«In questi giorni – scriveva il 16 giugno del 1934 un giovanissimo John Fante al proprio mentore Henry Louis Mencken – mi fortifico con pesanti dosi di Nietzsche, che è la migliore medicina al mondo». La lettura come ricostituente. Altro che penitenziali pedagogismi e corsi accelerati di attualità. Parafrasando il grande scrittore americano (con sangue italiano), potremmo dire che dalla prossima settimana – in quel di Viterbo – ci si presenta una ghiotta occasione per “drogarci” di cultura. Alta, bassa, magra, grassa, ufficiale e pop. Per tutti i gusti e le sensibilità più diverse. Nel nome della libertà di pensiero. Soprattutto, per tornare a Fante, in dosi massicce. La grande letteratura, insomma, torna unica protagonista.
«Di tutte le sostanze, droghe o spezie, che da secoli animano gli usi e i commerci degli uomini, la caffeina è senz’altro la più popolare. È l’unica sostanza stimolante che sia riuscita ad abbattere resistenza e pregiudizio, al punto da essere liberamente prodotta, venduta e consumata a ogni latitudine, senza vincoli o restrizioni alcune. È con questa filosofia che a Viterbo, nella splendida cornice del quartiere medievale di San Pellegrino, per tre settimane viene spacciato liberamente un eccitante potentissimo chiamato cultura». Così si presenta sul web – http://www.caffeinacultura.it/ – Caffeina, festival letterario a vocazione (consapevole o meno che sia) futurista che domani apre i battenti. Tanto da richiamare alla memoria l’Eccitatorio anelato da Tommaso Filippo Marinetti: l’assemblea dei giovani, da eleggere a suffragio universale, che avrebbe soppiantato il Senato. Allo stesso modo Caffeina, si appresta a fare piazza pulita di premi e festival autopromozionali quanto paludati di questa o quella corte letteraria che in questi giorni si contendono a gomitate il palinsesto letterario sulle pagine dei quotidiani. Sì, perché il campionato ancora non è aperto ma le dispute culturali estive sono tutt’altro che amichevoli. Venuti meno i guru del Novecento, impazza la campagna acquisti, gli arruolamenti in armi di scrittori, critici e intellettuali. Va forte “letteratura sociale” ma tra le neopromosse si segnala, per vivacità, il “noir” capitanato da mister Lucarelli. Persino la “fantastica”, da sempre in piena zona retrocessione, assesta qualche buon colpo.
Caffeina, la rassegna letteraria (e non solo) ideata da Filippo Rossi, coordinatore della Fondazione FareFuturo, con il contributo organizzativo di Andrea Baffo, alla vecchia logica dell'aut aut preferisce quella della nuova sintesi, dell'et et. Non per mancanza di coraggio, semmai per eccesso. Preferisce giocarsi la sua partita a tutto campo, dando vita a un patchwork culturale originale capace di contaminare suggestioni e “generi” diversi, aperto a battitori liberi e a intellettuali espressione delle più diverse famiglie culturali, dai Cristiani di Allah di Massimo Carlotto – per fare un esempio tra i tanti possibili – a Magdi Allam che presenterà il suo libro sulla conversione dall’Islam al cattolicesimo.
«Di tutte le sostanze, droghe o spezie, che da secoli animano gli usi e i commerci degli uomini, la caffeina è senz’altro la più popolare. È l’unica sostanza stimolante che sia riuscita ad abbattere resistenza e pregiudizio, al punto da essere liberamente prodotta, venduta e consumata a ogni latitudine, senza vincoli o restrizioni alcune. È con questa filosofia che a Viterbo, nella splendida cornice del quartiere medievale di San Pellegrino, per tre settimane viene spacciato liberamente un eccitante potentissimo chiamato cultura». Così si presenta sul web – http://www.caffeinacultura.it/ – Caffeina, festival letterario a vocazione (consapevole o meno che sia) futurista che domani apre i battenti. Tanto da richiamare alla memoria l’Eccitatorio anelato da Tommaso Filippo Marinetti: l’assemblea dei giovani, da eleggere a suffragio universale, che avrebbe soppiantato il Senato. Allo stesso modo Caffeina, si appresta a fare piazza pulita di premi e festival autopromozionali quanto paludati di questa o quella corte letteraria che in questi giorni si contendono a gomitate il palinsesto letterario sulle pagine dei quotidiani. Sì, perché il campionato ancora non è aperto ma le dispute culturali estive sono tutt’altro che amichevoli. Venuti meno i guru del Novecento, impazza la campagna acquisti, gli arruolamenti in armi di scrittori, critici e intellettuali. Va forte “letteratura sociale” ma tra le neopromosse si segnala, per vivacità, il “noir” capitanato da mister Lucarelli. Persino la “fantastica”, da sempre in piena zona retrocessione, assesta qualche buon colpo.
Caffeina, la rassegna letteraria (e non solo) ideata da Filippo Rossi, coordinatore della Fondazione FareFuturo, con il contributo organizzativo di Andrea Baffo, alla vecchia logica dell'aut aut preferisce quella della nuova sintesi, dell'et et. Non per mancanza di coraggio, semmai per eccesso. Preferisce giocarsi la sua partita a tutto campo, dando vita a un patchwork culturale originale capace di contaminare suggestioni e “generi” diversi, aperto a battitori liberi e a intellettuali espressione delle più diverse famiglie culturali, dai Cristiani di Allah di Massimo Carlotto – per fare un esempio tra i tanti possibili – a Magdi Allam che presenterà il suo libro sulla conversione dall’Islam al cattolicesimo.
Ad aprire il festival sarà Giampiero Mughini il 30 giugno, mentre il congedo dal pubblico, il 18 luglio, sarà affidato a Paolo Villaggio, due irregolari a sigillare l’ambizione libertaria e al di fuori di ogni appartenenza della manifestazione. Tre settimane dense di appuntamenti: ben 34 per 40 ospiti. Incontri pomeridiani e serali, seguiti dai concerti di mezzanotte realizzati in collaborazione con un’altra grande e importante realtà della cultura viterbese: Tuscia Opera Festival. Insomma, un’orgia.
Nel programma c’è di tutto: scrittori raffinati come Roberto Alajmo, Giuseppe Conte e Mauro Covacich e avanguardie pop come Gianluca Nicoletti (ci perdoni la definizione) e Fulvio Abbate, Giampaolo Pansa – che presenterà il suo ultimo romanzo, I tre inverni della paura – e Pietrangelo Buttafuoco alla sua seconda prova con L’ultima del diavolo, scrittori amatissimi dal pubblico come Andrea De Carlo e Valerio Massimo Manfredi e giovani esordienti ancora sconosciuti. Già, l’edizione 2008 porta con sé gustose novità, tra cui una su tutte: Senzacaffeina, una rassegna di cultura per ragazzi che quest’anno prevede tre appuntamenti (la diciassettenne Simona Strazzula col suo romanzo Gli eroi del crepuscolo che ha fatto aprire al fantasy la casa editrice Einaudi, e due spettacoli legati a iniziative editoriali per i più piccoli, Giulio Coniglio e la scatola dei ricordi e Il mio nome è Gruk) ma che è destinata a diventare un vero e proprio festival parallelo con una sua propria autonomia.
Incontri che si preannunciano spassosi come la presentazione della guida non conformista alla città di Roma S.P.Q.R. Sacri e profani questi romani di Giuliano Compagno e momenti di approfondimento storico e culturale: se Alessandro Cecchi Paone parlerà della sua interpretazione dell’Ulisse omerico, Giuseppe Ayala ricorderà due eroi tutti moderni: Falcone e Borsellino. Verranno inoltre scandagliate tre grandi figure che sono ancora protagoniste dell’immaginario italiano e non solo: il giornalista del Corriere della sera, Dario Fertilio, parlerà del mito di Ernesto Che Guevara, il sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, Aldo G. Ricci, racconterà il Giuseppe Garibaldi “eroe per scelta”, il vicedirettore di Rai Parlamento Gianni Scipione Rossi e la storica Cristina Baldassini affronteranno il delicato tema della persistenza della figura di Mussolini nella cultura popolare italiana.
Senza trascurare un adeguato spazio agli autori della Tuscia. Lidia Ravera, reduce dalla finale del Premio Strega, arriva a Viterbo per parlare insieme al critico Massimo Onofri dell’evento letterario dell’anno: il libro del vetrallese Francesco Ceccamea, Silenzi Vietati. Tra tanti altri autori viterbesi (Gianluca Cerci, Alessandro Maurizi, Ebe Giovannini…) c’è anche la diciassettenne Dorotea De Spirito che per la prima volta parlerà del suo romanzo generazionale pubblicato per Mondadori, Destinazione Tokio Hotel.
E non solo. Ad arricchire ulteriormente la rassegna ci sono altre sorprese e vere e proprie “chicche”: (il regista Umberto Lenzi, famoso per i suoi poliziotteschi che hanno fatto innamorare Quentin Tarantino, presenterà in anteprima nazionale il suo primo romanzo Delitti a Cinecittà; l’attore Roberto Nobile presenterà il suo libro Col cuore in moto insieme al disegnatore satirico e autore televisivo Stefano Disegni.
Chapeau agli organizzatori, ça va sans dire. Ma anche al Comune di Viterbo, da sempre amministrato da destra ma capace di promuovere iniziative che navigano in mare aperto, oltre i confini territoriali dell’appartenenza. Perché la cultura è libera e, in quanto tale, di tutti.
Incontri che si preannunciano spassosi come la presentazione della guida non conformista alla città di Roma S.P.Q.R. Sacri e profani questi romani di Giuliano Compagno e momenti di approfondimento storico e culturale: se Alessandro Cecchi Paone parlerà della sua interpretazione dell’Ulisse omerico, Giuseppe Ayala ricorderà due eroi tutti moderni: Falcone e Borsellino. Verranno inoltre scandagliate tre grandi figure che sono ancora protagoniste dell’immaginario italiano e non solo: il giornalista del Corriere della sera, Dario Fertilio, parlerà del mito di Ernesto Che Guevara, il sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato, Aldo G. Ricci, racconterà il Giuseppe Garibaldi “eroe per scelta”, il vicedirettore di Rai Parlamento Gianni Scipione Rossi e la storica Cristina Baldassini affronteranno il delicato tema della persistenza della figura di Mussolini nella cultura popolare italiana.
Senza trascurare un adeguato spazio agli autori della Tuscia. Lidia Ravera, reduce dalla finale del Premio Strega, arriva a Viterbo per parlare insieme al critico Massimo Onofri dell’evento letterario dell’anno: il libro del vetrallese Francesco Ceccamea, Silenzi Vietati. Tra tanti altri autori viterbesi (Gianluca Cerci, Alessandro Maurizi, Ebe Giovannini…) c’è anche la diciassettenne Dorotea De Spirito che per la prima volta parlerà del suo romanzo generazionale pubblicato per Mondadori, Destinazione Tokio Hotel.
E non solo. Ad arricchire ulteriormente la rassegna ci sono altre sorprese e vere e proprie “chicche”: (il regista Umberto Lenzi, famoso per i suoi poliziotteschi che hanno fatto innamorare Quentin Tarantino, presenterà in anteprima nazionale il suo primo romanzo Delitti a Cinecittà; l’attore Roberto Nobile presenterà il suo libro Col cuore in moto insieme al disegnatore satirico e autore televisivo Stefano Disegni.
Chapeau agli organizzatori, ça va sans dire. Ma anche al Comune di Viterbo, da sempre amministrato da destra ma capace di promuovere iniziative che navigano in mare aperto, oltre i confini territoriali dell’appartenenza. Perché la cultura è libera e, in quanto tale, di tutti.
1 commento:
E la bellissima Orchidea De Santis......
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