Da il Fondo n. 42 del 30 marzo 2009
Laicità dello Stato, dignità della persona umana, diritti di cittadinanza per i migranti. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ne aveva parlato una settimana fa al congresso di scioglimento di Alleanza nazionale. Ma al congresso che ha sancito la nascita del partito unico del Popolo della libertà la sua replica è stata ancora più netta. Più coraggiosa. Sicuramente capace di tracciare una linea politica avversa a quella di Silvio Berlusconi, che infatti lo ha applaudito sul momento - salendo sul palco per abbracciarlo (l’abbraccio di Giuda?) - ma non gli ha dato ragione su nulla, neanche sul tema tanto caro delle riforme su cui i due leader si trovano su fronti opposti. Nessuna replica soprattutto sul punto più spinoso, quello che ha fatto sobbalzare sulla sedia molti delegati e molte delegate: la dura critica alla legge sul testamento biologico approvata dal Senato giovedì. «Quando si impone per legge un precetto religioso - ha incalzato il presidente della Camera alla fine del suo discorso - si è più vicini a una concezione da Stato etico che da Stato laico».
E’ giornalista di Liberazione.
Durante la direzione di Piero Sansonetti è stata prima responsabile delle pagine culturali e dell’inserto domenicale Queer, poi caporedattrice.
Suoi articoli sono pubblicati anche sul Fondo, magazine online diretto da Miro Renzaglia.
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