venerdì 6 agosto 2010

Auguri Linus, libertario sessantenne (Michele De Feudis)

Il mensile "Rolling Stones" festeggia il compleanno dei "Peanuts" di Schulze
Articolo di Michele De Feudis
Dal Secolo d'Italia di venerdì 6 agosto 2010
In vacanza con un surf e le strisce del bracchetto più famoso del mondo: sembra essere questo l'invito lanciato dal mensile Rolling Stones attraverso una vignetta cult sulla copertina del numero di agosto. Unire svago e riflessione su temi cardine dell'esistenza umana diventa un esercizio di libertà che può arricchire il proprio spirito anche nelle settimane di relax in spiaggia. Il magazine diretto da Carlo Antonelli celebra il sessantesimo compleanno dei "Peanuts" come "tributo alla leggerezza dell'estate e all'uomo che meglio di tutti l'ha trasformata in striscia".
Il riferimento è a Charles Monroe Schulz, ideatore delle storie di Snoopy, scomparso il 12 febbraio del 2000.
RS pubblica anche uno scritto dello straordinario creativo del Minnesota, ritrovato nel marzo scorso dalla moglie Jeannie, un saggio sul ruolo culturale proprio dei fumetti. «Quando si parla del messaggio da affidare ai fumetti - scrive Schulz - immancabilmente se ne dà una connotazione politica. O spesso ci si riferisce ad argomenti come il crimine, che gioca un ruolo decisamente minore nella vita della maggior parte della gente. È sorprendente, quindi, che fumettisti che lavorano un mezzo così malleabile non abbiano trattato più da vicino aspetti essenziali della vita come l'amore, l'amicizia, le difficoltà quotidiane e l'andar d'accordo con gli altri». Qui c'è il senso profondo che pervade le avventure di Linus e Lucy: «Uno degli aspetti più piacevoli della vita è la conversazione. Parlare con un nuovo amico, scoprire nuove idee, imparare l'uno dall'altro possono essere tra le più grandi esperienze della vita. I bravi scrittori lo sanno e ne fanno uso nelle proprie opere. Io ho provato a farlo con i fumetti dei "Peanuts"...». Snoopy spiazza per il suo ottimismo e per la contagiosa voglia di vivere e ripartire, anche nei momenti più complicati dell'esistenza. «E se è vero che è abbastanza semplice criticare attraverso le vignette i vari leader politici e dare osservazioni sulle condizioni del genere umano, è molto più complicato parlare di argomenti come l'amore in modo positivo. È ancora più difficile mostrare persone che provano a capire i propri sentimenti e fanno uno sforzo per tradurli in parole».
La forza libertaria delle "strips" è sempre stata guardata con ostilità dal potere e da una certa nomenclatura di sinistra. Nilde Iotti, figura storica del comunismo italiano, sulle colonne di Rinascita volendone stigmatizzare la forza sottilmente "eversiva" ne evidenzia involontariamente la profonda spinta anticonformista: «La gioventù che si nutre di fumetti è una gioventù che non legge e questa assenza di lettura nel senso proprio della parola non è l'ultima tra le cause di irrequietezza, di scarsa riflessività, di deficiente contatto con il mondo circostante e quindi di tendenza alla violenza, alla brutalità, all'avventura fuori dalla legge». A certe posizioni reazionarie risposte il disegnatore Hugo Pratt, in gioventù arruolato nelle file dei fascisti repubblicani della Decima Mas: «Non sono nessuno per giudicare. So solamente - scrisse su Linus - che ho una antipatia innata per i censori, i probiviri. Ma, soprattutto, sono i redentori coloro che mi disturbano di più». Sul primo numero della rivista fondata da Giovanni Gandini, nell'aprile del 1965, accanto alle storie di Charlie Brown (che capeggiava sulla copertina), aveva grande risalto un dibattito tra tre scrittori - Umberto Eco, Elio Vittorini e Oreste del Buono - sul mondo di Schulz. «Oggi stiamo discutendo di una cosa molto importante e seria, anche se apparentemente frivola: i fumetti di Charlie Brown»: iniziava così la dissertazione sulla levatura letteraria del genere. Vittorini ricordò che già sul Politecnico era prevista «una appendice interamente dedicata ai fumetti» e che Schulz poteva essere accostato «a Salinger, però con un interesse molto più ampio e secondo me più profondo». A destra il fumetto non è mai stato catalogato come divertimento disimpegnato. Lo scrittore Mario Bozzi Sentieri, direttore responsabile di Diorama letterario dal 1980 al 1990, in Tex, Linus, Mickey e gli altri, satira e fumetti "visti da destra" (Sveva editrice) spiegò che «i Peanuts diventano l'immagine stessa della crescita critica delle giovani generazioni. (...) La gioventù iniziava a rincorrere il nuovo mito, la festa quotidiana dell'immaginazione al potere». Gianfranco de Turris, autore di Camerata Linus (Settimo Sigillo) nonché a lungo collaboratore della rivista diretta da del Buono, li ritenne «una delle tante chiavi di lettura delle ansie contemporanee e delle proiezioni dell'io». Il politologo Marco Tarchi si occupò di strisce e nuvolette sulle colonne di Dissenso, nel maggio del 1978, analizzando i comics come un aspetto tipico della società moderna. L'umorismo dissacrante di Snoopy, nei suoi mille travestimenti tra cui spicca il riuscitissmo Joe Cool alias Joe Falchetto (con Ray Ban d'ordinanza), oltre ad essere un' icona degli ambienti della destra giovanile, resta un attualissimo strumento di resistenza all'omologazione che un certo capitalismo liquido vorrebbe imporre anche alle categorie sentimentali. Questa è l'originalità delle storie di Schulz.

Nessun commento: