Corsivo di Conan
Dal Secolo d'Italia di giovedì 15 novembre
Il grande problema delle analisi fatte a caldo, sulla spinta emotiva della cronaca nera, è che si è indotti a esaminare qualsiasi fenomeno sociale attraverso le sue inevitabili eccezioni. E di queste eccezioni farne una regola generale, facendo diventare gli uomini, i singoli individui, categorie astratte che nulla hanno a che fare con la realtà. È così, ad esempio, che i tifosi diventano tutti «terroristi» ed è anche così che lagioventù di questi anni diventa – lo ha scritto ieri La Stampa discettando tra il delitto di Perugia e le devastazioni da parte degli ultras a Roma – la «peggio gioventù ». Ma in questo furore generalizzatore si perdono le sfumature, si dimenticano le persone vere, in carne e ossa. Può succedere allora – lo fa Vittorio Macioce sul Giornale – di definire il fenomeno ultras tout court come antimoderno: «È la cultura dei rifiuti del Novecento – scrive Macioce – dei nemici della modernità, di chi ha paura in una società aperta. I nostalgici di tutto il mondo si sono dati appuntamento in curva. E da li vogliono cristallizzare il mondo». Generalizzare le eccezioni negative è, in definitiva, il miglior modo per soffocare le individualità. Viene da chiedersi: era forse antimoderno il povero Gabriele, ultras leggero, Dj sorridente che di giorno lavorava nel negozio del padre? Forse non beveva Coca-Cola? Non andava da McDonald’s? E sono antimoderni i migliaia di giovani che, civilmente, gli hanno dato il loro ultimo saluto? Viene da chiedersi, allora, cosa sia la modernità. Dal ragionamento del Giornale ne scaturisce un’idea di modernità triste, senza anima e senza gioco. E senza alcuna carica vitale. Una modernità sostanzialmente statica, impiegatizia, (antimoderna?) in cui ognuno faccia il proprio dovere da bravo cittadino modello, in cui i giovani, come già auspicava Benedetto Croce, abbiano in sostanza «l’unico dovere di crescere più in fretta possibile». Be’, se questa fosse l’unica modernità possibile (ma non lo è), allora ci si potrebbe anche dire antimoderni. Dalla parte dei tifosi.
PS. Conan non sono io, né so di quale collega sia lo pseudonimo. Sta di fatto che i suoi corsivi sono sempre interessanti e intelligentemente "provocatori". Li pubblico (e raccolgo) qui con l'intento di sottrarli alla breve vita dei quotidiani e confidando di alimentare - se vi va - un confronto sui contenuti.
1 commento:
La morte di Gabriele è una tragedia per tutti, è stato vergognoso il silenzio della polizia e il ricamare notizie da parte della stampa. Ma ancora piu' vergognoso è la strumentalizzazione che certi gruppi di violenti hanno fatto della morte di questo ragazzo scatenando la guerriglia urbana a Roma e Bergamo con scene che speravamo di non vedere qui in Italia.
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