” bisogna passare a forme più organizzate e politicamente incisive». E c’è da credere che ne vedremo delle belle. La sfida è lanciata. Niente a che vedere con i 249 candidati che al Festival dei Blog, che si conclude oggi a Urbino, si contenderanno i “Blog Awards”. L’ambizione è tutta politica. Blogsfera, ci siamo.

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