martedì 19 aprile 2011

In Italia si legge poco. Colpa della scuola?


L'amico Gaetano Cappelli, scrittore tra i miei prediletti, sulla sua bacheca facebook rende nota (si dice così, no?) la classifica dei migliori lettori europei. Ebbene (congiunzione conclusiva): al primo posto c'è la Svezia - merito di Stieg Larsson? (solo lì ha venduto oltre due milioni e mezzo di copie, pari quasi a un quarto della popolazione) -  seguita dalla Finlandia. A seguire, cito a memoria, ci sarebbero Repubblica Ceca, Estonia, Australia, etc. L'Italia? Ferma al diciannovesimo posto.


"Perchè da noi c'è il sole - si domanda Gaetano - o c'entra la scuola?".
A domanda, (si) risponde: "ma è mai possibile che ci si debba sciroppare Levi e Anna Frank come uniche alternative librarie. Non è un caso che dalle elementari alle medie al liceo si vada via via smettendo di leggere".

D'accordissimo. La mia professoressa di italiano mi consigliò, come lettura estiva, Agostino di Alberto Moravia. Ed è un vero miracolo che il lettore che era/è in me sia sopravvissuto a una prova del genere. Dalle ultime lettere di Jacopo Ortis ai dolori del giovane Werther passando per i promessi sposi è tutto un piagnisteo, una sedimentazione lenta quanto inesorabile di sfiga. Chiagnere e leggere. Leggere e chiagnere.  Insomma: la letteratura come espiazione?
Ps.
Però grazie alla mia sinistrissima prof, siccome sono sempre stato un lettore insaziabile, lessi praticamente l'opera omnia di Moravia e (anche) 1934, il romanzo che più m'impressionò.

1 commento:

Alberto ha detto...

Pienamente condivisibile. Le letture scolastiche-tipo sono emblematiche di quella generazione di professoresse che le propina. Temi dominanti, il piagnisteo e il vittimismo. Non può non esservi correlazione con la bassa percentuale di lettori in Italia.