martedì 23 ottobre 2007

Uòlter, che noia... meglio la piazza, è più "in" (i "cittadini" di TocqueVille discutono)

Dal Secolo d'Italia edizione domenicale del 21 ottobre 2007

Nella blogsfera non si parla d’altro che del dopo-primarie, o quasi. A sinistra come a destra. Non c’è blogger che non abbia detto la sua. Su TocqueVille.it – la città dei liberi, il più grande portale “aggregatore” di siti e blog di centrodestra della rete, i “cittadini” fabbricano post e scatenano commenti. C’è chi irride al trionfalismo dilagante e chi invita a non sottovalutare cotanta mobilitazione. Chi si esercita nell’analisi politica più sottile e chi si interroga ironicamente sulla nebulosa del “Uolter” pensiero. «A Firenze – riferisce Davide Romano su Libero Pensiero – c’erano la lista di Cioni (quello anti-lavavetri) e quella di Colombo (pro-lavavetri), contrapposte ma entrambe a sostegno di Veltroni». Luciano Lomangino sul suo blog 365 si limita a tirare un sospiro di sollievo: «Archiviata questa farsa delle cosiddette primarie dall’esito preconfezionato usciremo finalmente da un clima vagamente sovietico e non dovremo sorbirci più i candidati alla segreteria del Pd che imperversavano ovunque». Già, perché a una settimana dall’evento le truppe veltroniane si sono dovute ritirare dalle prime pagine dei grandi quotidiani e accontentarsi di occupare quelle culturali per la Festa romana del cinema, meditando altre iniziative immaginifiche come la “giornata del tesseramento”.
L’osservatore di Romano (sì, esiste un blog, cliccatissimo, che si chiama così) avverte: «Senza risultati tangibili l’ebrezza del voto svanirà presto e se Veltroni dissiperà i consensi senza tradurli in concreto riformismo farà la stessa fine di Prodi». Valentina Meliadò ne è certa: «Veltroni, con quell’aria da “inclusive man”, per cui i cattivi vanno puniti ma anche capiti, gli italiani sono scontenti ma il governo sta facendo bene, le riforme vanno fatte però bisogna ascoltare tutti e così via, non andrà lontano». Gli fa eco Vento Liberal: «In Italia non c’è bisogno di eliminare le contrapposizioni ma di crearne. Il partito del “ma anche” punta a non scontentare nessuno ma simpatia e riformismo non vanno di pari passo, il riformista è antipatico perché tocca i privilegi, le corporazioni e le clientele».
Azzurro Libero, che titola il suo “editoriale” «Sotto il vestito niente», è sicuro: per il popolo di centrosinistra «sarà un brutto risveglio. Prodi sta sempre lì e con lui il peggior governo della storia repubblicana». Sì, perchè ci tengono a sottolinearlo, i blogger di destra: il voto alle primarie non è stato certo espressione di un atto d’amore per il governo. «Come riuscirà il Pd a conciliare questo esecutivo con gli intenti riformisti? – si domanda RDM20 (che sta per "il rumore dei miei venti") – E’ indicativo come Prodi nel giorno dell’incoronazione di Uolter si sia precipitato da Bologna a Roma in fretta e furia per stringere la mano al suo miglior nemico ma soprattutto per dimostrare all’opinione pubblica che è ancora lui a tenere in mano le redini». Barbara Dì è persino “ammirata”: «Fino a ieri tutti sostenevano che il successo di Uolter avrebbe segnato la fine del governo. Adesso il Prode ribalta le carte e afferma che sarebbero caduti in caso di flop». E conclude affermando la sua voglia di politica: «Abbiamo fame di programmi, di proposte, di una speranza reale per il nostro futuro, ma siamo sempre più nauseati da questa politica che dialoga solo con se stessa. In fondo la differenza tra politica da salotto, priva di contenuti, e politica popolare, che infiamma gli animi, si è resa evidente tra sabato e domenica scorsi, tra le primarie dell’Ologramma, del Corriere e di Repubblica, e la strepitosa manifestazione di sabato di An, culminata nel discorso di Fini. Io scelgo la seconda».
«Quest’anno sono di moda le folle – scrive Daniela Condemi – quelle di Grillo e della Brambilla, poi la manifestazione di An, le primarie del Pd e altro ancora. Insomma, antipolitica un tubo. Non siamo nemmeno in campagna elettorale e in giro, invece, è proprio tornata tanta voglia di fare politica». Già, altro che antipolitica. «A Grillo piace la piazza ma non il voto che essa esprime – scrive Davide Romano – ecco perché non ha mai accettato un dibattito (per esempio sul libro sui precari). Preferisce gli applausi al confronto. La sua è una comunicazione sempre monodirezionale». Della stessa opinione Martin Venator che nel suo blog dell’Anarca rincara la dose: «In questo paese non c’è alcuna crisi della politica. L’antipolitica emergente è solo il volto della crisi spaventosa di una cultura politica, quella di centrosinistra, incapace di leggere la modernità. Mi fa ridere che per superare la sua crisi la sinistra si travesta da destra (e in questo Veltroni è abilissimo). La berlusconizzazione della sinistra (di cui il Pd è l’esempio) è la più grande vittoria del Cavaliere». Anche se non mancano giudizi più cauti: «L’ironia non serve, bisogna capire per poi magari mettere in pratica – avverte Ziguarrat nel suo blog NextCon – perché se oltre tre milioni di persone decidono di andare a votare in una bella giornata di ottobre malgrado un governo tra i più pasticcioni della storia italica un motivo deve esserci». «Se questo governo dovesse sopravvivere un paio di anni – arriva ad azzardare William Wallace sul blog Di fenomeni in giro non ce n’è – per la casa delle libertà si potrebbe mettere male». E Sciopenàuer, blogger dal nome impegnativo, incalza: «Il centrodestra compia un nuovo sforzo. Basterebbe la fusione tra FI e An, di fatto già avvenuta da anni tra gli elettori». «Il Pd era nato da appena due ore – chiosa il giovane romanziere Antonio Gurrado nel suo blog Scribacchiature – e improvvisamente tutti i leader del centrodestra davano pieno appoggio retroattivo alla manifestazione di An». Adesso, però, parlino i fatti.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so........mi pare che tutti sono contro questo Walter.....che niente, niente, facesse paura?

Anonimo ha detto...

Ciao Uòlter, che fai leggi il blog e poi ti mandi i messaggi di solidarietà? Non fai paura, anzi sì. Non si può più dire niente contro di te che c'è il rischio di pena di morte per lesa maestà!

Chris ha detto...

Grazie della citazione

Roberto Alfatti Appetiti ha detto...

Di niente Chris!

Uòlter fa paura? "Ma anche" ride'.

:))