Dal Secolo d'Italia di venerdì 25 aprile 2008
«Schermi di piombo. Il terrorismo nel cinema italiano», dopo aver fatto discutere come libro (Edizioni Rubettino 2007), il primo ad affrontare organicamente il complesso rapporto tra terrorismo e grande schermo, diventa ora un’altrettanto completa retrospettiva delle pellicole che hanno raccontato il terrorismo nel contesto più generale della violenza politica. Curata dall’autore del saggio, Christian Uva (di cui si segnala anche l'ottimo Destra e sinistra nel cinema italiano, Edizioni interculturali), in collaborazione con la Cineteca Nazionale, la rassegna – che si terrà presso il Cinema Trevi dal 25 aprile al primo giugno – prenderà il via oggi alle 17 con la proiezione de La macchina ammazzacattivi di Roberto Rossellini (’48) e, a seguire, de Il terrorista di Gianfranco De Bosio (’63) e di Colpo di Stato di Luciano Salce (’68). E non mancheranno pellicole come La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana e Buongiorno notte di Marco Bellocchio.
L'iniziativa si propone, in sostanza, come una "antologia completa" della produzione cinematografica italiana sui temi tragici degli anni Settanta, quali la violenza politica, la lotta armata, il brigatismo, il golpismo, le bombe, i servizi segreti deviati, lo spontaneismo armato.
Una no-stop che si articolerà nel fine settimane e nei giorni successivi tra film e incontri- dibattito, tra cui quello di Christian Uva con Carlo Lizzani in programma domenica 27 aprile alle 17. Scorrendo i titoli, a farla da leone è il tanto disprezzato cinema popolare, dalla commedia satirica al “poliziottesco”, «come – ha ricordato l’autore – fu spregiativamente definito dalla critica ideologica il poliziesco all’italiana». Eppure, per l’intero decennio dei ’70 fu proprio il cinema di genere a raccogliere coraggiosamente la sfida di fotografare e portare al cinema e al grande pubblico le tensioni e i drammi che sconvolsero le grandi città italiane: gli scontri sempre più feroci tra “opposti estremismi”, la nascita del terrorismo come “violenza organizzata” e le ombre cupe dello stragismo.
«Le grandi firme – ha ricordato Uva – latitavano, forse a causa di un imbarazzo ideologico che ha accomunato molti registi, restii a misurarsi con un tema il cui retroterra culturale e politico è il medesimo nel quale alcuni di essi si sono formati». Solo nei primi anni Ottanta, quando la lotta armata esaurisce la propria spinta (sia pure con violenti rigurgiti), il cinema popolare si disimpegna e quello d’autore inizia a dire la sua. In ogni caso, l’approccio rimane totalmente diverso: il poliziottesco si nutriva della cronaca restituendone – a volte rozzamente e senza sfumature – le dinamiche; gli autori si soffermavano soprattutto su una visione “intimistica” degli anni di piombo, indagando sulle vicende personali dei terroristi, «molti sentendosi in qualche misura corresponsabili – ha scritto Uva – o, all’opposto, per dichiarare la propria lontananza morale da quei fatti». Il calendario della rassegna dà ampio spazio a entrambe le “voci”, alternandole a dibattiti che si preannunciano di estremo interesse in un momento in cui – con la cancellazione della rappresentanza della sinistra in parlamento – c’è già chi torna ad agitare lo spauracchio del terrorismo e, pertanto, diventa attuale quanto opportuno indagarne motivazioni e suggestioni.
Vanno segnalati, tra gli altri, l’incontro su «’Il 77 e l’ala creativa» (giovedì 15 maggio) con Pablo Echaurren, Pasquale Squitieri e rappresentativi protagonisti di quella componente, spazzata via da una minoranza estremista e intollerante, e quello sul tema «Terrorismo tra cinema e narrativa» (mercoledì 21 maggio) con Mimmo Colapresti, Francesca D’Aloja, Giancarlo De Cataldo e Gabriele Marconi.
La manifestazione ospiterà, inoltre, il convegno accademico internazionale “L’immagine del terrorismo tra cinema e televisione” – sempre curato da Christian Uva e organizzato per conto del Dipartimento Comunicazione e Spettacolo – che si terrà l’8 maggio presso l’Università Roma Tre (Aula B1, via Ostiense 133 b) e vedrà la partecipazione di studiosi provenienti anche dalla Gran Bretagna, dal Canada e dagli Stati Uniti.
Per informazione su titoli e programmazione completa: Cinema Trevi, Roma, Vicolo del Puttarello, 25 - tel.: 06.6781206 - 06.72294301/389.
Una no-stop che si articolerà nel fine settimane e nei giorni successivi tra film e incontri- dibattito, tra cui quello di Christian Uva con Carlo Lizzani in programma domenica 27 aprile alle 17. Scorrendo i titoli, a farla da leone è il tanto disprezzato cinema popolare, dalla commedia satirica al “poliziottesco”, «come – ha ricordato l’autore – fu spregiativamente definito dalla critica ideologica il poliziesco all’italiana». Eppure, per l’intero decennio dei ’70 fu proprio il cinema di genere a raccogliere coraggiosamente la sfida di fotografare e portare al cinema e al grande pubblico le tensioni e i drammi che sconvolsero le grandi città italiane: gli scontri sempre più feroci tra “opposti estremismi”, la nascita del terrorismo come “violenza organizzata” e le ombre cupe dello stragismo.
«Le grandi firme – ha ricordato Uva – latitavano, forse a causa di un imbarazzo ideologico che ha accomunato molti registi, restii a misurarsi con un tema il cui retroterra culturale e politico è il medesimo nel quale alcuni di essi si sono formati». Solo nei primi anni Ottanta, quando la lotta armata esaurisce la propria spinta (sia pure con violenti rigurgiti), il cinema popolare si disimpegna e quello d’autore inizia a dire la sua. In ogni caso, l’approccio rimane totalmente diverso: il poliziottesco si nutriva della cronaca restituendone – a volte rozzamente e senza sfumature – le dinamiche; gli autori si soffermavano soprattutto su una visione “intimistica” degli anni di piombo, indagando sulle vicende personali dei terroristi, «molti sentendosi in qualche misura corresponsabili – ha scritto Uva – o, all’opposto, per dichiarare la propria lontananza morale da quei fatti». Il calendario della rassegna dà ampio spazio a entrambe le “voci”, alternandole a dibattiti che si preannunciano di estremo interesse in un momento in cui – con la cancellazione della rappresentanza della sinistra in parlamento – c’è già chi torna ad agitare lo spauracchio del terrorismo e, pertanto, diventa attuale quanto opportuno indagarne motivazioni e suggestioni.
Vanno segnalati, tra gli altri, l’incontro su «’Il 77 e l’ala creativa» (giovedì 15 maggio) con Pablo Echaurren, Pasquale Squitieri e rappresentativi protagonisti di quella componente, spazzata via da una minoranza estremista e intollerante, e quello sul tema «Terrorismo tra cinema e narrativa» (mercoledì 21 maggio) con Mimmo Colapresti, Francesca D’Aloja, Giancarlo De Cataldo e Gabriele Marconi.
La manifestazione ospiterà, inoltre, il convegno accademico internazionale “L’immagine del terrorismo tra cinema e televisione” – sempre curato da Christian Uva e organizzato per conto del Dipartimento Comunicazione e Spettacolo – che si terrà l’8 maggio presso l’Università Roma Tre (Aula B1, via Ostiense 133 b) e vedrà la partecipazione di studiosi provenienti anche dalla Gran Bretagna, dal Canada e dagli Stati Uniti.
Per informazione su titoli e programmazione completa: Cinema Trevi, Roma, Vicolo del Puttarello, 25 - tel.: 06.6781206 - 06.72294301/389.
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