Dal Secolo d'Italia di mercoledì 14 aprile 2008
Ogni tanto la fantascienza riesce ancora a piazzare qualche buon romanzo polemico, capace di affondare nella realtà e prender posizione su qualche tema di forte attualità. È il caso de La città degli uomini soli di Marco Innocenti (Dario Flaccovio Editore, pp. 143, euro 13), che disegna una società utopica molto, troppo vicina al nostro presente. Siamo in una sorta di città-stato, corrosa dalla pioggia acida e sottoposta alle angherie di pericolose popolazioni di cornacchie, un ambiente degradato dove milizie private presidiano i centri commerciali e fazioni di immigrati si contendono il territorio. Sulla città dominano con pugno di ferro il governatore Andrade, detto l’Iguana, e il cardinale Ademir, che emanano una legge “pro-familia”. La loro è una politica priva di giustizia sociale, in cui i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, l’aborto è un crimine e i dissidenti sono soggetti a attentati e pedinamenti; ma è soprattutto sui senza famiglia che si stringe la morsa della macchina repressiva: i “single” sono tagliati fuori dal sistema di sicurezza sociale, riservato alle coppie eterosessuali regolarmente sposate; sono via via sottoposti a un crescendo di vessazioni, che passano dall’isolamento sociale al licenziamento, alla persecuzione tributaria, alla compilazione di indiscreti e umilianti questionari sulla vita sessuale, per giungere, infine, con l’emanazione della legge “profamilia”, all’internamento in Centri di Raccolta e Controllo. Sullo sfondo, l’azione di lotta e protesta dei nostalgici del Condottiero, un Mussolini prima maniera, e del suo “conducismo”, un “socialismo mediterraneo” diviso fra egualitarismo e frontismo. Il libro si può leggere come la cronaca disincantata delle disavventure del protagonista Schubert Gambetta (un investigatore privato alquanto sfigato), della misteriosa Luisa Artime e dei loro comprimari (curiosamente chiamati con i nomi dei giocatori e dell’allenatore dell’Argentina campione del mondo di calcio nel ’78 – Ardiles, Olguin, Menotti, Fillol, Gallego, Luque, Kempes – echi di un regime tristemente reale). Ma una lettura così piana, concentrata solo sulla direttrice poliziesca della narrazione, svilirebbe l’opera di Innocenti a romanzo di mero intrattenimento.
Il libro ha, invece, suscitato un acceso dibattito fra gli addetti ai lavori, soprattutto su internet. Marta Buonadonna sottolinea su Panorama.it che «l’autore… è un single che i 35 anni li ha già superati e non ha difficoltà ad ammettere che per trovare l’ispirazione non ha dovuto guardare molto lontano». Danilo Rocco, su Il Cannocchiale.it, parla di «una lettura che non mancherà di far riflettere sulle discriminazioni insensate delle quali, oggigiorno, sono vittime gli appartenenti alle minoranze». E interviene anche Arcigay. it, che definisce La città degli uomini soli «una storia suggestiva, di grande attualità, contro i regimi e contro la discriminazione sessuale e sociale che investe gli omosessuali, le famiglie di fatto e ogni presunta diversità».
Per quanto ci riguarda, da un punto di vista tecnico letterario, c’è poca sf classica e molta antiutopia, in questo “scritto corsaro” di un irregolare della sf. Sul piano politico-ideologico, è indiscutibile e condivisibile l’attacco mosso dall’autore ad ogni forma di pregiudizio basato sulle preferenze sessuali e a ogni politica discriminatoria. Meno condivisibile è la rappresentazione un po’ troppo schematica fatta dall’autore (forse per motivi di fluidità narrativa) delle contrapposte concezioni del mondo: da una parte, una visione fortemente legalitaria dell’ordine sociale, basata sull’unità elementare della famiglia naturale. Dall’altra, un’idea di società più individualista, in cui, all’insegna del relativismo etico, trovano posto con eguale dignità altre formazioni sociali ove si svolge la personalità dei cittadini.
Errico Passaro, Ufficiale dell'Aeronautica Militare, dottore in giurisprudenza, è giornalista pubblicista. Ha pubblicato su testate e collane professionali un saggio in volume, oltre 100 racconti e cinque romanzi: Il delirio, Solfanelli; Nel solstizio del tempo, Keltia; Gli anni dell'aquila, Settimo Sigillo; Le maschere del potere, Nord; Inferni, Secolo d'Italia. Dal 12 maggio è in uscita il romanzo fantasy (scritto con Gabriele Marconi) Il Regno Nascosto (Dario Flaccovio Editore).
Nessun commento:
Posta un commento