lunedì 2 giugno 2014

Tutti dicono che sono un bastardo (recensione di Sara Daniele su Emotionally)

Tutti dicono che sono un bastardo. Vita di Charles Bukowski - Roberto Alfatti Appetiti


A vent'anni dalla sua morte, Bukowski è ormai uno degli scrittori più citati sui social network. Ma sono certa che molti usano le sue citazioni sapendo ben poco di lui.
L'ho incontrai per caso nel mio percorso letterario, quasi 6 anni fa e ne rimasi subito colpita dalla libertà di espressione e dalla sfacciataggine con la quale descrive esperienze e rapporti. 
La sua scrittura era libera da regole sociali o di qualsivoglia etichetta stilistica. Era definito come uno scapolo, antisociale, solitario e totalmente libero. Raramente tenne delle letture pubbliche di poesia, in cui si comportava da pazzo e alle feste a cui partecipava aveva un fare provocatorio e scandaloso. 
Dopo la sua morte sono stati pubblicati molti dei suoi scritti che non hanno trovato riscontro tra i critici accademici, ma non era certo quello il pubblico che interessava a Bukowski. Ciò che voleva scuotere erano le coscienze della gente, basti pensare che molte opere furono pubblicate postume proprio per suo volere, per giocare con la morte. 

Dal suo primo libro capitato nelle mie mani, li ho poi letti quasi tutti, perché mi affascinava, perché tentavo di capirne l'essenza e quindi, era scontato che non mi lasciassi sfuggire "Tutti dicono che sono un bastardo. Vita di Charles Bukowski" di Roberto Alfatti Appetiti, edito da Bietti Edizioni.

Buk era uno scrittore autobiografico (o quasi), quindi ero incuriosita da cosa avrei mai potuto trovarci di nuovo in una biografia. Ecco: la differenza la fa il biografo.
Roberto Alfatti Appetiti, giornalista e saggista, riesce a descrivere un personaggio molto amato, contestato e per nulla facile da raccontare con una passione, un'intensità di scrittura e aneddoti poco conosciuti, che riescono a coinvolgerti e a tenerti legata fino all'ultima pagina.

Grazie alla lettura di questo libro si può imparare a conoscere con meno superficialità un Bukowski, il cui unico vero credo era la scrittura. Alfatti ne ricostruisce appassionatamente l'infanzia, il rapporto burrascoso col padre, i legami con le donne, i fallimenti, i successi e soprattutto, ne dettaglia i riferimenti culturali.
Per chi volesse davvero sbirciare nell'anima di Bukowski, questa biografia è un testo che darà tanti chiarimenti e spunti di riflessione.
Fonte: Emotionally

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