venerdì 11 aprile 2008

A chi i Cesaroni? Non certo a Walter & Co. (di Conan)

Corsivo di Conan
Dal Secolo d'Italia di venerdì 11 aprile 2008
Veltroni e l'Italia popolare? La sinistra e i Cesaroni?Un'attrazione obbligata ma impossibile, come quella dell'asino e la carota descritta più di trent'anni fa dallo scrittore Fortunato Pasqualino: "L'asino era cosciente del trucco ma non poteva fare a meno di continuare a illudersi, di procedere, per una debolezza intrinseca al suo essere corpo e fame, malgrado il disgusto per quel dovere sottostare a un gioco in fondo stupido; e inesorabile. La carota, sul muso, appena qualche centimetro, un abisso, il regno dei cieli promesso agli umili asini della terra...". Ed è proprio questa l'odierna condizione esistenziale di una sinistra da sempre elitaria che continua a inseguire la sua personalissima carota: quell'Italia maggioritaria e popolare che ha visto sempre da lontano (e dall'alto). Come i cani da corsa con la loro lepre, così la sinistra non può fare a meno di pedinare l'Italia normale e anti-ideologica, quell'Italia che sogna con semplicità collettiva e affronta i problemi con coraggio individuale. Quell'Italia, insomma, interpretata oggi dalla fiction Mediaset che racconta la vicenda della romanissima famiglia dei Cesaroni.
Ma non c'è niente da fare, la carota è ancora lì davanti, stessa distanza incolmabile... Non vale l'inno di Mameli, non serve l'utilizzo strumentale di Francesco Totti... Trucchi studiati a tavolino. Da ultimo, c'ha provato anche l'Unità. Lo ha fatto con l'ex portavoce di Veltroni, Paolo Soldini: "Da un quartiere romano, la famiglia dei Cesaroni non farebbe mai suo uno slogan di destra...", dice il giornalista. Ma gli hanno risposto gli stessi protagonisti della fiction: "Sembra un'operazione sgradevole", dicono. E poi, soprattutto: "Pensate a Cesare Cesaroni, ma quelli dell'Unità sono proprio sicuri che sia di sinistra piuttosto che...". Già, piuttosto che... E' quel piuttosto che proprio non va giù a Veltroni & Company.
Conan non sono io, né so di quale collega sia lo pseudonimo. Sta di fatto che i suoi corsivi sono sempre interessanti e intelligentemente "provocatori". Li pubblico (e raccolgo) qui con l'intento di sottrarli alla breve vita dei quotidiani e confidando di alimentare - se vi va - un confronto sui contenuti.

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