martedì 19 gennaio 2010

Coppa d'Africa, nuova frontiera del calcio italiano. In attesa che Balotelli indossi la casacca azzurra... (Michele De Feudis)

Articolo di Michele De Feudis
Dal Secolo d'Italia di martedì 19 gennaio 2010
La nuova frontiera del calcio? Pur senza essersi mai imposta con proprie nazionali nelle maggiori competizioni calcistiche, resta l'Africa con le sue aquile o i suoi leoni colorati, mascotte dei vari team. Non è casuale l'attenzione che media sportivi ed addetti ai lavori stanno dedicando alla Coppa d'Africa, competizione continentale una volta minore, adesso assurta al ruolo di vetrina dei nuovi talenti mondiali. Se il calcio diventa sempre più muscolare e la prestanza fisica o l'aggressività agonistica prendono il posto dell'inventiva e della creatività, allora i giovani guerrieri che brillano in Angola, paese ospitante l'evento, hanno sempre maggiori possibilità di salire i grandini di questo sport conquistando la ribalta dei maggiori club internazionali. Accanto ad affermate stelle del firmamento come il camerunense dell'Inter Samuel Eto'o (sta guidando la sua nazionale verso la qualificazione al secondo turno) o il ghanese Essien, centrocampista del Chelsea, i talent scout di Manchester United, Barcellona e delle nostrane Milan e Inter cercano proprio tra le nazionali minori che partecipano alla competizione giovani che possano seguirne le ombre. Perché gli operatori di mercato di rivolgono al Continente Nero? Per rispondere basta prendere a modello la gestione oculata dell'Udinese di Giampaolo Pozzo. La società friulana, infatti, da anni ha sguinzagliato i proprio osservatori in giro per il mondo e soprattutto nel continente nero per scoprire prima di tutti giocatori giovanissimi che in prospettiva possano esordire in prima squadra. L'ultimo di una lunga serie di gioiello lanciati in Italia è il centrocampista diciannovenne angolano Kwadwo Asamoa. L'oculatezza di questo orientamento tiene relativamente bassi i costi di gestione della rosa, limitando gli ingaggi e consente delle enormi plusvalenze quando gli elementi cresciuti nei vivai diventano professionisti. Racconta Giorgio De Trizio, tecnico della selezione Allievi Nazionali del Bari: «I tornei giovanili in Italia negli ultimi anni hanno cambiato volto. La differenza tra piccoli e grandi club non la fanno più le scuole calcio. Il solco è tracciato dall'immissione di giovani calciatori ingaggiati in Africa o figli di immigrati ormai integrati e con la cittadinanza italiana che hanno una prestanza fisica superiore ai coetanei». Il calcio italiano sta cambiando colore e volto. E Balotelli presto in azzurro, magari già in Sud Africa, è solo la punta di diamante. La nuova frontiera è già qui nello stivale.
Michele De Feudis è giornalista e scrittore, redattore di Epolis e collaboratore di varie testate tra cui il Secolo d'Italia e Il Tempo.
Scrive di libri, cinema, politica e calcio per quotidiani nazionali. Ha curato il libro Tolkien, la Terra di Mezzo e i miti del III millennio, edito da L'arco e la corte (Bari).
Dal 17 novembre 2009 cura, con Roberto Alfatti Appetiti e Giovanni Tarantino, "Sognando Beckham", le pagine che il Secolo d'Italia dedica allo sport ogni martedì.

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