Dal Secolo d'Italia di sabato 3 novembre 2007
Quello di "vincere da soli" è il suggerimento settimanale di Giampaolo Pansa dalle colonne de L'Espresso. E da quelle di Panorama, Giuliano Ferrara lancia un consiglio analogo: "Caro Walter, impara da Sarkò". E' in sostanza l'individuazione del tema politico che sta al cuore del "caso italiano": la capacità della nuova politica di dire - per usare le parole di Pansa - "basta alle cordate di amici degli amici, agli enti spartitori fra i soliti noti, ai media lottizzati sino al limite del grottesco...". Dire basta alle mediazioni continue, all'indecisionismo come metodo, a soggetti e coalizioni in cui "non si capisce chi comanda, partiti con un vertice spappolato, dove il leader deve vedersela ogni giorno con cinque o sei sotto-leader sempre pronti a sgambettarlo, e con una babele di correnti alle quali non importa nulla della forza del partito, ma soltanto del fatturato dei singoli clan".
E' efficace l'editoriale di Pansa e ha il coraggio di spingersi al punto di dire che è proprio su questo che si gioca la possibilità di una nuova stagione politica. E la condizione passerebbe, come suggerisce Enzo Bettizza sulla Stampa, per la "decostruzione del classico Partito italiano con la maiuscola". Occorre però una condizione prelimnare, che faccia nascere - aggiunge Pansa - "un partito davvero monocratico, guidato da un uomo solo al quale vengano delegati tutti i poteri. E' uno schema berlusconiano? Può darsi. Ma oggi - conclude - gli elettori sono stanchi di partiti dove non si capisce chi comanda...". Passa infatti attraverso questo passaggio la "rivoluzione" che tutti i cittadini aspettano per affermare bipolarismo e meritocrazia. Una sfida titanica secondo Pansa. Una sfida per Veltroni, che deve riuscire a dimostrare di governare il suo partito scalzando colonnelli, correnti e mediazioni. Una sfida anche per la destra. Qui Fini ha già spiegato: " Non c'è niente di peggio che scegliere degli amici che poi si rivelano incapaci: tutti sono bravi a cavalcare l'onda, ora occorre lasciare spazio a chi capisce cosa c'è sotto, a chi sa interpretare e anticipare il nuovo...".
Luciano Lanna, laureato in filosofia, giornalista professionista dal 1992 e scrittore (autore, con Filippo Rossi, di Fascisti immaginari, Vallecchi 2004), oltre ad aver lavorato in quotidiani e riviste, si è occupato di comunicazione politica e ha collaborato con trasmissioni radiofoniche e televisive della Rai. Già caporedattore del bimestrale Ideazione e vice direttore del quotidiano L'Indipendente, attualmente è direttore responsabile del Secolo d'Italia.
1 commento:
Quella di cui parla Fini è comunque una malattia comune sia al centrodestra che al centrosinistra creata dai partiti della Prima Repubblica e poi continuata sotto Berlusconi.
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