Corsivo di Conan
Dal Secolo d'Italia di giovedì 15 maggio 2008
Che l’antropologia della sinistra fosse da tempo rifluita in un narcisismo antipolitico fatto di buone letture, terrazze romane, spiagge toscane, vacanze intelligenti, ecologia prêt-à-porter e un pizzico abbondante di slow food, gli osservatori più attenti lo andavano spiegando da un bel po’. Ve lo ricordate, solo per fare un esempio, la campagna veltroniana contro le interruzioni pubblicitarie dei film in tv? Correvano gli anni Novanta: non si può interrompere un’emozione, dicevano, attestando la frontiera della rivoluzione nella difesa intimistica delle esigenze personali.
Ma a furia di gridare ai pericoli del riflusso imperante, la sinistra ha finito per incarnarlo, perdendo gradualmente ma inesorabilmente la capacità di fare politica, che poi significa governare la complessità di un mondo in continuo cambiamento. E, come sempre, il simbolo iconografico di questa “nuova sinistra” arriva dagli States: a Oakland, una cittadina della Bay Area di San Francisco, nel quartiere Rockridge, già da un paio d’anni è nato Guerrilla Cousine, un «movimento per la liberazione del gusto». Lanciato da Jeremy and John Townsend, due fratelli californiani, il movimento ha visto la luce pressappoco negli stessi luoghi in cui una volta fiorivano le esperienze di ristorazione alternativa: ricordate l’Alice’s restaurant di Arlo Guthrie?
Della Guerrilla Cousine fanno parte cuochi di tendenza che vogliono sfuggire alla pressione delle cucine dei grandi ristoranti e clienti che preferiscono l’atmosfera intima offerta dalla sala da pranzo d’una residenza privata, di un club letterario o d’un teatrino off a quella rumorosa dei ristoranti di grido. Sono ristoranti underground il cui indirizzo non sta nelle pagine gialle: vi si accede per passaparola e, quasi come si trattasse di riunioni di carbonari, solo se si viene introdotti da un altro membro: elitismo e snobismo, le stesse malattie della sinistra italiana. Il simbolo? Una falce e una forchetta incrociate: dai diritti del lavoro a quelli del palato.
Conan non sono io, né so di quale collega sia lo pseudonimo. Sta di fatto che i suoi corsivi sono sempre interessanti e intelligentemente "provocatori". Li pubblico (e raccolgo) qui con l'intento di sottrarli alla breve vita dei quotidiani e confidando di alimentare - se vi va - un confronto sui contenuti.
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