venerdì 9 maggio 2008

Giorgia, icona della svolta giovane e antiretorica (di Michele De Feudis)

Articolo di Michele De Feudis
Dal Secolo d'Italia di venerdì 9 maggio 2008
Giovane ma non giovanilista, istituzionale ma non paludata, sobria ma non pallosa, Giorgia Meloni sarà la donna giusta al posto giusto nel governo Berlusconi. Ministro più giovane della storia repubblicana, dopo esser stata il più giovane vicepresidente della Camera, la Meloni guiderà il dicastero delle Politiche giovanili con l’agilità con cui ha attraversato lo stivale al volante della sua Mini Cooper, e con lo stesso decisionismo con cui ha guidato il movimento giovanile e le sedute parlamentari (quando richiamava all’ordine senza tentennamenti anche vecchi soloni di Montecitorio).
«La responsabilità di essere un giovane ministro? Certo che la sento. In un’Italia nella quale i trentenni troppo spesso sono considerati inadeguati a ricoprire incarichi di responsabilità – spiega – la mia nomina è molto più che un segnale in controtendenza. È una rottura rispetto a una vulgata che voleva i giovani esclusi dalla possibilità di dare un senso alla propria voglia di cambiamento. È questa la scommessa di una classe politica che vuole investire sul futuro».
E sul suo blog sottolinea che «è una sfida che raccolgo volentieri, per rispetto della mia storia personale e nell’interesse di tutti gli italiani». La Meloni è un simbolo dolce della nuova Italia sancita dalle elezioni d’aprile, di una nuova politica che finalmente metterà in soffitta pletoriche elucubrazioni sull’altezza dei tacchi e sulla marca delle borse delle onorevoli. Interpretando lo spirito del tempo e la voglia di evitare di incorrere nel forcone dell’antipolitica, questa legislatura sarà caratterizzata da un profilo differente, di concretezza e discrezione insieme.
Al punto che la povera Maria Laura Rodotà, meno brillante del solito dopo la sconfitta veltroniana (ma in compagnia dello spuntato vignettista Vauro, ormai privo di ispirazione), per tracciare un profilo del neoministro, non può che rifugiarsi – sul più importante quotidiano italiano – in qualche citazione scopiazzata da Wikipedia.
Giorgia avrà le deleghe che furono della newyorkese chic Giovanna Melandri, a cui i ragazzi di Azione Giovani dedicarono un sito, “La Melandrina”, per satireggiare sul suo immobilismo. E a colei che l’ha preceduta – che ha avuto più attenzione per la sua vacanza, prima negata e poi ammessa, in Kenia ospite di Flavio Briatore che per i suoi atti politici nel governo Prodi – riserva garbate parole di stima. «Nessuna continuità sul piano dei valori e della pratica – chiarisce subito – ma grande attenzione per l’impegno della Melandri nel dare risposte ai problemi giovanili. Insomma ci ha messo tanta serietà, pur proponendo soluzioni che da destra non abbiamo mai condiviso».
Una volta ufficializzata la sua nomina, la prima telefonata l’ha riservata alla mamma, poi è stata sommersa da telefonate dei militanti di Ag di tutta Italia. E non ha nessun dubbio quando dedica questo traguardo politico «ai tanti ragazzi del Fronte della gioventù, a quelli che non sono più con noi, e ai ragazzi del movimento giovanile che hanno lastricato di passione patriottica tutte le strade d’Italia».
Giorgia di strada tanta ne ha fatta da quando iniziò a militare nel nucleo della Garbatella (anche il blog personale giorgiameloni.garbatella.it è legato irrimediabilmente e con orgoglio all’identità territoriale). «E mettiamo in chiaro una cosa – ci scherza su – prima dei Cesaroni, sono stata io a sdoganare il mio bel quartiere». Sottintesa c’è una dichiarata disponibilità a recitare, prima o poi e sempre dopo gli impegni istituzionali, un cameo nella fortunata serie televisiva. Al nuovo incarico, la Meloni si approccia senza retorica e con la consapevolezza di mettere mano in un ambito che conosce approfonditamente. «La condizione giovanile non può essere affrontata con slogan e improvvisazione – ribatte – perché c’è una intera generazione afflitta da una pericolosa precarietà esistenziale, che passa dal problema degli affitti alle aspirazioni di vita limitate dalle difficoltà professionali. L’impegno di questo governo sarà nel produrre risposte non settoriali, ma espressione di una visione globale delle tematiche giovanili. In questo quadro organico lavoro e diritto alla casa saranno priorità monitorate costantemente».
La burocrazia ministeriale, ben presto, dovrà fare i conti con i ritmi serrati di lavoro del presidente di Azione Giovani che scadenza implacabilmente sui quadernoni a quadretti le tappe della sua giornata di lavoro. Per il movimento giovanile della destra, la nomina a ministro della Meloni è un successo straordinario, e una implicita assunzione di responsabilità. «Ag è stata un importante laboratorio della politica italiana al pari del Fronte della Gioventù – aggiunge – e continuerà ad esserlo anche in futuro. Il futuro della nostra organizzazione? Lo sceglieremo insieme, con i tanti militanti e dirigenti che quotidianamente hanno dato forza ed energia al progetto della destra di governo». L’ultimo ministro donna di An, nel primo governo Berlusconi, era stata Adriana Poli Bortone. E alla senatrice leccese la Meloni dedica l’ultimo pensiero: «È la più bella espressione delle donne di destra: sarà un punto di riferimento e una bussola per me e per tutto il partito».
Michele De Feudis è giornalista e scrittore, collaboratore dell'Ansa e del Secolo d'Italia. Scrive di libri, cinema, politica e calcio per quotidiani nazionali. Ha curato il libro Tolkien, la Terra di Mezzo e i miti del III millennio, edito da L'arco e la corte (Bari).

1 commento:

gemma ha detto...

Anch'io ,non di AG, ma di AV ( vecchi) ho immediatamente inviato un sms a Giorgia che apprezzo da sempre sia per ciò che esprime con le parole ( l'ho seguita con molto interesse ed orgoglio in tante occasioni) sia per la schiettezza che traspira dal suo modo di comunicare. mi piace proprio! sono orgogliosa della nostra giovane ministro. farà grandi cose! Brava Giorgia, buon lavoro Gemma Andreini