mercoledì 14 maggio 2008

Non possiamo restare a Nutella e Vespa (di Maurizio Bruni)

Corsivo di Maurizio Bruni
Dal Secolo d'Italia di martedì 13 maggio 2008
Cosa salvano del made in Italy gli under35? Poche cose ma buone, veri e propri simboli anche a livello internazionale: la Fiat 500, la Vespa, la Ferrari e, infine, la Nutella. Lo attesta l’Ipsos in un sondaggio presentato ieri al Forum della Pubblica amministrazione. L’indagine, concentrata proprio su ricerca e innovazione, mette a nudo speranze e timori dei giovani di oggi, ne spiega le attese, ne registra l’immaginario. E al primo posto c’è, indubbiamente, il valore dell’innovazione che, insieme a quello della creatività, definisce il forte bisogno di modernizzazione che circola oggi in Italia.
C’è però una evidente sfasatura tra questa esigenza e le icone italiane ritenute tali da questi ragazzi degli anni Duemila. La Fiat 500 (evoluzione della Topolino, l’utilitaria di massa voluta da Mussolini e immessa nel mercato nel 1936) è stata prodotta nel periodo che va dal 1957 al 1975. Che è pressappoco lo stesso periodo del trionfo della Vespa Piaggio tra i teen ager. D’altronde, anche la grande epopea di massa della Ferrari e la diffusione di massa della Nutella corrispondono alla stessa epoca: gli anni del boom, il secondo decennio modernizzante – dopo gli anni Trenta – del Novecento italiano. È come se fossimo ancora fermi alla tanta celebrata fase di Sapore di sale, di un film come Il sorpasso, dei trionfi di Cinecittà, del Piper e, in televisione, di Carosello e Canzonissima. Certo, anni di creatività, spensieratezza, voglia di fare, innovazione... Ma sono passati oltre quattro decenni. Se forse ha un senso vederne le icone celebrate da attempati nostalgici e da qualche quaranta-cinquantenne in vena di amarcord della propria infanzia, stupisce quanto riferisce l’Ipsos. L’indagine è, in realtà, la prova della stagnazione dell’immaginario italiano. È una sfida per la politica che ha l’obbligo di rilanciare una nuova stagione di creatività e innovazione.

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