Articolo di Andrea Indini
FONTE: ilgiornale.it
All'età di ottant'anni si è spento l'ex direttore del Secolo d'Italia. Intellettuale, storico e giornalista fu uno dei maggiori esponenti del pensiero di Destra. Apprezzato anche dalla sinistra, fu uno dei primi pensatori di area ad avere posizioni filoisraeliane
"La politica deve usare argomenti accessibili al grande pubblico, quindi argomenti ormai banalizzati. Mentre il compito dell'intellettuale è quello di spingersi oltre, di dire delle novità; il compito più difficile, insomma. Ma la normalità non è la vera rivoluzione. La vera rivoluzione è il cambiamento"
Roma - Un pensatore "eretico", uno di quelli che amava andare controcorrente. Uno dei pilastri del pensiero della Destra nostrana, capace anche di tirare qualche duro colpo a chi, troppo spesso, si è sentito vate di questo area. Fu storico, intellettuale e giornalista. Fu apprezzato anche dalla sinistra. Ieri sera, all'età di ottant'anni, Giano Accame è morto a Roma: i funerali si svolgeranno sabato prossimo.
Un anarchico a Destra. Quando Gianfranco Fini, allora segretario di Alleanza nazionale, aveva visitato Gerusalemme e si era scagliato contro la Repubblica Sociale di Salò definendola il "male assoluto", Accame fu stato uno dei più violenti a reagire. Scelse un convegno organizzato da Storace all’Hotel Hilton di Roma per dire - ancora una volta - quello che pensava, senza peli sulla lingua, senza guardarsi indietro. Lo aveva sempre fatto, sin dalle prime battaglie con Randolfo Pacciardi nell’effimero movimento di Nuova Repubblica, anticipatore durante gli anni Sessanta del dibattito sulla repubblica presidenziale. Rispetto a quando, giovanissimo, partì volontario repubblichino proprio l’ultimo giorno di guerra, negli ultimi anni aveva attenuato la sua militanza politica. Mai il suo ardore.
Libertà e discriminazione. Uno scrittore di destra che ha dovuto conquistare la propria libertà "faticosamente e giorno per giorno, vincendo pregiudizi, difficoltà e tentativi di discriminazione". Così Accame parlava di sé qualche anno fa a un gruppo di studenti di un liceo classico di Napoli. E' stato sempre considerato un pensatore ’ereticò, pronto a prendere posizioni controcorrente e a difenderle a spada tratta anche contro gli alleati di partito. A 16 anni si arruolò con i "giovani di Salò" nella marina militare della Repubblica sociale italiana e fu dirigente del Movimento Sociale italiano fino al ’68, quando decise di uscirne dopo la presa di posizione del partito contro la contestazione giovanile.
L'impegno nella cultura di Destra. Nel ’65 fu tra i relatori al convegno sulla "guerra rivoluzionaria" che gettò le basi teoriche della strategia della tensione e redattore delle più importanti riviste della destra italiana, da Il Borghese a Il Fiorino fino al Secolo d'Italia, di cui fu per anni direttore. "L'espressione intelligenze scomode fu dedicata a scrittori, intellettuali e artisti di destra, ma più che di destra si tratta di persone che sono state una parte ineliminabile, importante, del pensiero del Novecento - spiegava Accame - non si potrebbe fare a meno, nella letteratura italiana, di Gabriele D'Annunzio, anche se a Fiume ha creato la ritualità del fascismo, i saluti, il discorso dal balcone. La filosofia italiana non potrebbe fare a meno del più grande filosofo accademico del Novecento, Giovanni Gentile. L'arte italiana non potrebbe fare a meno del futurismo, anche se Marinetti è stato fascista - concludeva - e così la cultura del mondo non potrebbe più rinunciare a Ezra Pound, che è stato il grande innovatore del modo di fare poesia in lingua inglese, o di Céline, che ha cambiato completamente, rinnovato, il modo di fare prosa narrativa, o di Carl Schmitt, che è stato il più grande politologo del secolo scorso".
La produzione letteraria. "L'anticonformismo e l'opinione comune di solito sono in conflitto. L'anticonformista è proprio contro l'opinione comune. Però ci può essere una forma di anticonformismo del conformismo, nel senso che spesso gli intellettuali ostentano forme di disprezzo del senso comune. E allora aderire al senso comune rappresenta in qualche modo una forma di anticonformismo. Il coraggio di pensarla un po' come tutti, perché questo tipo di pensiero viene snobbato". Acceme ha sempre lavorato - come scrive il suo collega di studi universitari Giorgio Galli - "per far uscire la destra dal lungo letargo". Aurore di diversi libri (tra i più conosciuti Socialismo tricolore, Il fascismo immenso e rosso, Ezra Pound economista. Contro l’usura, La destra sociale e Il potere del denaro svuota le democrazie), spese una vita intera per dimostrare che la nostra cultura non era affatto sotto lo scacco della doppia egemonia neo-marxista e azionista.
"La politica deve usare argomenti accessibili al grande pubblico, quindi argomenti ormai banalizzati. Mentre il compito dell'intellettuale è quello di spingersi oltre, di dire delle novità; il compito più difficile, insomma. Ma la normalità non è la vera rivoluzione. La vera rivoluzione è il cambiamento"
Roma - Un pensatore "eretico", uno di quelli che amava andare controcorrente. Uno dei pilastri del pensiero della Destra nostrana, capace anche di tirare qualche duro colpo a chi, troppo spesso, si è sentito vate di questo area. Fu storico, intellettuale e giornalista. Fu apprezzato anche dalla sinistra. Ieri sera, all'età di ottant'anni, Giano Accame è morto a Roma: i funerali si svolgeranno sabato prossimo.
Un anarchico a Destra. Quando Gianfranco Fini, allora segretario di Alleanza nazionale, aveva visitato Gerusalemme e si era scagliato contro la Repubblica Sociale di Salò definendola il "male assoluto", Accame fu stato uno dei più violenti a reagire. Scelse un convegno organizzato da Storace all’Hotel Hilton di Roma per dire - ancora una volta - quello che pensava, senza peli sulla lingua, senza guardarsi indietro. Lo aveva sempre fatto, sin dalle prime battaglie con Randolfo Pacciardi nell’effimero movimento di Nuova Repubblica, anticipatore durante gli anni Sessanta del dibattito sulla repubblica presidenziale. Rispetto a quando, giovanissimo, partì volontario repubblichino proprio l’ultimo giorno di guerra, negli ultimi anni aveva attenuato la sua militanza politica. Mai il suo ardore.
Libertà e discriminazione. Uno scrittore di destra che ha dovuto conquistare la propria libertà "faticosamente e giorno per giorno, vincendo pregiudizi, difficoltà e tentativi di discriminazione". Così Accame parlava di sé qualche anno fa a un gruppo di studenti di un liceo classico di Napoli. E' stato sempre considerato un pensatore ’ereticò, pronto a prendere posizioni controcorrente e a difenderle a spada tratta anche contro gli alleati di partito. A 16 anni si arruolò con i "giovani di Salò" nella marina militare della Repubblica sociale italiana e fu dirigente del Movimento Sociale italiano fino al ’68, quando decise di uscirne dopo la presa di posizione del partito contro la contestazione giovanile.
L'impegno nella cultura di Destra. Nel ’65 fu tra i relatori al convegno sulla "guerra rivoluzionaria" che gettò le basi teoriche della strategia della tensione e redattore delle più importanti riviste della destra italiana, da Il Borghese a Il Fiorino fino al Secolo d'Italia, di cui fu per anni direttore. "L'espressione intelligenze scomode fu dedicata a scrittori, intellettuali e artisti di destra, ma più che di destra si tratta di persone che sono state una parte ineliminabile, importante, del pensiero del Novecento - spiegava Accame - non si potrebbe fare a meno, nella letteratura italiana, di Gabriele D'Annunzio, anche se a Fiume ha creato la ritualità del fascismo, i saluti, il discorso dal balcone. La filosofia italiana non potrebbe fare a meno del più grande filosofo accademico del Novecento, Giovanni Gentile. L'arte italiana non potrebbe fare a meno del futurismo, anche se Marinetti è stato fascista - concludeva - e così la cultura del mondo non potrebbe più rinunciare a Ezra Pound, che è stato il grande innovatore del modo di fare poesia in lingua inglese, o di Céline, che ha cambiato completamente, rinnovato, il modo di fare prosa narrativa, o di Carl Schmitt, che è stato il più grande politologo del secolo scorso".
La produzione letteraria. "L'anticonformismo e l'opinione comune di solito sono in conflitto. L'anticonformista è proprio contro l'opinione comune. Però ci può essere una forma di anticonformismo del conformismo, nel senso che spesso gli intellettuali ostentano forme di disprezzo del senso comune. E allora aderire al senso comune rappresenta in qualche modo una forma di anticonformismo. Il coraggio di pensarla un po' come tutti, perché questo tipo di pensiero viene snobbato". Acceme ha sempre lavorato - come scrive il suo collega di studi universitari Giorgio Galli - "per far uscire la destra dal lungo letargo". Aurore di diversi libri (tra i più conosciuti Socialismo tricolore, Il fascismo immenso e rosso, Ezra Pound economista. Contro l’usura, La destra sociale e Il potere del denaro svuota le democrazie), spese una vita intera per dimostrare che la nostra cultura non era affatto sotto lo scacco della doppia egemonia neo-marxista e azionista.
Nessun commento:
Posta un commento