Articolo di Michele De Feudis
Dal Secolo d'Italia del 24 gennaio 2012
Le mani sul calcio. Parafrasando la celebre pellicola cinematografica su corruzione e malaffare di Francesco Rosi (Le mani sulla città, 1963), le rivelazioni che arrivano dalle inchieste giudiziarie su protagonisti dell'universo pallonaro come l'allenatore argentino Héctor Cuper e la testimonianza esplosiva, e tuttora secretata, di Andrea Masiello su presunte combine riguardanti numerose partite dello scorso campionato di serie A, costituiscono di fatto un copione che, se le accuse dovessero rivelarsi fondate, configurerebbe un vero raggiro ai danni dei milioni di appassionati che ogni domenica gremiscono le tribune degli stadi.
L'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, coordinata da Rosario Cantelmo con i sostituti Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa, ha scoperchiato il vaso di Pandora degli interessi del clan D'Alessandro di Castellammare di Stabia sulle scommesse operate su gare di calcio internazionale: vivisezionati gli interessi della camorra campana nel settore, è spuntato fuori il nome di Héctor Cuper, allenatore dal 2001 al 2003 all'Inter. L'antefatto è questo: due sgherri dei clan hanno compiuto un viaggio in Spagna con 200mila euro nelle mutande e nei calzini. Il denaro è per Cuper. Nella ricostruzione operata dai magistrati lo scambio sarebbe avvenuto così: all'allenatore le mazzette di soldi, ai corrieri un foglietto con i risultati delle partite "alterate", due del campionato spagnolo, due di quello argentino. Il meccanismo però si inceppa: una gara finisce in modo diverso e due presunti camorristi si accusano a vicenda di aver nascosto all'altro sodale la combinazione giusta. Uno dei due va da Cuper per avere giustizia e registra la conversazione («Che c… hai fatto? Ti sei preso il denaro e ci hai dato una sòla»), poi recuperata dalle forze dell'ordine. E qui Cuper, chiamato "Hombre vertical" per il suo carattere, sembra assumere le sembianze di un Pinocchio: «Sì - ammette durante l'interrogatorio definito dagli inquirenti "penoso" - dei napoletani mi hanno portato dei soldi. Erano di mia suocera e servivano a restaurare la casa». La tesi difensiva però non ha convinto nessuno. Dopo l'interrogatorio Cuper è stato licenziato dal Santander e si è accasato in un club turco. Questa indagine della Dda conferma come il giro delle scommesse sia utilizzato dalle mafie per riciclare gli enormi fiumi di denaro provenienti dallo spaccio e dal traffico di stupefacenti.
Domani il terzino dell'Atalanta Masiello sarà ascoltato in Procura a Bari. Lo attende Antonio Laudati, procuratore capo e uno dei massimi esperti nel riciclaggio dei clan criminali. Gli inquirenti starebbero ipotizzando che nello scorso campionato le ultime gare del Bari possono essere state truccate. Venerdì scorso Masiello si è presentato invece a Cremona ed è stato ascoltato dal pm Roberto Di Martino. «Sono sereno», ha detto il giocatore dopo l'audizione. Per gli investigatori ha iniziato a collaborare e per questo comportamento gli potrebbe essere riconosciuto uno sconto sulle eventuali squalifiche comminate dalla giustizia sportiva.
La Gazzetta dello Sport è arrivata a scrivere che «l'ombelico del mondo è il Bari», perché si cercano elementi su ben nove partite dei pugliesi per le quali ci sarebbero state combine o tentativi. Nel registro degli indagati per ora c'è Angelo Iacovelli, per concorso in frode sportiva: è un infermiere, assiduo frequentatore di calciatori biancorossi nelle serate. Davanti al pm Ciro Angelillis, salito agli onori delle cronache nazionali per aver indagato su alcuni filoni dell'inchiesta escort, Iacovelli ha fatto scena muta. Dalle indagini, costruite sull'intreccio di intercettazioni, tabulati, estratti conto bancari, però emergerebbe un quadro inquietante. L'infermiere ai carabinieri ha raccontato come sarebbe avvenuta la combine tentata e non riuscita di Palermo-Bari: avrebbe consegnato buste di denaro con 80mila euro a cinque giocatori pugliesi. Ma Miccoli sbagliò il rigore e gli accordi saltarono. I giocatori, secondo il quadro presentato dell'indagato, restituirono gli euro ricevuti dall'emissario di un clan del capoluogo, che aveva il controllo di una agenzia di scommesse con sede a Londra.
Lanciato nella Juventus da Fabio Capello che gli diede un soprannome impegnativo, "Thuram bianco", Andrea Masiello esordì in bianconero contro l'Inter nel lontano 2005. Nel Bari dei record allenato da Ventura, nella stagione 2009-2010, la linea difensiva era formata dai due attuali pilastri della retroguardia azzurra, Leonardo Bonucci e Andrea Ranocchia, con Alessandro Parisi e Masiello sulle fasce. L'estate successiva Bonucci fu ceduto alla Juventus via Genoa, Ranocchia rientrò all'Inter per fine prestito e Masiello - ritenuto da molti osservatori prossimo a una convocazione in Nazionale - corteggiato dalla Roma e dal Palermo, rimase in Puglia. La sua carriera adesso, dopo una prima parte di campionato molto convincente con l'Atalanta, potrebbe subire uno stravolgimento. Ma il suo contributo ai magistrati configura una speranza di cambiamento per il mondo dello sport. Non è un caso, infatti, che il centrocampista del Gubbio, Simone Farina, sugli allori per aver rifiutato di combinare una gara della squadra umbra, invitato a Zurigo alla consegna del "Pallone d'oro 2011", è stato nominato da Blatter "ambasciatore Fifa del Fair Play".
Michele De Feudis
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