Corsivo di Ivo Germano
Dal Secolo d'Italia di sabato 29 dicembre 2007
Una curiosa notizia di fine anno arriva dal cuore della Vecchia Europa. Precisamente da Monaco di Baviera, dove la rivista tedesca Kulturaustausch, dopo aver organizzato una deliziosa tenzone fra tutte le parole del mondo ha sancito che il più bello dell'anno appena trascorso è un termine turco: yakamoz. In Italia potremmo tradurla, dovendo ricorrere ad almeno sei parole, dicendo: «Il riflesso della luna sull'acqua». E questa parola ha avuto la meglio su tante altre: hu lu, parola cinese che significa «dormire respirando profondamente»; volongoto che nella lingua africana baganda è sinonimo di caotico; oppholdsvaer che in norvegese rinvia alla «luce del giorno dopo la pioggia». Ma anche su madala, termine della gente africana hausa per indicare «grazie a Dio», oppure la ben più familiare saudace, «nostalgia» brasiliana che sta erodendo, buonultimi, Adriano dell'Inter e Ronaldo del Milan. L'italiana «iella» si è comunque piazzata - manco a dirlo - al diciasettesimo posto tra le "belle" parole di tutto il globo. E la nostra «ironia» non è stata neanche classificata.
Che lezione ricavarne? Che l'anno appena trascorso è riuscito quantomeno a individuare la parola «più bella del mondo». E che il nuovo si inaugura all'insegna dell'incontro tra Oriente e Occidente. La Germania "sceglie" la Turchia, in barba a tanta diffidenza e a tanti vecchi stereotipi. Non a caso vince una parola scintillante come solo le acque del Bosforo sanno essere, quando decidono di onorare il ruolo di ponte fra culture che coccolano Istanbul/Istintopoli scandiscono il momento dell'alem, come sacrosanto relax amicale. In fondo è quello che capitava nell'Oriente dietro l'angolo dell'Occidente, tra due mondi e due civilizzazioni, ai protagonisti del film Il bagno turco di Ferzan Ozpetek. E' il fascino di "una certa idea" dell'Europa che, anche, una parola come yakamoz rilancia e rinnova come pensierino della sera di fine anno, da Lisbona al Bosforo, Buon anno Europa.
Che lezione ricavarne? Che l'anno appena trascorso è riuscito quantomeno a individuare la parola «più bella del mondo». E che il nuovo si inaugura all'insegna dell'incontro tra Oriente e Occidente. La Germania "sceglie" la Turchia, in barba a tanta diffidenza e a tanti vecchi stereotipi. Non a caso vince una parola scintillante come solo le acque del Bosforo sanno essere, quando decidono di onorare il ruolo di ponte fra culture che coccolano Istanbul/Istintopoli scandiscono il momento dell'alem, come sacrosanto relax amicale. In fondo è quello che capitava nell'Oriente dietro l'angolo dell'Occidente, tra due mondi e due civilizzazioni, ai protagonisti del film Il bagno turco di Ferzan Ozpetek. E' il fascino di "una certa idea" dell'Europa che, anche, una parola come yakamoz rilancia e rinnova come pensierino della sera di fine anno, da Lisbona al Bosforo, Buon anno Europa.
Ivo Germano (1966) Borghese di provincia all'Amicimiei, sociologo e giornalista, scientificamente si occupa di produzione culturale e strutture simboliche dell'immaginario contemporaneo. Incline a scrivere e interessarsi di cose inutili, curiosamente e felicemente borghesi.
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