martedì 25 settembre 2007

Walter, un po' prete e un po' comunista (di Conan)

Corsivo di Conan
dal Secolo d'Italia di martedì 25 settembre 2007


Questa volta Walter Veltroni ha deluso più del solito. Con la sua uscita contro Miss Italia, si è dimostrato per quello che, speravamo, non fosse più: erede a tutto tondo di quella cultura catto-comunista che per decenni ha bloccato l'Italia in un moralismo passatista e bacchettone. Quella cultura che, per intenderci, fece sbottare Ennio Flaiano: «La nostra generazione l'ha preso in culo: i preti da una parte, i comunisti dall'altra». Ecco, un po' pretino, un po' post-comunista, Veltroni si dimostra per quello che, forse nemmeno lui vorrebbe essere: ma è il Dna culturale a ricondurlo a fulgidi predecessori. Come non ricordare, ad esempio, la manata che, negli anni Cinquanta, Oscar Luigi Scalfaro rifilò a una signora colpevole di troppa scollatura. Per inciso, gli stessi anni di censura e rimbrotti in cui il papà di Walter, Vittorio, diventava direttore del telegiornale Rai. E non si può scordare, anche, quella Nilde Iotti che, era il 1952, pontificava su Vie Nuove su quanto facessero male i fumetti ai ragazzi: li distoglievano dalla cultura alta e dalla politica, diceva. Gli anni passano, ma il Dna rimane: come per quel Don Milani tanto caro a Walter (ritorna in mente l'I care scelto nel 2000 per il congresso della Quercia) che definiva «ballonzolare» la moda delle «feste danzanti»: chi trova il tempo di ballare - questa la tesi del prete di Barbiana - è un "anormale" perchè «il divertimento serve soltanto a quelli che non riescono a riempire decentemente le ventiquattro ore della giornata».
Per il priore toscano, che tanto piace al sindaco di Roma, tutte le forme di svago, dal cinema allo sport, dalla televisione alle feste, erano da considerarsi diseducative... Ed è proprio per cercare di "educare" le giovani generazioni decadenti che, sempre alla fine dei Sessanta, insieme a tanti altri, un imberbe Massimo D'Alema andò contestare davanti alla Bussola, perchè luogo di "perdizione borghese". Adesso c'ha pensato Veltroni a rinverdire la tradizione. Viene da chiedersi: chissà cosa ne direbbe oggi Flaiano?

PS. Conan non sono io, né so di quale collega sia lo pseudonimo. Sta di fatto che i suoi corsivi sono sempre interessanti e intelligentemente "provocatori". Li pubblico (e raccolgo) qui con l'intento di sottrarli alla breve vita dei quotidiani e confidando di alimentare - se vi va - un confronto sui contenuti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh! Non mi pare molto importante quello che pensa Veltroni sul concorso di Miss Italia di quest'anno. ci arrivo da sola : penoso!

Roberto Alfatti Appetiti ha detto...

I soliti bacchettoni! Non cambieranno mai. Terrorizzati dalla modernità.