Intervista di Michele De Feudis
Dal Secolo d'Italia di martedì 1 giugno 2010
Dal tè caldo di Berlino al Rooibò freddo a Johannesburg: Fabio Caressa, quarantaduenne icona del calcio azzurro su Sky, si prepara ai campionati del mondo sudafricani dopo aver regalato agli sportivi italiani emozioni indimenticabili nell'ultima vittoriosa avventura in Germania nel 2006. Da giovane è stato socialista, simpatizzava per Bettino Craxi mentre la sua carriera professionale l'ha portato anche su Teleroma 56, la tv dei radicali. E' la punta di diamante della corazzata di Murdoch in Italia. Le sue telecronache sono un cult, costruite su documentazione enciclopedica, su studi di metrica e su un rapporto tutt'altro che distaccato con il popolo sportivo. Lippiano doc, non nasconde nostalgia per Mourinho (ormai accasato al Real). E sulla politica danza con l'equilibrio di un fantasista sudamericano tra due arcigni marcatori.
Caressa, anche i telecronisti vanno in ritiro prima del Mondiale?
Sì... Sono in ritiro spirituale a Milano, con la mia famiglia. Sto rafforzando e arricchendo il mio archivio sui protagonisti del prossimo campionato.
Avrebbe immaginato di rincontrare Marcello Lippi sulla panchina azzurra dopo il successo berlinese?
Ero sicuro che avrebbe voluto rigiocarsi un Mondiale. In Italia il bis iridato è riuscito solo a Vittorio Pozzo, nel 1934 e nel 1938. Questo gruppo, però, è solido e ci darà soddisfazioni. Sono fiducioso.
Come è cambiato il timoniere di Viareggio in questi quattro anni?
Non ha più nulla da dimostrare. Conciliante non lo è mai stato. E' più tranquillo che in passato, meno aspro. Le critiche le recepisce. Si confronta con i suoi consiglieri. Anche se poi all'esterno appare battagliero.
L'Italia è stata finora accolta in modo tiepido, senza dimenticare i tanti fischi che ha raccolto nelle gare di qualificazione negli stadi durante la qualificazione.
E' vero. Per ora non affascina. I giocatori sono reduci da una stagione difficile. L'Inter scudettata non ha calciatori italiani, ma Santon sarebbe stato convocato se non si fosse infortunato. Questo clima di prudenza potrebbe essere un punto a favore degli azzurri.
Quanto pesa l'ostracismo per i calciatori di fantasia professato da Lippi?
Certe scelte sono determinate da motivazioni tecniche.
Cassano in azzurro lo possiamo immaginare solo nel Subbuteo?
Il barese ha giocato già due europei: uno bene, l'altro senza lasciare tracce. L'Italia si va orientando verso un quadro tattico con una punta centrale, sostenuta da due cursori offensivi. Cassano, una seconda punta, in questo modulo non sarebbe stato il massimo. Se poi ci sono altre questioni di principio...
Allora bisognerà aspettare l'arrivo di Claudio Prandelli per rivedere un po' di genio in campo.
La federazione ha operato una scelta saggia. L'ex tecnico viola mi sembra aperto a richiamare Balotelli e Cassano. Poi però dovrà costruire la squadra e lo spogliatoio.
Quanto mancherà al campionato italiano Mourinho?
A me moltissimo. Non si può dire che non abbia vinto molto da noi. Si è difeso abbastanza ma eccelle nel compattare il gruppo. E' in grado di schierare anche quattro punte e di difendere bene in campo. Era simpatico. Non sempre quando faceva battute o provocazioni meritava reazioni spigolose. A volte voleva solo far sorridere e riflettere.
Fabio Capello, ct dell'Inghilterra, riuscirà a cancellare gli odiosi stereotipi british sul nostro Paese?
C'è già riuscito in questi due anni. I suoi giocatori lo adorano per la professionalità e la serietà.
Il leggendario Victor Hugo Morales, commentatore del gol di Maradona all'Inghilterra nei mondiali del Messico 1986, ha inciso un disco con i Gotan Project. A quale gruppo offrirebbe la sua voce?
Ai Prodigy o ai Chemical Brothers. L'ideale sarebbe un pezzo elettronico.
I Mondiali avranno una versione in 3D. Novanta minuti come Avatar?
Non ho mai visto una gara con questa tecnologia. Chi ha assistito ad una proiezione mi racconta che quando un calciatore tira si salta sulla propria sedia...
L'errore da non commettere in questi Mondiali?
Non bisogna strafare. L'amore per gli azzurri crescerà giorno dopo giorno.
Calcio e politica. Caressa efficace in tv come Pannella?
Un complimento, ma vorrei essere un po' più divertente del leader radicale.
Ha il dono della battuta ad effetto. Un po' come Gianfranco Fini.
Un bel complimento.
Un successo in Sud Africa che effetto avrebbe per il sistema Italia?
Sarebbe una innegabile iniezione di ottimismo e fiducia. Poi consentirebbe di fare passi avanti verso l'introduzione della cultura sportiva. Vorrei che fosse insegnata nelle scuole. Chissà, un giorno si potrà realizzare questo sogno.
Sui costumi dei calciatori è un rigoroso conservatore?
Devono fare vita da atleti. Andare a dormire presto, non coltivare eccessi.
Cassano quindi è spacciato...
Solo una vita sana consente di durare più a lungo e avere prestazioni sorprendenti.
Ai tempi di Maradona la vita fuori dal campo era scrutata con meno voyeurismo.
Ma Diego è un marziano. Come Mozart. Non si possono fare paragoni.
La vittoria di Madrid dell'Inter ha meritato una diretta dei media fino alla mattina successiva alla finalissima. Una esagerazione?
No. Un giusto tributo per un club che ha dominato la competizione, offrendo da Kiev in poi un gran calcio.
L'omologo di Marcello Lippi nel mondo della politica?
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una figura rappresentativa e “super partes”.
In Sud Africa sarà difficile poter dire “largo ai giovani”?
Con Prandelli ci saranno tante novità. Ma in campo con Lippi troverà molto spazio anche Bonucci, sarà il nuovo Bergomi.
Se ci fosse stato almeno Balotelli...
Può diventare l'attaccante più forte del mondo. Ma tra le potenzialità e il diventarlo c'è di mezzo tanto sacrificio.
Michele De Feudis è giornalista e scrittore, redattore di Epolis e collaboratore di varie testate tra cui il Secolo d'Italia e Il Tempo.
Scrive di libri, cinema, politica e calcio per quotidiani nazionali. Ha curato il libro Tolkien, la Terra di Mezzo e i miti del III millennio, edito da L'arco e la corte (Bari).
Dal 17 novembre 2009 cura, con Roberto Alfatti Appetiti e Giovanni Tarantino, "Secolo Sportivo", le pagine che il Secolo d'Italia dedica allo sport ogni martedì.
Nessun commento:
Posta un commento