Dal Secolo d'Italia di sabato 15 dicembre 2007
Niente contro Mike Bongiorno, anzi. L’amarcord dei giovedì sera inchiodati da bambini a guardare il suo “Rischiatutto” è uno dei migliori ricordi degli anni Settanta in versione nazionalpopolare e da immaginario condiviso degli italiani. Ma è proprio fuori luogo – a leggere ieri su Repubblica Francesco Merlo – sostenere la presunta adozione di Bongiorno da parte della destra italiana: «Povero grande Mike nella mani della destra». Il giornalista catanese riferisce infatti che il celebre conduttore televisivo starebbe addirittura per assurgere a «erede di quei servitori della Cosa Pubblica di cui nella destra italiana si è perso il seme». Una conclusione che Merlo ricaverebbe dal fatto che da qualche anno si lancerebbero appelli per convincere il capo dello Stato a nominare Mike senatore a vita. E che sarebbe confermata dalle parole di Fedele Confalonieri secondo cui Bongiorno «ci ha aiutato a guardare il futuro con ottimismo».
Be’, continuiamo a non capire. Sappiamo Merlo troppo accorto – e per tanti motivi fine conoscitore della vera destra italiana – per prendere simili abbagli. Cosa c’entra lo stesso Confalonieri con la destra politica e culturale italiana? Eppure il giornalista – che pure, a suo uso, cita nell’articolo un campione della cultura di destra come Leo Longanesi – arriva a commentare: «La destra italiana non ha bisogno di mandare Mike Bongiorno al Senato, ma piuttosto dei Sarkozy al governo; non dei simpatici, rassicuranti, vecchi campioni dell’intrattenimento professionale, ma giovani che svettano sulle macerie della guerra fredda…». E chi è, da destra, a non essere d’accordo? Merlo, invece, continua, domandandosi come questa stessa destra italiana – stanca «di rubare i simboli alla sinistra» e di non essersi mobilitata in passato per altre personalità che meritavano – «possa riconoscersi in Mike Bongiorno». Ribadiamo: niente contro il simpatico conduttore, ma forse la «caricatura» in ballo in tutta questa vicenda è solo quella di una destra che esiste solo nell’immaginazione di Merlo.
Luciano Lanna, laureato in filosofia, giornalista professionista dal 1992 e scrittore (autore, con Filippo Rossi, del saggio dizionario Fascisti immaginari. Tutto quello che c'è da sapere sulla destra. Vallecchi 2004), oltre ad aver lavorato in quotidiani e riviste, si è occupato di comunicazione politica e ha collaborato con trasmissioni radiofoniche e televisive della Rai. Già caporedattore del bimestrale di cultura politica Ideazione e vice direttore del quotidiano L'Indipendente, è direttore responsabile del Secolo d'Italia. Be’, continuiamo a non capire. Sappiamo Merlo troppo accorto – e per tanti motivi fine conoscitore della vera destra italiana – per prendere simili abbagli. Cosa c’entra lo stesso Confalonieri con la destra politica e culturale italiana? Eppure il giornalista – che pure, a suo uso, cita nell’articolo un campione della cultura di destra come Leo Longanesi – arriva a commentare: «La destra italiana non ha bisogno di mandare Mike Bongiorno al Senato, ma piuttosto dei Sarkozy al governo; non dei simpatici, rassicuranti, vecchi campioni dell’intrattenimento professionale, ma giovani che svettano sulle macerie della guerra fredda…». E chi è, da destra, a non essere d’accordo? Merlo, invece, continua, domandandosi come questa stessa destra italiana – stanca «di rubare i simboli alla sinistra» e di non essersi mobilitata in passato per altre personalità che meritavano – «possa riconoscersi in Mike Bongiorno». Ribadiamo: niente contro il simpatico conduttore, ma forse la «caricatura» in ballo in tutta questa vicenda è solo quella di una destra che esiste solo nell’immaginazione di Merlo.
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