lunedì 23 febbraio 2009

Piero Sansonetti: «Un giornale per pensare oltre...» (Intervista a cura di Susanna Dolci)

Articolo-intervista di Susanna Dolci
Da il Fondo Magazine di Miro Renzaglia
n. 37 / 23 febbraio 2009
Ci siamo inseguiti via etere, email, cellulare, segnali di fumo, preghiere e riti propiziatori. Finalmente ci siamo incontrati e si è prodotto quanto sotto segue. Lui è Piero Sansonetti, una delle firme giornalistiche più brillanti e rappresentative del nostro paese. Senza “tessere”, libero, franco, aperto, diretto e semplice…. ma di quella certa semplicità complessa. Il 12 gennaio scorso la sua epurazione dalla carica di direttore del quotidiano Liberazione, dalla nuova maggioranza del Partito guidata dall’ex Ministro Paolo Ferrero. L’Associazione Stampa Romana, tanto per citare una delle innumerevoli voci scese in campo sull’affaire Sansonetti e sulla questione della “libertà” politica e partitica di un quotidiano, così si è espressa il 20 gennaio scorso: «Liberazione e Rifondazione un caso che fa discutere. L´avvicendamento fra Sansonetti e Greco alla guida del giornale riapre il dibattito sulla figura del direttore in un quotidiano di partito… Il passaggio di consegne traumatico alla guida di Liberazione è avvenuto. Le sorti del giornale e del suo corpo redazionale restano, invece, nell’incertezza… Fatta eccezione per la mancata, immediata, designazione del vicedirettore incaricato di firmare il giornale e che è costata una breve sospensione delle pubblicazioni, tutto si è svolto all’interno delle regole del gioco. Tra un direttore e la proprietà si rompe il rapporto fiduciario, l’editore decide, com’è sua facoltà, di sceglierne un altro. Ma la scelta cade su un non giornalista. Anche in questo caso nulla che sia fuori dalle regole, o dalla storia dei giornali di partito. Però qualcosa che cade fuori dalla tradizione più recente. Che ci riporta ad epoche antiche, nelle quali i giornali “di” partito erano effettivamente organi interni, per quanto già allora assai speciali, della struttura di propaganda. Una condizione da cui si sono progressivamente distaccati tanto che oggi è più giusto definirli giornali editi “da” partiti e talvolta, (potrebbe anche essere il futuro della stessa Liberazione) neppure più editi, ma definibili come di partito solo come destinatari dei relativi finanziamenti pubblici. Ci si può interrogare, come rappresentanti di categoria, sul fatto che alla guida di un giornale arrivi di nuovo chi della categoria non fa parte? … Ma, allora, perchè un non giornalista?…». Il resto lo lascio, cari lettori, alla vostra fervida quanto mirabile intelligenza, intuizione e fantasia. Ringrazio vivamente Sansonetti per la sua piena disponibilità e lo saluto caramente con il dantesco andar “Per correr migliori acque alza le vele/ ormai la navicella del mio ingegno,/che lascia dietro a sé mar sì crudele…”.
CONTINUA A LEGGERE QUI
Susanna Dolci è caporedattore de il Fondo

Nessun commento: