martedì 13 aprile 2010

Augusta, brilla l'astro di Matteo Manassero: a 16 anni "oscura" Tiger Woods e poi torna a scuola

Dal Secolo d'Italia di martedì 13 aprile 2010
Domani – massimo giovedì, assicura la madre – Matteo Manassero tornerà a scuola, come ogni ragazzo della sua età. Perché l’Harry Potter del golf, l’hanno definito così per le magie che riesce a fare con la pallina, il prossimo 19 aprile compirà (solo) diciassette anni. Essere riuscito a giocare le fasi finali dei Masters di Augusta superando il “taglio” – il punteggio necessario per non essere “tagliati” fuori dalla competizione, impresa che al debutto non era riuscita neanche a Tiger Woods – non lo esonera dai suoi doveri e per il campioncino veronese di Negrar c’è ancora la terza liceo scientifico da finire.
Fretta, del resto, non c’è. I record sono stati già battuti: Matteo è il più giovane nella storia del torneo a essersi aggiudicato la Silver Sterling Cup quale migliore Amateur. E se alla vigilia l’attenzione sembrava destinata esclusivamente all’atteso ritorno del penitente Woods, gli americani sono letteralmente impazziti per «the italian kid». Il New York Times gli ha dedicato una pagina e due foto e lui li ha sorpresi con il suo inglese perfetto e la calma di chi ha costruito i propri successi senza improvvisarsi, sacrificandosi e lavorando duro tra palestra e green. Sì, perché c’è solo un modo per farlo arrabbiare: dirgli che il golf è uno sport da “fighetti”. «Forse per qualcuno è così – concede – ma non a certi livelli». Lungi dal ritenersi arrivato: «Non ho mai creduto di essere migliore degli altri, ma ho sempre pensato di poter giocare alla pari con tutti». Per il resto rimane un ragazzo come tanti. Appassionato di calcio: «Tifo Milan e quando posso gioco. Ma me la cavo meglio con un ferro 7 in mano». E di musica: «Rock, pop e vecchie canzoni». Tutt’altro che appagato: «Mi è rimasto un conto aperto con la buca 16».
L’appuntamento è per l’anno prossimo e Franco Chimenti, presidente della Federgolf, scommette su di lui: «All’Olimpiade di Rio del 2016 – azzarda – ci darà una medaglia». Incurante delle attese altrui e delle pressioni sempre maggiori, tra cui l’incessante corteggiamento degli sponsor, Matteo assicura di giocare divertendosi e così si prepara a debuttare da professionista all’Open d’Italia di maggio. «È il coronamento di un sogno», dice. «Dove arriverà dipende solo da lui – ha dichiarato Tom Watson dall’alto degli otto Major vinti – ma ha tanta classe, dovrà solo riuscire a usarla sul campo».

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