Thelma & Louise, lite sulle case chiuse
La Tatafiore: legalizziamole. Ma la Rauti: insensato parlarne
Articolo di Alessandra Arachi
Dal Corriere della Sera di giovedì 19 giugno 2008
ROMA — Thelma scrive. Louise risponde. Tutto sulle colonne del «Secolo», il quotidiano di An, ogni settimana. Il mercoledì. Un’idea di Flavia Perina, il direttore, per dar voce alle questioni al femminile. E poco importa chi sia l’una e chi sia l’altra.
«L’importante è che si cambi il terribile finale di quel film», chiosa Isabella Rauti che del famoso lungometraggio ha in mente la scelta precisa di battaglia di due persone, due donne, che vengono da due percorsi molto diversi. E quale percorso poteva essere più diverso dal suo se non quello di Roberta Tatafiore, femminista storica approdata sulle sponde della destra?
Thelma-Louise sul «Secolo » di ieri ha affondato: «Trattiamo le prostitute come operai. Aboliamo la Merlin». E la firma era quella di Roberta Tatafiore. Ma il tema la scorsa settimana lo aveva lanciato l’altra, Isabella Rauti, che nel frattempo è approdata come capo dipartimento al ministero delle Pari opportunità, lì da dove proprio sul tema della prostituzione si accingono a tirar fuori proposte di legge.
«Bisogna legalizzare le case di appuntamento», spara Louise. O forse Thelma. E comunque è di Roberta Tatafiore la mazzafionda che si scaglia contro la legge Merlin «una roba vecchia di cinquant’anni che soltanto nel nostro paese siamo stati capaci di non legiferare mai più sulla prostituzione».
Thelma, o forse Louise (ma comunque stiamo parlando di Isabella Rauti) frena. O, meglio: sterza: «Non ha senso stare qui a parlare di cosa si deve legalizzare o no. Dobbiamo parlare del problema della tratta degli esseri umani. Della schiavitù di queste donne. Credo che tutto il resto sia un problema risibile».
Non ha dubbi Louise-Thelma-Rauti: «La prostituzione voluta e scelta dalle donne è un fenomeno sicuramente ridotto. E se parliamo di case chiuse non sono tra quelli che dicono: "l’importante è che non si veda". Una volta che siamo di fronte ad una scelta, si può anche legalizzare. Ma ripeto: non è questo il problema, secondo me».
Ieri, in materia, è intervenuto in modo diretto «L’Osservatore Romano», il giornale del Vaticano: «La prostituzione non va regolarizzata, ma combattuta alle sue radici. Non si può contrastare un fenomeno delimitandolo geograficamente o con opportune norme».
Alessandra Arachi
«L’importante è che si cambi il terribile finale di quel film», chiosa Isabella Rauti che del famoso lungometraggio ha in mente la scelta precisa di battaglia di due persone, due donne, che vengono da due percorsi molto diversi. E quale percorso poteva essere più diverso dal suo se non quello di Roberta Tatafiore, femminista storica approdata sulle sponde della destra?
Thelma-Louise sul «Secolo » di ieri ha affondato: «Trattiamo le prostitute come operai. Aboliamo la Merlin». E la firma era quella di Roberta Tatafiore. Ma il tema la scorsa settimana lo aveva lanciato l’altra, Isabella Rauti, che nel frattempo è approdata come capo dipartimento al ministero delle Pari opportunità, lì da dove proprio sul tema della prostituzione si accingono a tirar fuori proposte di legge.
«Bisogna legalizzare le case di appuntamento», spara Louise. O forse Thelma. E comunque è di Roberta Tatafiore la mazzafionda che si scaglia contro la legge Merlin «una roba vecchia di cinquant’anni che soltanto nel nostro paese siamo stati capaci di non legiferare mai più sulla prostituzione».
Thelma, o forse Louise (ma comunque stiamo parlando di Isabella Rauti) frena. O, meglio: sterza: «Non ha senso stare qui a parlare di cosa si deve legalizzare o no. Dobbiamo parlare del problema della tratta degli esseri umani. Della schiavitù di queste donne. Credo che tutto il resto sia un problema risibile».
Non ha dubbi Louise-Thelma-Rauti: «La prostituzione voluta e scelta dalle donne è un fenomeno sicuramente ridotto. E se parliamo di case chiuse non sono tra quelli che dicono: "l’importante è che non si veda". Una volta che siamo di fronte ad una scelta, si può anche legalizzare. Ma ripeto: non è questo il problema, secondo me».
Ieri, in materia, è intervenuto in modo diretto «L’Osservatore Romano», il giornale del Vaticano: «La prostituzione non va regolarizzata, ma combattuta alle sue radici. Non si può contrastare un fenomeno delimitandolo geograficamente o con opportune norme».
Alessandra Arachi
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