giovedì 7 febbraio 2008

Cary-Walter, aspettando un premio Oscar (di Maurizio Bruni)

Corsivo di Maurizio Bruni
Dal Secolo d'Italia di sabato 2 febbraio 2008

Secondo una vecchia leggenda di Hollywood, Cary Grant era talmente ossessionato dalla necessità di apparire che si faceva stirare persino i lacci delle scarpe. Si ritirò dal cinema e dalla gloria a soli sessantadue anni, deluso perché fino a quel momento non gli era mai stato assegnato l’agognato premio Oscar. E finì con un ruolo da consulente creativo per la casa cosmetica Fabergé. Eppure Walter Veltroni, intervistato per L’espresso da Lietta Tornabuoni, ammette candidamente: «Avrei voluto essere Cary Grant: avere la sua eleganza e leggerezza...».
Tutto ritorna, in effetti, a cominciare dalla volontà di apparire. È di questi giorni la notizia che sono già quattro i film tratti dai libri del sindaco di Roma e leader del Partito democratico. È dello scorso anno
Piano solo, tratto dal romanzo Il disco del mondo. Sarebbe già pronto Senza Patricio, girato da Gianni Amelio, che riprende anche il titolo dal secondo romanzo veltroniano. Di Franco Brogi Taviani uscirà tra poco la docu-fiction d’ambiente africano Forse Dio è malato. E si annuncia anche una pellicola tratta dal romanzo La scoperta dell’alba, dedicata al terrorismo degli anni Settanta. Quattro film in soli due anni: «Non era mai avvenuto – rileva la Tornabuoni – né per Pirandello né per Moravia». «Capisco – ammette Veltroni – perché i miei testi piacciono ai registi: mentre scrivo io vedo, scrivo come se si trattasse di una struttura filmica...». Del resto, la scelta per la politica – così ricorda il sindaco – fu una ”rottura“ con la sua vera vocazione: «Ero sul set, aiuto regista di Gianni Bongioanni, quando mi telefonarono dal partito: dovevo fare il responsabile degli studenti». E adesso, che “deve” fare il segretario del Partito democratico? Continua a ricordare con nostalgia che avrebbe voluto essere Cary Grant. E c’è sempre qualcuno che gli stira i lacci delle scarpe...

Nessun commento: